Paesaggio e impianti tecnologici


La relazione paesaggistica per l’autorizzazione in ambiti sottoposti a tutela
Paesaggio e impianti tecnologici

L’installazione di una nuova infrastruttura tecnologica (per le telecomunicazioni, per la produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili e non, e per altri impianti assimilabili) determina una trasformazione, più o meno importante, del contesto (non solo fisico, ma anche percettivo) in cui avviene.

L’instaurarsi di un coerente rapporto con il contesto esistente è ciò che può permettere anche ad un impianto dal carattere fortemente tecnologico di diventare un elemento del paesaggio che non entri in conflitto con la struttura paesistica consolidata e di essere occasione di un nuovo progetto di paesaggio.

Del resto, è quanto obbligatoriamente richiede il D.lsg. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” per le trasformazioni ricadenti in ambiti sottoposti a tutela dal punto di vista paesaggistico.

La “Relazione paesaggistica”, i cui contenuti sono definiti dal DPCM del 12 dicembre 2005 e dal suo allegato tecnico, è introdotta dal Codice proprio come strumento di supporto ad una progettazione che si faccia carico non solo degli aspetti tecnici e funzionali necessari all’installazione di una nuova infrastruttura tecnologica, ma anche di una lettura del contesto di riferimento in grado di comprenderne gli aspetti fisici, storici, percettivi, simbolici (facendo proprio il concetto di paesaggio sottolineato dalla Convenzione Europea del paesaggio del 2000 e che pure il Codice dei beni culturali e del paesaggio italiano mira ad attuare).

La redazione della “Relazione paesaggistica” è atto autonomo rispetto alle ordinarie procedure edilizie ed urbanistiche necessarie all’installazione e richiede studi mirati in grado di compiere un’accurata ricognizione dei luoghi ante operam, una descrizione delle caratteristiche del progetto e una simulazione dello stato dei luoghi ad intervento realizzato.

La descrizione dei luoghi ante operam deve evidenziarne non soltanto i caratteri fisici, ma anche le tracce della sua evoluzione storica, i caratteri di percezione visiva, l’insieme di valori e significati attribuiti dalla popolazione al luogo e tutti quegli aspetti che hanno portato all’istituzione su quell’area di un provvedimento di interesse pubblico (art. 136 D.lsg. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”) o che ne fanno oggetto di una tutela ope legis (art. 142 D.lsg. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”).

Si tratta dunque di uno studio complesso e che richiede competenze e professionalità specifiche che possono affiancarsi alla progettazione tecnica guidandola verso la scelta delle soluzioni più adeguate a ciascun contesto.

La “Relazione paesaggistica” è, peraltro, strumento di supporto alla valutazione del progetto da parte degli Enti competenti con i quali diventa elemento di dialogo nel corso dell’iter previsto dal procedimento autorizzativo.

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di Arch. Raffaella Laviscio

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