Parcella dell'avvocato troppo alta. Cosa fare?
Preliminarmente, si deve rilevare che i minimi tariffari oramai non esistono più e di conseguenza ogni avvocato può predisporre un accordo "low cost", che di fatto può anche essere visto in malo modo dai colleghi, ma di fatto valido e pienamente efficace.
L’avvocato e il cliente possono concordare qualsiasi importo quale corrispettivo per l’assistenza giudiziale o stragiudiziale, che può anche ritenersi eccessivamente alto o basso.
Oltre a ciò, l'Avvocato oramai ha l'obbligo di fornire al proprio assistito un preventivo scritto che può essere modificato nelle more del processo, circostanza che può presentarsi nel momento in cui la vicenda sia particolarmente complessa.
Tuttavia, in caso di mancato compenso vengono applicate le tariffe forensi emanate dal Ministero.
Per fare un esempio pratico, supponiamo per esempio che in un processo il giudice abbia liquidato un compenso, per le spesi legate sostenute, che sia inferiore rispetto a quanto prima pattuito tra avvocato e cliente. In tal caso, la condanna dell’avversario alle spese processuali servirà a coprire solo in parte i costi del processo.
Inoltre, se non c’è stato un previo accordo tra le parti, firmato al momento del mandato, prevalgono le tariffe professionali del DM 2014 e di conseguenza l'avvocato nulla potrà pretendere in più rispetto alle tariffe appena citate. Mentre, se fosse stato concordato un compenso differente, prevarrà sempre quest'ultimo quale contratto.
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