Outlook mercati 2018
Outlook sui mercati finanziari per il 2018
La maggior parte delle case d'investimento prevede un 2018 positivo anche se probabilmente al di sotto dei rendimenti 2017: dovrebbe essere un anno positivo per le asset class di maggior rischio, soprattutto per l’azionario (Europa/Giappone/Paesi Emergenti i favoriti oltre ad alcuni settori specifici come i finanziari) sulla scia della crescita globale confermata intorno ad un 3%, ma con una certa prudenza ed attenzione alla gestione attiva in quanto molto probabilmente ci potranno essere delle problematiche in ambito obbligazionario (rendimenti che continueranno a salire e ciò determinerà ulteriore diminuzione dei prezzi dei bond, con conseguenti perdite in conto capitale) ed un probabile (per il momento previsto in maniera leggera) risveglio dell’inflazione. Ovviamente i rischi geopolitici (Corea Nord, elezioni varie, etc etc...) determineranno anche un probabile aumento della volatilità, grande assente -assieme all’inflazione- negli ultimi 18 mesi.
Questo pensiero è riassunto anche nelle seguenti parole di un altro strategist:
"Il Quantitative easing (Qe) globale impiegherà anni a normalizzarsi e le banche centrali prestano molta attenzione alla forward guidance per evitare di provocare volatilità sul mercato. Tutto ciò probabilmente prolungherà lo scenario favorevole per gli strumenti più esposti al rischio e la volatilità.
Tuttavia ci sono tre fattori principali da monitorare il prossimo anno.
Primo, la chiusura del Qe su scala globale potrebbe incrementare i rischi e la leva finanziaria del mercato, con conseguenze negative che sono difficili da quantificare ex ante, a causa dei profili di rischio estremi tipici delle crisi di mercato.
Secondo, ci vuole tempo affinché l’impatto della politica monetaria della Federal Reserve si rifletta sulla volatilità azionaria, ma negli Stati Uniti la normalizzazione è già iniziata mentre l’Area Euro sta lentamente seguendo lo stesso esempio: questo ci fa pensare a un possibile aumento della volatilità. Non va tuttavia dimenticato che il VIX (volatilità implicita), generalmente, segue i tassi sui Fed fund con un ritardo di circa due anni.
Terzo, le preoccupazioni per l’espansione economica negli Stati Uniti potrebbero intensificarsi a fine 2018, riducendo l’effetto positivo sui mercati."
Questo pensiero è riassunto anche nelle seguenti parole di un altro strategist:
"Il Quantitative easing (Qe) globale impiegherà anni a normalizzarsi e le banche centrali prestano molta attenzione alla forward guidance per evitare di provocare volatilità sul mercato. Tutto ciò probabilmente prolungherà lo scenario favorevole per gli strumenti più esposti al rischio e la volatilità.
Tuttavia ci sono tre fattori principali da monitorare il prossimo anno.
Primo, la chiusura del Qe su scala globale potrebbe incrementare i rischi e la leva finanziaria del mercato, con conseguenze negative che sono difficili da quantificare ex ante, a causa dei profili di rischio estremi tipici delle crisi di mercato.
Secondo, ci vuole tempo affinché l’impatto della politica monetaria della Federal Reserve si rifletta sulla volatilità azionaria, ma negli Stati Uniti la normalizzazione è già iniziata mentre l’Area Euro sta lentamente seguendo lo stesso esempio: questo ci fa pensare a un possibile aumento della volatilità. Non va tuttavia dimenticato che il VIX (volatilità implicita), generalmente, segue i tassi sui Fed fund con un ritardo di circa due anni.
Terzo, le preoccupazioni per l’espansione economica negli Stati Uniti potrebbero intensificarsi a fine 2018, riducendo l’effetto positivo sui mercati."
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