P.I.R.: ottima diversificazione del portafoglio finanziario
Ma attenzione ai costi che potrebbero incidere significativamente sulle performances del Piano
Con la Legge di Bilancio 2017, anche il nostro Paese si allinea all'esperienza di Francia e Gran Bretagna nel tentativo di creare strumenti finanziari capaci di instaurare un legame virtuoso tra risparmio delle famiglie ed economia reale.
A questo scopo, ad Aprile 2017, sono nati i Piani Individuali di Risparmio (PIR), Fondi comuni che consentono di investire, in gran parte, in azioni ed obbligazioni di PMI Italiane e/o anche in Aziende Europee con stabile organizzazione in Italia; anche se sono sempre esistiti strumenti con tali caratteristiche, i PIR si differenziano per le agevolazioni fiscali che li caratterizzano, essendo completamente esenti da Imposta di successione e garantendo l'esenzione dalla tassazione dei redditi da capitale, se conservati cinque anni; tale prerogativa non li rende però vincolati poichè liquidabili in qualsiasi momento, qualora i mercati dovessero dare segnali di stress importanti.
Le agevolazioni fiscali impongono alcuni limiti alla sottoscrizione che non può superare i 30.000,00 Euro annui, sono destinati solo alle Persone Fisiche, che non possono sottoscrivere più di un PIR, anche sotto forma di Piani di accumulo.
Dal momento che sono molte le Società che collocano i PIR, è bene fare attenzione ai costi che ciascuna impone, che potrebbero incidere significativamente sulle performances del Piano; sarebbe buona regola rivolgersi a quelle Società che non caricano le commissioni di sottoscrizione e/o quelle di performances, scegliendo tra le molteplici linee esistenti più consone al proprio profilo di rischio.
I PIR possono essere un ottimo motivo di diversificazione del proprio portafoglio finanziario, collocandosi su un comparto, quello delle PMI Italiane, che potrebbe crescere, in termini reddituali, proprio grazie alla liquidità proveniente dalle consistenti sottoscrizioni che si prevedono nei prossimi 3/4 anni.
A questo scopo, ad Aprile 2017, sono nati i Piani Individuali di Risparmio (PIR), Fondi comuni che consentono di investire, in gran parte, in azioni ed obbligazioni di PMI Italiane e/o anche in Aziende Europee con stabile organizzazione in Italia; anche se sono sempre esistiti strumenti con tali caratteristiche, i PIR si differenziano per le agevolazioni fiscali che li caratterizzano, essendo completamente esenti da Imposta di successione e garantendo l'esenzione dalla tassazione dei redditi da capitale, se conservati cinque anni; tale prerogativa non li rende però vincolati poichè liquidabili in qualsiasi momento, qualora i mercati dovessero dare segnali di stress importanti.
Le agevolazioni fiscali impongono alcuni limiti alla sottoscrizione che non può superare i 30.000,00 Euro annui, sono destinati solo alle Persone Fisiche, che non possono sottoscrivere più di un PIR, anche sotto forma di Piani di accumulo.
Dal momento che sono molte le Società che collocano i PIR, è bene fare attenzione ai costi che ciascuna impone, che potrebbero incidere significativamente sulle performances del Piano; sarebbe buona regola rivolgersi a quelle Società che non caricano le commissioni di sottoscrizione e/o quelle di performances, scegliendo tra le molteplici linee esistenti più consone al proprio profilo di rischio.
I PIR possono essere un ottimo motivo di diversificazione del proprio portafoglio finanziario, collocandosi su un comparto, quello delle PMI Italiane, che potrebbe crescere, in termini reddituali, proprio grazie alla liquidità proveniente dalle consistenti sottoscrizioni che si prevedono nei prossimi 3/4 anni.
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