Parlare di violenza nell'infanzia
Questo articolo è rivolti a tutti coloro che si trovano a dover parlare di violenza ai propri figli
"Mamma il mio compagno di scuola mi ha dato un pugno: cosa devo fare?".
Parlare di violenza al nostro bambino non è sicuramente una cosa semplice. Come genitori, e come educatori, sia portati a condannare ogni forma di violenza nelle relazioni umane. Questo vale anche per i bambini che, essendo piccoli, vivono intensamente le loro emozioni.
Per affrontare questo delicato argomento si può partire dal fatto che ogni soggetto porta in se una parte di aggressvità che si manifesta in sentimenti di ambivalenza di amore e di odio che influnzano le nostre relazioni sociali.
In alcuni momenti i bambini sentono la neccessità, come gli adulti, di scaricare la loro aggressività, ad esempio, rompendo un giocattolo, picchiando un compagno di scuola o un adulto, urlare, piangere.
Chi è che non ha mai fantasticato, da piccoli o da grandi, di uccidere o picchiare qualcuno che ci ha fatto arrabbiare?
Sono sentimenti che appartegono al genere umano.
Di frequente mi viene posta dai genitori la seguente domanda: "Dottoressa violenza e aggressività sono la stessa cosa?".
Non sono la stessa cosa. L'aggressività prende vita dall'istinto di sopravvivenza e non sfocia mai sempre nella violenza. Si può manifestare come la voglia di portare a termine compiti impegnativi, per difenderci quando qualcuno ci attacca, per esprimerci, per avere coraggio. L'aggressività si trasforma in violenza quando non viene controllata e no ben incanalata, quando danneggia gli altri, quando viene repressa.
Che cosa possiamo fare quando ci troviamo, come genitori, ad affrontare questo problema?.
Educare i nostri figli al controllo degli impulsi distruttivi cosa che dovrebbe essere fatta al compimento del terzo anno di età, età dei no, delle crisi oppositive, scoppi di violenza che sembrano incontenibili.
Quale atteggiamento il genitore dovrebbe usare?
Un atteggiamento rigido e permissivo possono sviluppare nel bambino un elevato grado di aggressività trasformandolo in una "bomba" per i suoi coetani più tranquilli.
Mi preme sottolineare che i genitori sono un modello da seguire per i propri figli e possono aiutarli ad affrontare questi momeni di inense emozioni.
Gli strumenti che un genitore può usare sono il gioco, il linguaggio, le regole socialmente condivise.
La parola è un importante strumento di riflessione e condivisione con l'altro. Le parole più importanti sono quelle dei bambini, i quali fanno domande ai loro genitori sul perché si verificano momenti così detti "violenti" hanno di sapere in quanto sono pronti ad affrontare l'argomento al livello psicologico.
Seguendo queste breve indicazioni i nostri bambini potranno affrontare in modo costruttivo e non distruttivo la propria aggressività e quella dell'altro.
Parlare di violenza al nostro bambino non è sicuramente una cosa semplice. Come genitori, e come educatori, sia portati a condannare ogni forma di violenza nelle relazioni umane. Questo vale anche per i bambini che, essendo piccoli, vivono intensamente le loro emozioni.
Per affrontare questo delicato argomento si può partire dal fatto che ogni soggetto porta in se una parte di aggressvità che si manifesta in sentimenti di ambivalenza di amore e di odio che influnzano le nostre relazioni sociali.
In alcuni momenti i bambini sentono la neccessità, come gli adulti, di scaricare la loro aggressività, ad esempio, rompendo un giocattolo, picchiando un compagno di scuola o un adulto, urlare, piangere.
Chi è che non ha mai fantasticato, da piccoli o da grandi, di uccidere o picchiare qualcuno che ci ha fatto arrabbiare?
Sono sentimenti che appartegono al genere umano.
Di frequente mi viene posta dai genitori la seguente domanda: "Dottoressa violenza e aggressività sono la stessa cosa?".
Non sono la stessa cosa. L'aggressività prende vita dall'istinto di sopravvivenza e non sfocia mai sempre nella violenza. Si può manifestare come la voglia di portare a termine compiti impegnativi, per difenderci quando qualcuno ci attacca, per esprimerci, per avere coraggio. L'aggressività si trasforma in violenza quando non viene controllata e no ben incanalata, quando danneggia gli altri, quando viene repressa.
Che cosa possiamo fare quando ci troviamo, come genitori, ad affrontare questo problema?.
Educare i nostri figli al controllo degli impulsi distruttivi cosa che dovrebbe essere fatta al compimento del terzo anno di età, età dei no, delle crisi oppositive, scoppi di violenza che sembrano incontenibili.
Quale atteggiamento il genitore dovrebbe usare?
Un atteggiamento rigido e permissivo possono sviluppare nel bambino un elevato grado di aggressività trasformandolo in una "bomba" per i suoi coetani più tranquilli.
Mi preme sottolineare che i genitori sono un modello da seguire per i propri figli e possono aiutarli ad affrontare questi momeni di inense emozioni.
Gli strumenti che un genitore può usare sono il gioco, il linguaggio, le regole socialmente condivise.
La parola è un importante strumento di riflessione e condivisione con l'altro. Le parole più importanti sono quelle dei bambini, i quali fanno domande ai loro genitori sul perché si verificano momenti così detti "violenti" hanno di sapere in quanto sono pronti ad affrontare l'argomento al livello psicologico.
Seguendo queste breve indicazioni i nostri bambini potranno affrontare in modo costruttivo e non distruttivo la propria aggressività e quella dell'altro.
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