Non solo patologia
L'attenzione della psicologia agli aspetti postivi delle persone

La psicologia non si occupa solo degli aspetti patologici o problematici delle persone. Negli ultimi anni, in particolare, si è diffusa l'importanza di considerare anche gli aspetti positivi dell'esistenza umana che ne aumentano il benessere personale e la qualità della vita.
Si parla, quindi, di Psicologia Postiva, sviluppata dallo psicologo americano Martin Seligman, il quale afferma che "la felicità autentica consiste nel provare emozioni positive riguardo al passato e al futuro, nell'assaporare sensazioni positive derivanti da tanti piaceri dell'esistenza, nel trarre abbondante gratificazione dalle proprie potenzialità personali e nell'usarle al servizio di qualcosa di più grande per ottenere senso". Si sottolinea, quindi, l'importanza di rinforzare e costruire le qualità e le caratteristiche positive delle persone, che permettono di vivere bene, come ad esempio emozioni piacevoli, potenzialità e virtù, non solo per il proprio benessere, ma anche per quello della collettività. La stessa Orgazizzazzione Mondiale della Sanità ha sviluppato nel tempo interpretazioni più globali del concetto di benessere e oggi definisce la salute mentale come "uno stato di benessee in cui l'individuo realizza le proprie capacità, può gestire adeguatamente le normali situazioni di stress della vita, può lavorare produttivamente ed è in grado di contribuire attivamente alla propria comunità" (OMS, 2004).
La Psicologia Positiva si propone come una prospettiva da cui studiare l’essere umano in tutte le sue sfaccettature, focalizzandosi sul ruolo fondamentale delle risorse e delle potenzialità dell’individuo, e avvalendosi di metodologie scientifiche (Delle Fave, 2007). Si basa, quindi, più sulla prevenzione, piuttosto che sulla riparazione di danni e carenze affettive e cognitive. Il presupposto è che ogni persona possiede delle capacità costruttive ed è in grado di assumere su di sé l’impegno nel migliorare e nello sviluppare la propria salute e autostima.
La Psicologia Positiva viene applicata in diversi ambiti, come l'educazione, la disabilità, lo sport e la psicoterapia. Lo scopo è di attivare un cambiamento puntando sulle risorse personali, così che, oltre alla cura del disagio, ci si possa concentrare anche su "tutto ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta". Si tratta, in sintesi, di una pratica che mira a coltivare l’ottimismo, la fiducia, la gratitudine.
Tra le diverse applicazioni di tale disciplina, vi è il Subjective Well-Being Training (Goldwurm, Baruffi e Colombo, 2003; Goldwurm et al., 2010): un programma di diversi incontri, classicamente otto, che mira al miglioramento del benessere soggettivo e psicologico grazie all'apprendimento di nuove strategie. Il programma si basa sul rinforzo de "I 14 fondamentali della felicità" individuati dal Fordyce, ed è applicabile con tutte le persone che non presentino patologie, ma che desiderino un miglioramento personale.
La Psicologia Positiva mira alla promozione della salute e del benessere personale, lavorando sui tratti di personalità, sui valori e atteggiamenti e sullo stile di vita degli individui.
Bibliografia:
Delle Fave A. (2007), La condivisione del benessere. Il contributo della Psicologia Positiva. Franco Angeli, Milano.
Goldwurm G.F., Baruffi M. & Colombo F. (2003), Improving subjective well being for the promotion of health: the Milan project. Homeostasis, vol. 42, n. 3-4, pp. 157-162.
Goldwurm G.F. & Colombo F. (2010), Psicologia Positiva. Applicazioni per il benessere. Edizioni Erickson, Trento.
Si parla, quindi, di Psicologia Postiva, sviluppata dallo psicologo americano Martin Seligman, il quale afferma che "la felicità autentica consiste nel provare emozioni positive riguardo al passato e al futuro, nell'assaporare sensazioni positive derivanti da tanti piaceri dell'esistenza, nel trarre abbondante gratificazione dalle proprie potenzialità personali e nell'usarle al servizio di qualcosa di più grande per ottenere senso". Si sottolinea, quindi, l'importanza di rinforzare e costruire le qualità e le caratteristiche positive delle persone, che permettono di vivere bene, come ad esempio emozioni piacevoli, potenzialità e virtù, non solo per il proprio benessere, ma anche per quello della collettività. La stessa Orgazizzazzione Mondiale della Sanità ha sviluppato nel tempo interpretazioni più globali del concetto di benessere e oggi definisce la salute mentale come "uno stato di benessee in cui l'individuo realizza le proprie capacità, può gestire adeguatamente le normali situazioni di stress della vita, può lavorare produttivamente ed è in grado di contribuire attivamente alla propria comunità" (OMS, 2004).
La Psicologia Positiva si propone come una prospettiva da cui studiare l’essere umano in tutte le sue sfaccettature, focalizzandosi sul ruolo fondamentale delle risorse e delle potenzialità dell’individuo, e avvalendosi di metodologie scientifiche (Delle Fave, 2007). Si basa, quindi, più sulla prevenzione, piuttosto che sulla riparazione di danni e carenze affettive e cognitive. Il presupposto è che ogni persona possiede delle capacità costruttive ed è in grado di assumere su di sé l’impegno nel migliorare e nello sviluppare la propria salute e autostima.
La Psicologia Positiva viene applicata in diversi ambiti, come l'educazione, la disabilità, lo sport e la psicoterapia. Lo scopo è di attivare un cambiamento puntando sulle risorse personali, così che, oltre alla cura del disagio, ci si possa concentrare anche su "tutto ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta". Si tratta, in sintesi, di una pratica che mira a coltivare l’ottimismo, la fiducia, la gratitudine.
Tra le diverse applicazioni di tale disciplina, vi è il Subjective Well-Being Training (Goldwurm, Baruffi e Colombo, 2003; Goldwurm et al., 2010): un programma di diversi incontri, classicamente otto, che mira al miglioramento del benessere soggettivo e psicologico grazie all'apprendimento di nuove strategie. Il programma si basa sul rinforzo de "I 14 fondamentali della felicità" individuati dal Fordyce, ed è applicabile con tutte le persone che non presentino patologie, ma che desiderino un miglioramento personale.
La Psicologia Positiva mira alla promozione della salute e del benessere personale, lavorando sui tratti di personalità, sui valori e atteggiamenti e sullo stile di vita degli individui.
Bibliografia:
Delle Fave A. (2007), La condivisione del benessere. Il contributo della Psicologia Positiva. Franco Angeli, Milano.
Goldwurm G.F., Baruffi M. & Colombo F. (2003), Improving subjective well being for the promotion of health: the Milan project. Homeostasis, vol. 42, n. 3-4, pp. 157-162.
Goldwurm G.F. & Colombo F. (2010), Psicologia Positiva. Applicazioni per il benessere. Edizioni Erickson, Trento.
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