Obiettivo sicurezza!
Quali sono i rischi “nascosti” delle obbligazioni
Come ben indicato dall’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani dal Centro Einaudi, gli obiettivi degli investitori negli anni 2015 e 2016 si sono orientati verso la sicurezza mentre nel 2011 si orientavano verso il rendimento a breve termine e la liquidità. Non stupisce pertanto che storicamente l’investimento preferito dagli italiani siano le obbligazioni perché permettono di riscuotere una cedola da spendere e garantire il capitale. Altrettanto comune però è anche la scarsa informazione sul rischio che contraddistingue questi titoli.
Oggi ti spiego come puoi evitare queste perdite!
Per iniziare è bene segnalare che nessuno sa dove i mercati stanno andando. E' anche vero però che conoscendo alcune relazioni è possibile evitare certe perdite sulle obbligazioni.
La prima relazione da conoscere è la correlazione tra il tasso o rendimento cedolare, la solvibilità dell’emittente e la durata del prestito. Più dura il prestito, più sei a rischio che non ti venga rimborsato il capitale e quindi più alta è la cedola. Meno solida è la società che chiede i tuoi risparmi in prestito più alta è la cedola.
Le agenzie di rating si occupano di valutare la solvibilità degli emittenti il titolo segnalando la loro probabilità di fallimento. Più basso è il rating più rischioso sarà il prestito e più alta sarà la cedola. La scala della bontà del debitore passa dalla tripla A alla D di Default che in inglese significa fallimento.
Tutti oggi conosciamo la parola spread e che effetti ha avuto sulla nostra vita. Come si calcola lo spread e soprattutto, cosa accade ai tuoi titoli quando lo spread si muove in un verso o in un altro?
Lo spread è calcolato sottraendo il rendimento del titolo decennale tedesco dall’analogo italiano ed è un ulteriore indicatore della nostra solvibilità. Più si alza più siamo rischiosi rispetto ai solvibili tedeschi. Il titolo obbligazionario italiano usato è il Buono del Tesoro Poliennale (BTP), cioè un titolo di debito emesso dallo stato italiano che, a seguito della riscossione di un capitale a titolo di prestito, assicura il pagamento di un interesse annuo fisso liquidabile in rate semestrali con il rimborso del capitale al termine del differimento.
Come viene fissato il tasso di interesse annuo? Le procedure d’asta sono ben definite e tengono chiaramente anche conto della situazione economica generale. Il tasso cedolare fissato alla nascita del titolo rimarrà costante sino alla naturale scadenza ma, durante la sua durata, verranno emessi dallo stato nuovi titoli e i loro tassi di interesse potrebbero variare di molto.
Se i tassi di mercato dopo il collocamento del titolo, dovessero salire tanto da fissare per il nuovo titolo in emissione una cedola maggiore, il prezzo del titolo emesso precedentemente con una cedola inferiore, non potrà che scendere.
Provo a spiegarmi con un esempio.
Supponiamo che oggi compro un BTP dove presto 100 Euro allo stato per i prossimi 10 anni e lo stato mi paga il prestito con una cedola fissa che, considerando la durata di 10 anni di prestito, ed il Tasso Ufficiale di Riferimento della Banca Centrale Europea (oggi zero), potrebbe essere per esempio il 2%.
Ammettiamo che dopo l’emissione del titolo il Tasso Ufficiale di Riferimento salga all'1%.
Se, sempre per esempio, dopo 1 anno ci fosse un asta con un nuovo prestito allo stato ed acquisto il nuovo titolo versando 100 Euro ma, proprio perché il tasso BCE è cresciuto, questo titolo mi garantisca una cedola fissa maggiore per i prossimi 10 anni, per esempio pari al 3%, avrei due titoli sul mercato: il primo con una cedola del 2% il secondo con una cedola del 3% appena emesso.
Se volessi comprare uno dei due titoli compreresti quello che rende il 2% o il 3%? Quello che rende il 3% vale sicuramente 100 Euro perché appena emesso.
Il prezzo di vendita del titolo con la cedola del 2% scenderà fino a garantire un guadagno al compratore non solo con la cedola ma anche con il capitale perché, acquistandolo per esempio a 90 Euro ed avendo la certezza del rimborso a 100 Euro, mi garantisco 10 Euro di guadagno sul capitale.
Nello stesso momento chi ha acquistato precedentemente il titolo ad un prezzo superiore a 90 Euro, per esempio all'emissione per 100 Euro, ha una potenziale perdita! Se volesse venderlo nessuno lo comprerebbe a 100 euro ma ad un prezzo inferiore magari pari a 90 Euro.
La correlazione inversa tra tassi e prezzi è una delle indispensabili relazioni da comprendere per evitare brutte sorprese con le obbligazioni nel caso di liquidazione prima della scadenza naturale del titolo.
Per evitare perdite o sorprese nelle obbligazioni è quindi importante valutare anche la situazione economica e determinare la tendenza futura dei tassi di mercato nel ciclo economico e, quando si parla di ciclo economico, è necessario verificare quanto succede alla locomotiva: gli Stati Uniti e le dirette conseguenze in Europa.
Tutte le banche centrali, in risposta alla crisi, hanno attuato una politica monetaria ultra espansiva (tassi molto bassi per molto tempo) tanto da adottare anche politiche non ortodosse o non convenzionali per stimolare l’economia (acquisti di titoli sul mercato).
I tassi ufficiali negli USA sono appena stati alzati di un quarto di punto nella fascia 1% - 1,25% e, dalle dichiarazioni, la FED è sulla strada d’una graduale normalizzazione della politica monetaria. Sembra che entro l’anno faccia decollare il piano per ridurre il suo portafoglio titoli accumulato durante il suo Quantitative Easing.
Per quanto riguarda la nostra Europa siamo, stando alle dichiarazioni di Draghi, lontani dalla fine del Quantitative Easing ma sicuramente gli acquisti da marzo 2017 si sono abbassati da 80 a 60 miliardi di euro mensili ed ha anche dichiarato che i rischi deflazionistici sono spariti.
Oggi ti spiego come puoi evitare queste perdite!
Per iniziare è bene segnalare che nessuno sa dove i mercati stanno andando. E' anche vero però che conoscendo alcune relazioni è possibile evitare certe perdite sulle obbligazioni.
La prima relazione da conoscere è la correlazione tra il tasso o rendimento cedolare, la solvibilità dell’emittente e la durata del prestito. Più dura il prestito, più sei a rischio che non ti venga rimborsato il capitale e quindi più alta è la cedola. Meno solida è la società che chiede i tuoi risparmi in prestito più alta è la cedola.
Le agenzie di rating si occupano di valutare la solvibilità degli emittenti il titolo segnalando la loro probabilità di fallimento. Più basso è il rating più rischioso sarà il prestito e più alta sarà la cedola. La scala della bontà del debitore passa dalla tripla A alla D di Default che in inglese significa fallimento.
Tutti oggi conosciamo la parola spread e che effetti ha avuto sulla nostra vita. Come si calcola lo spread e soprattutto, cosa accade ai tuoi titoli quando lo spread si muove in un verso o in un altro?
Lo spread è calcolato sottraendo il rendimento del titolo decennale tedesco dall’analogo italiano ed è un ulteriore indicatore della nostra solvibilità. Più si alza più siamo rischiosi rispetto ai solvibili tedeschi. Il titolo obbligazionario italiano usato è il Buono del Tesoro Poliennale (BTP), cioè un titolo di debito emesso dallo stato italiano che, a seguito della riscossione di un capitale a titolo di prestito, assicura il pagamento di un interesse annuo fisso liquidabile in rate semestrali con il rimborso del capitale al termine del differimento.
Come viene fissato il tasso di interesse annuo? Le procedure d’asta sono ben definite e tengono chiaramente anche conto della situazione economica generale. Il tasso cedolare fissato alla nascita del titolo rimarrà costante sino alla naturale scadenza ma, durante la sua durata, verranno emessi dallo stato nuovi titoli e i loro tassi di interesse potrebbero variare di molto.
Se i tassi di mercato dopo il collocamento del titolo, dovessero salire tanto da fissare per il nuovo titolo in emissione una cedola maggiore, il prezzo del titolo emesso precedentemente con una cedola inferiore, non potrà che scendere.
Provo a spiegarmi con un esempio.
Supponiamo che oggi compro un BTP dove presto 100 Euro allo stato per i prossimi 10 anni e lo stato mi paga il prestito con una cedola fissa che, considerando la durata di 10 anni di prestito, ed il Tasso Ufficiale di Riferimento della Banca Centrale Europea (oggi zero), potrebbe essere per esempio il 2%.
Ammettiamo che dopo l’emissione del titolo il Tasso Ufficiale di Riferimento salga all'1%.
Se, sempre per esempio, dopo 1 anno ci fosse un asta con un nuovo prestito allo stato ed acquisto il nuovo titolo versando 100 Euro ma, proprio perché il tasso BCE è cresciuto, questo titolo mi garantisca una cedola fissa maggiore per i prossimi 10 anni, per esempio pari al 3%, avrei due titoli sul mercato: il primo con una cedola del 2% il secondo con una cedola del 3% appena emesso.
Se volessi comprare uno dei due titoli compreresti quello che rende il 2% o il 3%? Quello che rende il 3% vale sicuramente 100 Euro perché appena emesso.
Il prezzo di vendita del titolo con la cedola del 2% scenderà fino a garantire un guadagno al compratore non solo con la cedola ma anche con il capitale perché, acquistandolo per esempio a 90 Euro ed avendo la certezza del rimborso a 100 Euro, mi garantisco 10 Euro di guadagno sul capitale.
Nello stesso momento chi ha acquistato precedentemente il titolo ad un prezzo superiore a 90 Euro, per esempio all'emissione per 100 Euro, ha una potenziale perdita! Se volesse venderlo nessuno lo comprerebbe a 100 euro ma ad un prezzo inferiore magari pari a 90 Euro.
La correlazione inversa tra tassi e prezzi è una delle indispensabili relazioni da comprendere per evitare brutte sorprese con le obbligazioni nel caso di liquidazione prima della scadenza naturale del titolo.
Per evitare perdite o sorprese nelle obbligazioni è quindi importante valutare anche la situazione economica e determinare la tendenza futura dei tassi di mercato nel ciclo economico e, quando si parla di ciclo economico, è necessario verificare quanto succede alla locomotiva: gli Stati Uniti e le dirette conseguenze in Europa.
Tutte le banche centrali, in risposta alla crisi, hanno attuato una politica monetaria ultra espansiva (tassi molto bassi per molto tempo) tanto da adottare anche politiche non ortodosse o non convenzionali per stimolare l’economia (acquisti di titoli sul mercato).
I tassi ufficiali negli USA sono appena stati alzati di un quarto di punto nella fascia 1% - 1,25% e, dalle dichiarazioni, la FED è sulla strada d’una graduale normalizzazione della politica monetaria. Sembra che entro l’anno faccia decollare il piano per ridurre il suo portafoglio titoli accumulato durante il suo Quantitative Easing.
Per quanto riguarda la nostra Europa siamo, stando alle dichiarazioni di Draghi, lontani dalla fine del Quantitative Easing ma sicuramente gli acquisti da marzo 2017 si sono abbassati da 80 a 60 miliardi di euro mensili ed ha anche dichiarato che i rischi deflazionistici sono spariti.
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