Pensieri a trazione integrale
L’ultimo giorno dell’anno alcune riflessioni tentano la scalata
Leggo un articolo sull’ennesimo caso di licenziamento collettivo. In basso a destra c’è un pezzo collegato all’argomento. L’industria 4.0 sembra destinata a creare qualche opportunità e lasciare tante persone a casa. Sono vittime della manodopera a basso costo e delle innovazioni tecnologiche. Per consolare, l’autore informa che in tempi non lontani faremo l’amore con i robot.
La mente corre ad altro. Alla chiacchierata mattutina con una ragazza. Non ricordo cosa dice ma la sensazione che provo mentre lo dice. Vuole qualcosa di diverso dal lavoro ma non sa cosa. Dovrebbe convincermi del suo valore e purtroppo non ne è convinta.
Poi passo agli errori; i miei errori. Un premio di produzione sbagliato, forse due. Troppi "IO" pronunciati. Qualche acrobazia tra due spinte: essere accettato ed essere me stesso. Alcuni silenzi trascurati. L’autogoverno che necessita di un tagliando.
Come sempre si palesano prima le passività. I successi scorrono veloci e scontati.
Ogni giorno le immagini passano in rassegna. E le pensi. Ma a fine anno rifletti sui tuoi pensieri relativi agli eventi. Pensi i pensieri. E non potendo ruminare per mancanza di tempo, ti restano alcune utili domande.
Amo quello che faccio?
Imparo?
Sto aiutando qualcuno?
Chi avrebbe voglia di leggere la mia storia?
Quali banalità relazionali mi hanno rovinato la giornata?
In cosa posso migliorare?
Saranno da bussola per il 2017.
Poi i pensieri tornano in pianura e rimane la domanda di fine anno: cosa si mangia questa sera?
Tutta la vita è allenamento. Anche il cenone.
La mente corre ad altro. Alla chiacchierata mattutina con una ragazza. Non ricordo cosa dice ma la sensazione che provo mentre lo dice. Vuole qualcosa di diverso dal lavoro ma non sa cosa. Dovrebbe convincermi del suo valore e purtroppo non ne è convinta.
Poi passo agli errori; i miei errori. Un premio di produzione sbagliato, forse due. Troppi "IO" pronunciati. Qualche acrobazia tra due spinte: essere accettato ed essere me stesso. Alcuni silenzi trascurati. L’autogoverno che necessita di un tagliando.
Come sempre si palesano prima le passività. I successi scorrono veloci e scontati.
Ogni giorno le immagini passano in rassegna. E le pensi. Ma a fine anno rifletti sui tuoi pensieri relativi agli eventi. Pensi i pensieri. E non potendo ruminare per mancanza di tempo, ti restano alcune utili domande.
Amo quello che faccio?
Imparo?
Sto aiutando qualcuno?
Chi avrebbe voglia di leggere la mia storia?
Quali banalità relazionali mi hanno rovinato la giornata?
In cosa posso migliorare?
Saranno da bussola per il 2017.
Poi i pensieri tornano in pianura e rimane la domanda di fine anno: cosa si mangia questa sera?
Tutta la vita è allenamento. Anche il cenone.
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