NEURONI SPECCHIO, rispecchiamento, empatia (pt.2°)


Alla comprensione del funzionamento della mente un forte contributo è stato dato dalle neuroscienze con la scoperta dei neuroni specchio
NEURONI SPECCHIO, rispecchiamento, empatia (pt.2°)
I neuroni specchio sono cellule nervose situate nella parte anteriore della neocorteccia cerebrale. Esse sono cellule specializzate che nel bambino, alla nascita, vengono attivate, inizialmente, nel suo rapporto con la madre e successivamente nel rapporto con il mondo circostante Nel bambino c’è quindi un rispecchiarsi nella madre attraverso l’imitazione di vocalizzi e gesti che attivano nel bambino comportamenti imitativi, carichi di empatia, di ciò che osserva fare la madre. Questo rispecchiarsi e imitare la madre è convogliato e rafforzato dal rapporto empatico madre-bambino che si instaura nella relazione. I neuroni specchio attivati e funzionanti si possono definire dei facilitatori delle relazioni sociali ma, più ancora delle sentinelle in grado di selezionare e definire, nei comportamenti dell’altro, cosa gli sta comunicando sul piano affettivo. Lo scarso o mal funzionamento dei neuroni specchio può portare all’isolamento del soggetto che non riesce a relazionarsi adeguatamente con gli altri o alla patologia, per esempio all’autismo, nel quale, il bambino è isolato e incapace di vivere e percepire gli affetti.

I neuroni specchio facilitano la relazione e c’è inoltre la capacità di differenziare la qualità del messaggio dell’altro. Questo è un aspetto estremamente importante perché ci aiuta a riconoscere dalla gestualità, dal tono di voce, dallo sguardo, dalla postura dell’altro ciò che ci sta comunicando al di là delle parole che sta pronunciando. I neuroni specchio ci aiutano a saperci muovere nel mondo riconoscendo i messaggi che ci inviano gli altri. Attraverso l’empatia, che viene facilitata dai neuroni specchio, noi siamo in grado di simulare, dentro di noi, ciò che l’altro sta provando e perciò siamo in grado di riconoscere le intenzioni presenti nella sua comunicazione. Ci facilita inoltre il riconoscere quando uno ci sta mentendo perché siamo in grado di metterci nei panni dell’altro come siamo in grado anche di sentire, dentro di noi, i moti di affetto che l’altro prova nei nostri confronti. Per esempio se l’altro ci sta parlando o gli stiamo parlando noi e l’altro volge lo sguardo altrove possiamo, con prossimità al vero, credere sia che ci sta mentendo sia che sia disinteressato a quanto stiamo dicendo. Comprendiamo l’estrema importanza della capacità di riconoscere le intenzioni dell’altro perché noi siamo sempre in relazione e sentiamo l’indispensabilità di "essere visti" da chi ci sta parlando perché la nostra identità si fonda sulla relazione. Se l’altro ci ignora ferisce la nostra autostima perché è come se non ci desse valore, come se non contassimo.

Nei rapporti sociali, nell’amicizia, nell’innamoramento, nel rapporto genitori-figli, nel rapporto di coppia essere in grado di empatia e riconoscimento dell’altro è fondamentale. Può in questo esserci di aiuto l’uso della simulazione, ossia metterci nei panni dell’altro, immaginando di essere l’altro e cercando di vedere le cose dal suo punto di vista, che può essere diverso dal nostro. Questo ci aiuta a capire la motivazione che muove l’altro nella relazione con noi e capire così cosa c’è di diverso, dal nostro, nel suo modo di pensare e agire. Nei nostri rapporti con gli altri utilizzare i segnali, facilitati, nella loro comprensione, dai neuroni specchio, che ci arrivano dal comportamento dell’altro, può modificare il nostro comportamento verso l’altro, aiutandoci a differenziare in ciò che percepiamo, i segnali se positivi, negativi o confusi che ci arrivano e decidere se avvicinarci o chiuderci allontanandoci dall’altro per difendere la nostra integrità.

La simulazione viene usata anche in campo scientifico, per esempio dai profiler di analisi comportamentale utilizzati anche dall’F.B.I. negli U.S.A. per identificare i potenziali criminali. I profiler, per comprenderlo, simulano/fingono di essere il criminale, si calano nel suo ruolo cercando di capire come funziona la sua psiche. E’ un processo immaginativo nel quale i profiler, sulla base di schemi comportamentali depositati nella loro memoria, sono in grado di presumere, attraverso l’osservazione della personalità dell’altro e delle motivazioni che ritengono lo muova, con notevole precisione, ciò che fa agire l’altro e prevedere i suoi comportamenti futuri.

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di Maddalena Bertilla

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