Neuroni specchio e Psicoterapia
Perchè la psicologia ritiene così importante la scoperta dei neuroni specchio? Quale utilità essi possono avere all'interno di una psicoterapia?

I neuroni specchio sono cellule nervose che si trovano nella parte anteriore della neocorteccia cerebrale. Tra le loro funzioni si ipotizza ci sia anche la capacità di promuovere l’EMPATIA. Fondamentale però è che i neuroni specchio siano attivi.
L’empatia origina da un processo psichico che coinvolge la parte preconscia del nostro apparato psichico. E’ una forma di comunicazione che non è legata esclusivamente al linguaggio, e quindi non dipendente dalla parola espressa. In essa avviene, nel soggetto, un incontro tra la sua psiche e il corpo, nel quale, il corpo e la mente in simultanea percepiscono emozioni e sentimenti che passano successivamente tra le due persone che stanno comunicando. Estremamente interessante è che, mentre siamo in grado di interpretare la comunicazione dell’altro, non siamo consapevoli di "come noi" stiamo comunicando. Questo accade perché, a parte la parola, la nostra comunicazione, non sottostà al nostro controllo conscio. Nel parlare con l’altro il linguaggio del suo corpo è quella parte della comunicazione che ci impressiona per prima e che, se ne siamo consapevoli, ci invia il reale messaggio su ciò che sta pensando l’altro.
Nel linguaggio corporeo includiamo: il tono e la modalità con cui si sta parlando, la gestualità che accompagna la parola, il tipo di sguardo che si rivolge o non si rivolge all’altro in dialogo con noi e la postura che si assume mentre di sta parlando. Quindi non è il significato letterale delle parole che arriva per primo alla nostra comprensione. Se, nella persona che ci sta parlando, la parola del suo discorso e il suo linguaggio gestuale sono coincidenti il messaggio che l’altro ci invia per noi diventa chiaro e comprensibile. Se però, chi comunica, mentre sta dicendo qualcosa ne sta pensando una opposta e contraria (per esempio: "ti voglio bene", usando un tono duro o indifferente, o con sguardo freddo, o con postura rigida, che messaggio arriva a noi? Quanto meno saremo confusi ma più facilmente sentiremo che sta mentendo) verrà, da noi, interpretato per primo il linguaggio posturale. La comprensione, di questa doppia comunicazione, viene facilitata dall’attivazione dei neuroni specchio.
Diverso è per il bambino molto piccolo. Se l’adulto usa con lui questa doppia comunicazione, accade che: il bambino "vuole credere" alle sue parole perché non concepisce che l’adulto gli possa mentire su questo, in particolare, quando c’è un legame affettivo tra i due. Il bambino "ha bisogno di credere" che l’adulto non gli sta mentendo e che lo ama. A livello inconsapevole però, nel bambino, rimarrà depositata anche la contraddizione del comportamento dell’adulto che causerà, in seguito, incertezza e confusione nel corso del suo sviluppo e che potrebbe portare a patologie psichiche nell’infanzia o in età adulta. Il bambino confuso, in seguito, potrebbe addossarsi la colpa per la sua incapacità di capire e/o darsi delle risposte razionalizzate "non può essere vero che non mi ama", "forse sono stato cattivo e non merito di essere amato", negando la realtà/verità. Inoltre la mancanza o la scarsa empatia del genitore che si prende cura del bambino non facilita in esso la fiducia necessaria alla costruzione di sani rapporti d’amore.
La psicoterapia, che è l’incontro di due persone, nel quale l’una, il terapeuta, attraverso l’accoglienza e la partecipazione empatica è in grado di cogliere la reale sofferenza e la richiesta di aiuto che la persona porta in terapia. Particolare attenzione viene rivolta alla richiesta percepita, dal terapeuta, presente nella comunicazione non verbale del paziente. Il terapeuta ascolta ciò che il paziente dice ma soprattutto osserva e "ascolta" ciò che non dice ma che inconsapevolmente comunica attraverso il corpo. Ciò aiuta il paziente, nel dipanare "la sua storia", a comprendere quali siano state le cause della sua sofferenza. Ma soprattutto è nella condivisione empatica con lo psicoterapeuta che il paziente inizia a intravedere la possibilità di uscire dal tunnel della malattia.
L’empatia origina da un processo psichico che coinvolge la parte preconscia del nostro apparato psichico. E’ una forma di comunicazione che non è legata esclusivamente al linguaggio, e quindi non dipendente dalla parola espressa. In essa avviene, nel soggetto, un incontro tra la sua psiche e il corpo, nel quale, il corpo e la mente in simultanea percepiscono emozioni e sentimenti che passano successivamente tra le due persone che stanno comunicando. Estremamente interessante è che, mentre siamo in grado di interpretare la comunicazione dell’altro, non siamo consapevoli di "come noi" stiamo comunicando. Questo accade perché, a parte la parola, la nostra comunicazione, non sottostà al nostro controllo conscio. Nel parlare con l’altro il linguaggio del suo corpo è quella parte della comunicazione che ci impressiona per prima e che, se ne siamo consapevoli, ci invia il reale messaggio su ciò che sta pensando l’altro.
Nel linguaggio corporeo includiamo: il tono e la modalità con cui si sta parlando, la gestualità che accompagna la parola, il tipo di sguardo che si rivolge o non si rivolge all’altro in dialogo con noi e la postura che si assume mentre di sta parlando. Quindi non è il significato letterale delle parole che arriva per primo alla nostra comprensione. Se, nella persona che ci sta parlando, la parola del suo discorso e il suo linguaggio gestuale sono coincidenti il messaggio che l’altro ci invia per noi diventa chiaro e comprensibile. Se però, chi comunica, mentre sta dicendo qualcosa ne sta pensando una opposta e contraria (per esempio: "ti voglio bene", usando un tono duro o indifferente, o con sguardo freddo, o con postura rigida, che messaggio arriva a noi? Quanto meno saremo confusi ma più facilmente sentiremo che sta mentendo) verrà, da noi, interpretato per primo il linguaggio posturale. La comprensione, di questa doppia comunicazione, viene facilitata dall’attivazione dei neuroni specchio.
Diverso è per il bambino molto piccolo. Se l’adulto usa con lui questa doppia comunicazione, accade che: il bambino "vuole credere" alle sue parole perché non concepisce che l’adulto gli possa mentire su questo, in particolare, quando c’è un legame affettivo tra i due. Il bambino "ha bisogno di credere" che l’adulto non gli sta mentendo e che lo ama. A livello inconsapevole però, nel bambino, rimarrà depositata anche la contraddizione del comportamento dell’adulto che causerà, in seguito, incertezza e confusione nel corso del suo sviluppo e che potrebbe portare a patologie psichiche nell’infanzia o in età adulta. Il bambino confuso, in seguito, potrebbe addossarsi la colpa per la sua incapacità di capire e/o darsi delle risposte razionalizzate "non può essere vero che non mi ama", "forse sono stato cattivo e non merito di essere amato", negando la realtà/verità. Inoltre la mancanza o la scarsa empatia del genitore che si prende cura del bambino non facilita in esso la fiducia necessaria alla costruzione di sani rapporti d’amore.
La psicoterapia, che è l’incontro di due persone, nel quale l’una, il terapeuta, attraverso l’accoglienza e la partecipazione empatica è in grado di cogliere la reale sofferenza e la richiesta di aiuto che la persona porta in terapia. Particolare attenzione viene rivolta alla richiesta percepita, dal terapeuta, presente nella comunicazione non verbale del paziente. Il terapeuta ascolta ciò che il paziente dice ma soprattutto osserva e "ascolta" ciò che non dice ma che inconsapevolmente comunica attraverso il corpo. Ciò aiuta il paziente, nel dipanare "la sua storia", a comprendere quali siano state le cause della sua sofferenza. Ma soprattutto è nella condivisione empatica con lo psicoterapeuta che il paziente inizia a intravedere la possibilità di uscire dal tunnel della malattia.
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