Obbligazione Cassa Depositi e Prestiti 2026: a chi conviene comprarla?


L'obbligazione Cdp con scadenza 2026 prevede un tasso fisso del 2,7% nei primi due anni e successivamente una cedola legata all'eur3m + 1,94% dal terzo al settimo anno
Obbligazione Cassa Depositi e Prestiti 2026: a chi conviene comprarla?

L’obbligazione emessa da Cassa Depositi e Prestiti, in collocamento a partire dal 10 giugno, sta incontrando molto interesse da parte dei risparmiatori che storicamente hanno sempre risposto con entusiasmo a collocamenti di questo emittente.

Lo scopo di questo articolo, essendo io un consulente patrimoniale e non un giornalista, è quello di analizzare da un punto di vista oggettivo questa alternativa di investimento ipotizzando a che tipo di investitore si rivolge, rimanendo poi a disposizione per un contatto diretto in modo da approfondire le singole situazioni.

Andiamo ad analizzare prima di tutto le caratteristiche dell’emissione.

DATI QUOTAZIONE

Isin: IT0005374043

Mercato: MOT Borsa Italiana

Prezzo rimborso: 100% valore nominale

Rating BBB


PERIODO DI COLLOCAMENTO

La possibilità di sottoscrivere l’obbligazione in collocamento sarà nel range 10/06 ore 9 – 21/06 ore 15:00. NB. L’emittente ha la facoltà di chiudere anticipatamente il collocamento ragion per cui a chi è interessato consiglio di non attendere le ultime ore.


STRUTTURA: RENDIMENTI E SCADENZE

L’obbligazione ha una struttura a tasso misto: nei primi due anni corrisponde una cedola fissa del 2,7%, poi nei cinque anni successivi la cedola è variabile pari ad una componente fissa dell’1,94% + il tasso euribor a 3 mesi. La cedola viene pagata con cadenza trimestrale: 28 marzo, 28 giugno, 28 settembre e 28 dicembre di ciascun anno. La scadenza dell’obbligazione è al 2026.


TASSAZIONE

Le obbligazioni di CDP godono di una tassazione di maggior favore pari al 12,5% assimilata a quella dei titoli di Stato, rispetto ai rendimenti delle altre rendite finanziarie che, invece, sono tassate al 26%.


ANALISI

Ho descritto in modo sintetico, ma completo le caratteristiche di questo investimento. Veniamo ora alle considerazioni che ci interessano maggiormente.
Innanzitutto: che rendimento annuale ha l’obbligazione Cdp 2026?

Non trattandosi di tasso fisso, non è possibile individuare con precisione il rendimento in quanto c’è la componente variabile legata al tasso euribor che fluttua e potrebbe determinare sia un incremento del rendimento che un decremento. Se teniamo fermo l’euribor 3 mesi all’attuale livello (-0,323%) il rendimento lordo annuale nei 7 anni è dell’1,926%.

Veniamo all’euribor. Quali valori potrebbe assumere nei prossimi anni considerando lo scenario economico previsto e la tendenza delle banche centrali.

Innanzitutto l’euribor è il tasso di riferimento medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.

Il tasso da ormai diversi anni viaggia in territorio negativo, spinto dalle politiche espansive della Banca Centrale Europea.  La debolezza del ciclo economico e le prospettive per i prossimi anni non fanno presagire un veloce recupero dell’euribor a meno di una forte ripresa dell’economia e del ciclo dei prezzi che oggi è improbabile.

Difficile anche che il tasso scenda di molto dai livelli attuali dove ha trovato una forte stabilizzazione.

Ipotizziamo 4 scenari di tasso che comunque in un orizzonte temporale di 7 anni ritengo possibili: euribor a 0,50%, a 0, quello di tasso invariato e  -0,50%.

1.    IPOTESI 1 – Euribor 0,50%

In questo caso, dal terzo anno la cedola sarebbe dell’1,94+0,50% quindi 2,44%. Il rendimento sommato alle prime due cedole del 2,7% determinerebbe un rendimento lordo del 2,51% annuale;


2.    IPOTESI 2 – Euribor 0%

La componente variabile dal terzo anno rimarrebbe pari alla componente fissa quindi 1,94%. Il rendimento lordo sarebbe del 2,157%.


3.    IPOTESI 3 - Euribor stabile al livello attuale -0,323% che determinerebbe un rendimento lordo dell’1,926% con il rendimento della parte varibile all'1,617%


4.    IPOTESI 4 – Euribor a -0,50%.

Il rendimento lordo in tal caso sarebbe dell’1,80% con un contributo della componente varibaile pari all'1,44%.


Prendendo in considerazione i 4 diversi scenari, i due più estremi prevedono un rendimento rispettivamente dell’1,80% nell’ipotesi peggiore e del 2,51% nell’ipotesi migliore.

Per comprendere la congruità del rendimento rispetto al mercato andiamo ora a paragonarlo con un Btp di pari scadenza. Prendiamo il Btp 2026 isin IT0005370306 che paga una cedola del 2,10 e quota 100,90. Il rendimento lordo è del 1,95% circa.  L’ analisi comparativa ci dice che in caso di stabilità dell’euribor,  il rendimento è in linea con quello offerto dal mercato: la convenienza o meno dipenderà proprio dall’andamento del tasso interbancario.

L’inserimento dell’obbligazione in portafoglio è sicuramente interessante per chi ha liquidità in portafoglio che ritiene di poter mantenere in un orizzonte temporale di 7 anni, in quanto non lo espone a rischio di perdita (a meno di un default) e garantisce una cedola superiore al mercato nei primi due anni, allineandolo poi ad un’eventuale ripresa nei successivi. Seppur lo scenario attuale come sopra esposto non fa presagire un incremento dei tassi, una componente investita a tasso variabile va sempre inserita all’interno del portafoglio anche in considerazione del fatto che la storia dimostra che i tassi interbancari se ripartono lo fanno con molta rapidità.

Oltre a ridurre la liquidità in portafoglio, l’obbligazione può esser inserita anche da chi ha un’eccessiva esposizione ad asset rischiosi, in modo da ridurre il livello di rischio beneficiando di un rendimento interessante anche grazie alla tassazione più bassa di altri strumenti finanziari.

Infine, considerando l’indicizzazione all’euribor, lo strumento può rappresentare una copertura per chi ha mutui a tasso variabile sia come privato che impresa, in quanto la componente fissa dell’1,94% è sicuramente maggiore dello spread proposto negli ultimi anni dagli istituti bancari.

Al di là delle considerazioni generali esposte, la valutazione dello strumento rispetto alle singole esigenze dipende da:

•    Orizzonte temporale dell’investitore
•    Rendimento atteso
•    Propensione al rischio

Questo può esser valutato soltanto sulla base della composizione dell’intero portafoglio di investimento del singolo investitore.

Per info e chiarimenti contattatemi attraverso l’apposita funzione del portale o scrivendomi a: g.mecca82@gmail.com

 

Articolo del:


di Gianrocco Mecca

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