Perché Roger Bannister è riuscito dove altri si sono fermati prima
Hai mai sentito parlare di credenze limitanti?
L’altro giorno ho letto la storia di Roger Bannister il primo atleta ad aver corso il miglio con un tempo inferiore ai quattro minuti.
Ai quei tempi infrangere quella barriera era paragonata alla scalata dell’Everest, tanto era considerata un’impresa impossibile da realizzare.
Sono rimasto molto colpito dalle sue gesta, non tanto per quello che ha fatto, ma per il fatto che ci è riuscito nonostante le convinzioni limitanti che condizionavano il mondo dell’atletica.
La storia comincia così:
Oxford 6 maggio 1954, allo stadio di Iffley Road tirava un vento gelido. Alle sei del pomeriggio tre atleti davanti a 1.200 persone, scesero in pista per gareggiare, i loro nomi erano: Roger Bannister, Chris Basher e Chris Chataway.
Poteva essere una gara come tante altre nell’atletica, ma la storia racconta che quel giorno, Roger Bannister corse il miglio per la prima volta in 3’59”4. Il record dello svedese Haegg che durava da 9 anni era stato battuto di 2 secondi!
In quegli anni non era l’unico atleta che stava tentando quell'impresa, anche l’australiano John Landy e l’americano Wes Santee che erano i suoi rivali più temibili, si stavano allenando per infrangere la barriera dei 4 minuti.
Roger Bannister, prima di riuscire a battere il record, era reduce da un deludente quarto posto alle Olimpiadi di Helsinki del 1952.
Era talmente deluso dal risultato di quella gara, che era arrivato al punto di pensare di smettere con l’atletica e di dedicarsi esclusivamente allo studio (era vicino a laurearsi in Medicina).
Probabilmente fu il suo allenatore Franz Stampfl a farlo desistere da quel pensiero, spronandolo a continuare con l’atletica per dimostrare che l’impossibile era possibile.
Una cosa interessante che ho scoperto sul suo allenatore è che durante la Seconda Guerra Mondiale era sopravvissuto nuotando per otto ore nel gelido Mare del Nord, dopo che la nave su cui era a bordo come prigioniero di guerra, era stata affondata da un siluro tedesco.
Ma perché vi ho raccontato questa storia che potrebbe sembrare molto simile a tante altre?
D'altronde non è stato l’unico atleta che ha compiuto delle imprese straordinarie, lo sport è pieno di storie d’imprese fatte da atleti che sono riusciti là dove tanti altri hanno fallito o non ci hanno mai provato.
Il motivo è che tutti pensavano che fosse un’impresa impossibile, tutti tranne uno, proprio Roger Bannister.
Schiere di esperti avevano spiegato a tutto il mondo con abbondanza di particolari scientifici, il motivo per cui erano SICURI che un essere umano non sarebbe mai riuscito a correre quella distanza in meno di quattro minuti.
Era considerata da tutti un’impresa impossibile.
Ma lui nonostante tutto, era convinto che quel muro fosse solamente un muro psicologico che si poteva abbattere e così fece con determinazione, metodo, fiducia, allenamenti e tentativi falliti.
La cosa interessante da sapere è che dopo poco tempo da quel 6 maggio 1954 (erano passati soltanto 46 giorni), anche l’australiano John Landy scese sotto il muro dei 4 minuti.
Questa è la dimostrazione che un'impresa sembra impossibile da realizzare fino a quando le credenze non sono smontate da qualcuno che ce l'ha fa.
Ma perché ti ho voluto parlare di questo atleta?
In questo momento nella tua attività sportiva, ti è mai capitato di cercare di alzare la tua asticella e salire di livello, ma di non esserci riuscito solo perché qualcuno che è considerato un esperto, ti diceva che non sei abbastanza bravo, che madre natura non ti ha dato i talenti, oppure che non hai la testa per competere a certi livelli?
Sappi che se non ci sei riuscito non è colpa tua, è che hai finito con il crederci come fa la maggior parte delle persone. Ti sei fidato di coloro che consideri degli esperti.
Infatti, se ti senti ripetere continuamente che è impossibile da fare, finisci per crederci a meno che tu non sia come Roger Bannister, che ha voluto provarci di persona nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare e superare.
Spesso facciamo nostre le convinzioni di qualcun altro che, o ci ha provato e non ci è riuscito, oppure non ci ha nemmeno provato (probabilmente anche lui si sta facendo condizionare dalle convinzioni di altri).
Ma quale è stato il motivo che ha portato Roger Bannister ad ottenere quel risultato mentre i suoi avversari non ci sono riusciti?
Sicuramente ha avuto una buona guida, il suo allenatore, che gli ha mostrato passo passo come fare, come allenare la sua mente a superare gli ostacoli, perché è la testa che ti porta al successo.
D’altronde lui sapeva come fare a superarli, visto che aveva nuotato per ben otto ore nel gelido Mare del Nord!
Ma chi sono gli atleti di successo?
Sono quelli che non hanno paura di sbagliare, sono quelli che si rialzano dopo ogni sconfitta, sono quelli che credono in quello che fanno e non in quello che gli altri hanno fatto o gli hanno detto.
Ora tocca a te scegliere cosa fare, rimanere nella situazione in cui sei adesso e che non ti piace, oppure reagire perché non è mai troppo tardi per essere la versione migliore di te stesso.
Il tempo passa e se cominci a sentire il bisogno di cominciare a superare le battute d’arresto per accedere ad un livello più alto di prestazioni, sappi che ce la puoi fare. Ma per realizzarlo hai bisogno di compiere delle nuove azioni, perché il rischio peggiore in cui puoi cascare è di rimanere dove sei ora per paura di non farcela.
Hai la possibilità di allenare la tua mente così come alleni il tuo fisico per lavorare sulle tue credenze e porti dei nuovi obiettivi che siano in linea con le tue aspettative.
Lo puoi fare da solo oppure con l’aiuto di una guida che abbia un metodo per farlo e che ti mostri passo passo come riuscirci.
Spero che la storia di Roger Bannister ti abbia ispirato a superare i tuoi limiti che spesso non sono i tuoi e a trovare il coraggio per prendere nuove strade.
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Ogni giorno cerca come sviluppare la tua eccellenza e diventa un’atleta di successo!
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