Odi et amo: l'approccio delle donne alla finanza è in crescita?


Storicamente il mondo economico-finanziario è appannaggio maschile, quanto e perché è importante la finanza al femminile?
Odi et amo: l'approccio delle donne alla finanza è in crescita?

Dedico il mese di maggio, non me ne vogliano gli uomini, all’universo femminile.

Alla genitorialità, all’istinto materno che le donne hanno non necessariamente verso figli, ma anche verso lavoro, passioni, progetti, creazioni, ambizioni, ad un certo punto della propria vita anche verso i propri genitori, diventandone a tutti gli effetti tutori in un beffardo, ma comune gioco delle parti.

Realizzatrici dei propri sogni, sempre in bilico tra casa, lavoro, famiglia, a chiedersi se sia abbastanza ciò che si è cucinato, come si è pulito, quanto si è guadagnato. Quando a Meryl Streep si chiese delle 21 nomination agli Oscar, lei rispose che il problema non era quello, è stata la casa, i 4 figli, la famiglia…

All’inizio il ruolo della donna era angelo del focolare, senza potere di scelta in casa e fuori, senza potere di voto e di riscatto sociale, né economico. L’unico aspetto che poteva governare la donna era l’economia domestica, sempre visto come flusso che arrivava dal capofamiglia e che doveva essere ben amministrato per la parte adibita alla famiglia e alle esigenze strettamente quotidiane.

In seguito la donna ha cominciato a lavorare fuori casa, sempre multitasking, tra famiglia, lavoro, passioni, cura di sé, amicizie…ad intravedere l’autonomia di cui oggi andiamo tanto fiere, i soldi hanno cominciato ad essere garanzia di indipendenza, per sé, per i figli, per il futuro.

Il ruolo delle donne nel sistema finanziario è cresciuto in quanto è cresciuta la loro capacità di generare reddito, le stime parlano di un tasso di crescita del 7% annuo. Del resto le quote rosa sono sempre più evidenti anche ai vertici delle aziende e delle posizioni di rilievo: Angela Merkel, primo cancelliere donna della Germania, Hillary Clinton, primo segretario di Stato, Michelle Obama, First Lady pregna di messaggi importanti, Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale. Anche nel sociale e nelle arti abbiamo conosciuto e studiato personaggi femminili assolutamente straordinari: Madre Teresa, Frida, Mary Shelley, Marie Curie, Margaret Thatcher, Nilde Iotti, Indira Gandhi, tute figure che nelle rispettive epoche hanno costituito la "rottura" da cui è entrata la luce.

Oggi, secondo il Sole 24 h, il 20% delle famiglie punta su una donna per le decisioni inerenti gli investimenti, ma la gestione delle entrate in famiglia è ancora appannaggio maschile, nonostante le donne siano sempre più attive a livello operativo, ma solo per dichiarazioni dei redditi o operazioni bancarie.

Di fondo hanno sempre delegato all’uomo la scelta di gestire il patrimonio perché molte volte non hanno voglia di avere a che fare con la gli aspetti finanziari e hanno anche diffidenza nel sistema, diffidenza del tutto comprensibile perché fino alla crisi finanziaria non ci si ponevano troppe domande sull’offerta degli investimenti. Questa umiltà dichiarata è, però, una carta vincente in molti casi perché predispone a meno errori cognitivi rispetto agli uomini. Nel momento in cui prendono le redini del proprio patrimonio sono esigenti, hanno molte domande e riflettono bene prima di prendere una decisione, inoltre sono più conservative e più avverse al rischio rispetto ai compagni.

Il divario di reddito, talvolta dovuto alla scelta di modificare il lavoro full time a part time per seguire figli o genitori e la diversa aspettativa di vita rispetto agli uomini fa sì che i risparmi debbano lavorare ancora di più ed ancora meglio in prospettiva femminile. Il rischio di sopravvivenza al proprio patrimonio per longevità maggiore, pensioni più esigue, scarsa dimestichezza con il mondo degli investimenti rendono la categoria più a rischio di impoverimento.

Per questo è importante collaborare con un consulente ed operare scelte basate sulla fiducia, sulla consapevolezza e sulla razionalità, soprattutto in momenti di crisi del nostro percorso di vita (separazioni, lutti, erosione del capitale), per poter assicurare una tutela e una crescita al nostro capitale, con la cura e la progettualità che ci contraddistingue.

 

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di Cristina Cagnoni

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