Nevralgia Occipitale o Nevralgia di Arnold
La Nevralgia occipitale è una patologia rara, sebbene non rarissima, dovuta a un’irritazione del nervo occipitale (nervo di Arnold). Il trattamento può essere medico o chirurgico
La nevralgia occipitale è una malattia rara e per questo viene frequentemente confusa con altre patologie, quali la cefalea muscolotensiva e in alcuni casi persino con l’emicrania, con cui condivide la rigidità cervicale e meno frequentemente la fotofobia.
In realtà è dovuta ad una lesione che interessa direttamente il nervo occipitale, o nervo di Arnold, che origina dal ramo posteriore della seconda radice cervicale e garantisce l’innervazione cutanea della regione posteriore della testa.
La nevralgia si manifesta con un dolore parossistico unilaterale, spesso definito come trafittivo, in corrispondenza della nuca, che può irradiarsi in basso verso il collo, in alto fino a raggiungere la regione oculare e lateralmente interessando il padiglione oculare. Nella forma atipica il dolore può essere bilaterale e continuo. Sono quasi sempre presenti dei disturbi disestetici, vale a dire delle alterazioni della sensibilità cutanea, quali formicolii o aree con ridotta sensibilità. Infine la contrattura antalgica riflessa della muscolatura cervicale può causare una marcata rigidità nucale.
Le cause possono essere molteplici, quali traumi ripetuti cervicali, la degenerazione artrosica delle prime vertebre cervicali, l’artite reumatoide, malformazioni della cerniera atlanto-occipitale e neoplasie. Quando non si riscontra una causa, si parla di nevralgia occipitale idiopatica.
La diagnosi si basa essenzialmente sull’esame clinico. La pressione manuale del punto di Arnold, a circa 2 cm lateralmente alla protuberanza occipitale, è in grado di scatenare la crisi dolorosa. Gli esami radiologici sono finalizzati a individuare la causa. La radiografia cervicale può evidenziare grossolane alterazioni della giunzione atlanto-occipitale. Esami più approfonditi comprendono la TC e la RMN, in grado di studiare la regione cervicale e la fossa cranica posteriore.
La terapia medica prevede l’impiego di farmaci antiepilettici in grado di ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi dolorose. L’applicazione locale di cerotti a base di anestetici locali, sebbene efficace, è molto poco pratica. I normali farmaci analgesici sono invece quasi sempre inefficaci. La terapia farmacologia può essere integrata con la somministrazione sottocutanea, in corrispondenza dell’emergenza dei nervi piccolo e grande cervicale, di anestetici locali e di cortisonici.
Se la terapia medica è inefficace è possibile ricorrere alla neurolisi mediante radiofrequenza pulsata periferica. La radiofrequenza induce una lesione parziale dei nervi ed è in grado di abolire il dolore per un periodo in genere superiore ai sei mesi. Nel caso di una mancata risposta al trattamento con radiofrequenza il trattamento definitivo consiste nella sezione chirurgica dei nervi. Inevitabile conseguenza del trattamento chirurgico è la completa abolizione della sensibilità nella regione nucale.
In realtà è dovuta ad una lesione che interessa direttamente il nervo occipitale, o nervo di Arnold, che origina dal ramo posteriore della seconda radice cervicale e garantisce l’innervazione cutanea della regione posteriore della testa.
La nevralgia si manifesta con un dolore parossistico unilaterale, spesso definito come trafittivo, in corrispondenza della nuca, che può irradiarsi in basso verso il collo, in alto fino a raggiungere la regione oculare e lateralmente interessando il padiglione oculare. Nella forma atipica il dolore può essere bilaterale e continuo. Sono quasi sempre presenti dei disturbi disestetici, vale a dire delle alterazioni della sensibilità cutanea, quali formicolii o aree con ridotta sensibilità. Infine la contrattura antalgica riflessa della muscolatura cervicale può causare una marcata rigidità nucale.
Le cause possono essere molteplici, quali traumi ripetuti cervicali, la degenerazione artrosica delle prime vertebre cervicali, l’artite reumatoide, malformazioni della cerniera atlanto-occipitale e neoplasie. Quando non si riscontra una causa, si parla di nevralgia occipitale idiopatica.
La diagnosi si basa essenzialmente sull’esame clinico. La pressione manuale del punto di Arnold, a circa 2 cm lateralmente alla protuberanza occipitale, è in grado di scatenare la crisi dolorosa. Gli esami radiologici sono finalizzati a individuare la causa. La radiografia cervicale può evidenziare grossolane alterazioni della giunzione atlanto-occipitale. Esami più approfonditi comprendono la TC e la RMN, in grado di studiare la regione cervicale e la fossa cranica posteriore.
La terapia medica prevede l’impiego di farmaci antiepilettici in grado di ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi dolorose. L’applicazione locale di cerotti a base di anestetici locali, sebbene efficace, è molto poco pratica. I normali farmaci analgesici sono invece quasi sempre inefficaci. La terapia farmacologia può essere integrata con la somministrazione sottocutanea, in corrispondenza dell’emergenza dei nervi piccolo e grande cervicale, di anestetici locali e di cortisonici.
Se la terapia medica è inefficace è possibile ricorrere alla neurolisi mediante radiofrequenza pulsata periferica. La radiofrequenza induce una lesione parziale dei nervi ed è in grado di abolire il dolore per un periodo in genere superiore ai sei mesi. Nel caso di una mancata risposta al trattamento con radiofrequenza il trattamento definitivo consiste nella sezione chirurgica dei nervi. Inevitabile conseguenza del trattamento chirurgico è la completa abolizione della sensibilità nella regione nucale.
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