Origine della merce e logistica integrata: la produzione delle merci (parte 3)
Partiamo subito dal cuore dell’argomento
Buon giorno e bentornati ai folli (in senso buono) che non solo hanno avuto l’ardore di leggere i primi due articoli di questa serie ma che con inestimabile, quanto incomprensibile, senso di sacrificio, si stanno ora buttando in questo terzo capitolo della saga dedicata all’argomento origine e logistica integrata, bene sappiate che probabilmente questo sarà il più divertente di tutti.
Potrà sembrarvi dal titolo che questo articolo sia dedicato esclusivamente al settore produttivo della nostra economia, bene non è affatto così, anzi…
Qualche mese fa, una collega ed amica mi chiama per un consiglio su questioni di origine. Ci diamo appuntamento presso la sua azienda, mi sottopone i problemi ed insieme in pochissimo tempo troviamo la soluzione, questo non perché siamo particolarmente bravi, ma perché questa azienda è stata lungimirante riguardo una cosa importantissima in qualunque azienda.
Certo, poi come in tutte le aziende ci sono i punti sensibili, ma per quanto riguarda le questioni di origine e di logistica sono decisamente avanti. Motivo? La distinta base.
Ritorniamo nella nostra cara azienda…
Bene, la merce ordinata è arrivata, il responsabile degli acquisti e un addetto alla logistica stanno assistendo alle operazioni di scarico. Come in molte aziende, la merce arrivata viene fatta entrare creando un codice a barre “parlante” che raccoglie tutte le informazioni utili riguardanti la fornitura arrivata. Tutte? No, non tutte, spesso vengono omesse due informazioni che sono importantissime nella valutazione dell’origine e nella seguente classificazione e reperimento della merce (logistica integrata) aiutando in futuro anche l’ufficio acquisti nello sviluppo di un corretto ordine a fornitore. Sono il Codice Doganale e l’Origine effettiva della merce (Origine non preferenziale).
Queste due informazioni si trovano, in caso di merce in arrivo da un paese terzo (extracomunitario), sulla bolletta doganale, in caso di merce in arrivo da un paese comunitario sulla fattura di vendita dove è fatto OBBLIGO menzionare il codice doganale e l’origine effettiva della merce. Questo vale anche per le merci acquistate su territorio nazionale che risultano a tutti gli effetti merci di origine comunitaria. Inserendo queste due informazioni (verificate ed eventualmente modificate in sede di importazione/acquisto dal responsabile logistico) si procede ad una corretta gestione del flusso della merce in ambito logistico e permetterà il corretto conferimento di origine del prodotto finito/lavorato, nonché di una corretta gestione della vendita e del reperimento dei documenti necessari in caso di rivendita.
La distinta base finalmente
“La distinta base….si ma serve per quantificare il costo del prodotto in modo da sviluppare un prezzo equo di vendita”; verissimo, ma serve anche all’ufficio acquisti per valutare periodicamente quali sono i mercati di approvvigionamento più convenienti in concerto con il responsabile logistico, considerando oltre al prezzo della merce il trasporto e i dazi, serve al responsabile della qualità per sapere a quali documenti e a quali normative fare riferimento per determinare la qualità dei prodotti acquistati e conseguentemente di quelli finiti e serve al responsabile logistico per determinare la corretta origine della merce in modo da poter dotare i commerciali di tutte le armi per convincere il potenziale cliente a diventare un cliente effettivo.
Applichiamola alle differenti tipologie di attività
Insisto sull’importanza di fare una distinta base per qualunque tipo di attività si abbia che implichi una compravendita di merce. In caso siate una rivendita vi permetterebbe a vostra volta di comunicare i dati esatti al vostro cliente; inoltre, sarà necessaria, in caso vogliate formare un kit con diversi articoli, per determinarne, ove consentito, l’origine ed infine per compilare, eventualmente, in modo corretto i documenti doganali se è una esportazione.
Per quanto riguarda le aziende che si occupano di finitura o di operazioni conto terzi di semilavorati la distinta base riveste un importanza enorme. In base alla provenienza, al tipo di lavorazione e a quanto questo incide sul valore complessivo della merce è possibile attribuire il cambio di origine o addirittura la preferenzialità, senza omettere il fatto che apre le porte all’eventuale utilizzo di diversi regimi doganali che possono apportare ulteriori benefici in ambito daziario e fiscale.
Un capitolo a parte, la produzione…
Mi piace confrontare un prodotto di qualità, nel quale siamo maestri e non solo per il comparto alimentare, ad una pietanza ben riuscita. Alla base di un piatto ben riuscito c’è una ricetta, composta di diversi ingredienti, e non necessariamente tutti Italiani, se abbiamo molti amici in tutto il mondo e vogliamo metterli a proprio agio dobbiamo venire incontro ai loro gusti che pian piano stanno diventando parte anche dei nostri gusti. Questa si chiama globalizzazione, nel senso giusto e bello del termine, poi abbiamo il significato economico e politico, ma non è ambito questo per parlarne e sinceramente non ne ho neanche troppa voglia.
Stesso discorso vale per le altre produzioni, siano macchinari, carte e cartoni, plastiche industriali o alimentari, veicoli, giocattoli, elettronica etc…la pietanza è il prodotto, la ricetta è la distinta base.
Determinati gli ingredienti (parti meccaniche o elettroniche, materie prime, entrambe e addirittura altri articoli finiti in caso di accessori a completamento oppure a kit) il quantitativo di ogni ingrediente, il luogo ed il tempo voluto per la preparazione/lavorazione (anche questo rientra nei calcoli) e i costi fissi, avete tutti i dati che vi permettono di identificare correttamente il vostro prodotto. Tutto questo iter andrebbe curato dal responsabile di produzione in collaborazione paritaria con il laboratorio e verificato passo passo, tramite un corretto foglio di produzione, dagli operatori preposti. Per fare questo è fondamentale l’etichetta “parlante” creata nei precedenti passaggi.
Sembra tutto complicato
Ma non lo è credetemi, magari elaborato le prime volte ma inquadrata la giusta organizzazione e sincronizzate le persone che devono operare, ciascuno nella propria mansione, le cose poi si svolgono in modo automatico.
Comunque, a questo punto, il responsabile di produzione e il laboratorio, controllato che il prodotto sia stato fatto secondo le disposizioni indicate, passa copia della distinta base al responsabile logistico che, insieme alla persona che segue l’export verificherà l’esatto codice armonizzato da applicare, secondo tariffa TARIC nonché l’esatta origine della merce secondo distinta base ed eventualmente la preferenzialità secondo regolamento EU 2446/15 allegato 22-01 ed eventuali ulteriori specifiche in caso di assenza del codice scelto dall’allegato di cui sopra, procedendo a produrre una nuova etichetta “parlante” apposita per il prodotto finito, contenete oltre al resto, codice doganale, origine ed eventuale preferenzialità. Etichettato il prodotto si provvederà a mandarlo in spedizione.
Per concludere questa parte
Mi raccomando, so che, ripeto, tutto questo sembra molto elaborato e difficile, ma è molto importante al fine di rispondere alle normative Nazionali ed Europee che regolano fiscalità e preferenzialità. Soprattutto questa ultima parte che, come vedrete, vi aiuterà molto nell’eventuale richiesta dello status di esportatore autorizzato. Con questo vi saluto e ricordate, non esitate a contattarmi in caso di bisogno.
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