Perchè ci sentiamo insoddisfatti?
Spesso ci sentiamo insoddisfatti sia nella vita privata che in quella lavorativa. Quali sono le cause? Come possiamo superare l'insoddisfazione?
"L’insoddisfazione è l’ombra dell’ambizione"
H. H. Haskins
L’insoddisfazione è una sensazione che nasce dalla frustrazione dei nostri bisogni e desideri, è un senso di mancanza che crea un gap tra ciò che proviamo e ciò che ci piacerebbe provare, ci sentiamo insoddisfatti quando non c’è abbastanza "piacere" nella nostra vita.
Quali potrebbero essere le cause di una insoddisfazione personale o lavorativa? Come si struttura il vissuto di insoddisfazione, quando tutto sembra essere poco interessante o mai all’altezza di ciò che ci aspettiamo?
Nella mia pratica clinica incontro giovani pazienti che con fatica e grande coraggio raccontano di essere cresciuti e di essersi confrontati con richieste provenienti da una società che propone modelli grandiosi da inseguire, progetti stra-ordinari da realizzare, personaggi famosi da imitare. Giovani adulti cresciuti con la richiesta di soddisfare le aspettative di un genitore.. che magari li vedeva e voleva laureati, super qualificati, medici, avvocati, calciatori...
Viviamo in una società dove sembra apparentemente tutto possibile, è lei che detta sogni individuali e collettivi ed è sempre lei che illusoriamente stabilisce se questi sogni potranno essere realizzabili oppure no. Cresciamo spesso tra le braccia troppo accudenti di genitori che proiettano sui figli aspettative non compatibili alla realizzazione personale, proiezioni molto "faticose" sia da tenere che da lasciar andare.
Questo contrasto, tra le sfavillanti e illusorie possibilità offerte dalla società ed un’apparentemente anonima realtà vissuta dall’individuo, può creare un profondo senso di insoddisfazione.
Questa ambivalenza oscillante tra la realizzazione di come gli altri mi vorrebbero e la realizzazione di ciò che io sono veramente, può comportare un non sentirsi mai abbastanza "pronti" e all’altezza delle situazioni con la conseguenza di strutturare così un vissuto di insoddisfazione.
Come possiamo comprendere meglio il messaggio di cui la nostra insoddisfazione si fa portatrice?
Se partiamo da ciò che sta alla base del meccanismo dell’insoddisfazione dobbiamo richiamare i BISOGNI PRIMARI: una volta soddisfatti i bisogni fisiologici (bere, mangiare, dormire) e i bisogni di sicurezza (avere un’occupazione, essere in salute) si può raggiungere un "livello base" di soddisfazione. Al contrario, la non soddisfazione di questi bisogni è indice di grande PREOCCUPAZIONE, una delle motivazioni principali del nostro sentirci insoddisfatti.
Un’altra possibile causa di insoddisfazione è la NOIA: i bisogni primari sono soddisfatti ma avvertiamo comunque una mancanza di stimoli, ci sembra di avere una vita piatta, priva di entusiasmo, non ci sentiamo realizzati. Questi vissuti si esprimono in un’insoddisfazione che non ci fa sentire il piacere della vita.
Una terza causa potrebbe essere vivere un eccesso di DISTRAZIONI: apparentemente abbiamo una vita piena, molti impegni lavorativi, molti progetti di vita, eppure ci sentiamo comunque insoddisfatti! Avere molte distrazioni nel nostro quotidiano non è indice di soddisfazione, ma di un eccesso di dispersione che non permette di focalizzare la vera direzione che dobbiamo e vogliamo prendere.
Come possiamo superare l’insoddisfazione?
La VOLONTA’ e la CONSAPEVOLEZZA sono ottimi "rimedi" per poter superare il vissuto cronico di insoddisfazione. Sarà importante riuscire a focalizzare senza distrazioni un obiettivo, un punto di arrivo, una competenza da qualificare, un’area personale da migliorare e con determinazione raggiungere queste mete prefissate!
Sarà importante inoltre "fermarci" e domandarci:
"Cosa mi piace veramente?"
"Cosa mi fa stare veramente bene?"
"Cosa cerco dalle relazioni?"
"Cosa mi realizza professionalmente?"
E’ vero, non sono domande semplici e la risposta non è certo scontata...allora mettiamoci in ascolto, sospendiamo il giudizio, restiamo in sospensione...con fiducia troveremo risposte a queste domande e sarà, quindi, più semplice superare l’insoddisfazione, trovare il piacere nella nostra vita e stare bene!
Ricordiamoci anche che una certa dose di insoddisfazione nella vita è fisiologica, ci aiuta a non accontentarci, a non sopravvivere, a cercare sempre e comunque qualcosa che ci fa stare meglio, qualcosa che ci appartiene veramente. Se siamo insoddisfatti possiamo ambire a qualcosa di più, possiamo accedere ad un percorso di conoscenza di noi più consapevole e maturo. Questo è spesso un motivo per cui un paziente sente il bisogno di iniziare una psicoterapia o un’analisi: il vissuto di insoddisfazione mira ad una contentezza autentica e l’analisi aiuta a focalizzare e individualizzare meglio la direzioni da seguire.
H. H. Haskins
L’insoddisfazione è una sensazione che nasce dalla frustrazione dei nostri bisogni e desideri, è un senso di mancanza che crea un gap tra ciò che proviamo e ciò che ci piacerebbe provare, ci sentiamo insoddisfatti quando non c’è abbastanza "piacere" nella nostra vita.
Quali potrebbero essere le cause di una insoddisfazione personale o lavorativa? Come si struttura il vissuto di insoddisfazione, quando tutto sembra essere poco interessante o mai all’altezza di ciò che ci aspettiamo?
Nella mia pratica clinica incontro giovani pazienti che con fatica e grande coraggio raccontano di essere cresciuti e di essersi confrontati con richieste provenienti da una società che propone modelli grandiosi da inseguire, progetti stra-ordinari da realizzare, personaggi famosi da imitare. Giovani adulti cresciuti con la richiesta di soddisfare le aspettative di un genitore.. che magari li vedeva e voleva laureati, super qualificati, medici, avvocati, calciatori...
Viviamo in una società dove sembra apparentemente tutto possibile, è lei che detta sogni individuali e collettivi ed è sempre lei che illusoriamente stabilisce se questi sogni potranno essere realizzabili oppure no. Cresciamo spesso tra le braccia troppo accudenti di genitori che proiettano sui figli aspettative non compatibili alla realizzazione personale, proiezioni molto "faticose" sia da tenere che da lasciar andare.
Questo contrasto, tra le sfavillanti e illusorie possibilità offerte dalla società ed un’apparentemente anonima realtà vissuta dall’individuo, può creare un profondo senso di insoddisfazione.
Questa ambivalenza oscillante tra la realizzazione di come gli altri mi vorrebbero e la realizzazione di ciò che io sono veramente, può comportare un non sentirsi mai abbastanza "pronti" e all’altezza delle situazioni con la conseguenza di strutturare così un vissuto di insoddisfazione.
Come possiamo comprendere meglio il messaggio di cui la nostra insoddisfazione si fa portatrice?
Se partiamo da ciò che sta alla base del meccanismo dell’insoddisfazione dobbiamo richiamare i BISOGNI PRIMARI: una volta soddisfatti i bisogni fisiologici (bere, mangiare, dormire) e i bisogni di sicurezza (avere un’occupazione, essere in salute) si può raggiungere un "livello base" di soddisfazione. Al contrario, la non soddisfazione di questi bisogni è indice di grande PREOCCUPAZIONE, una delle motivazioni principali del nostro sentirci insoddisfatti.
Un’altra possibile causa di insoddisfazione è la NOIA: i bisogni primari sono soddisfatti ma avvertiamo comunque una mancanza di stimoli, ci sembra di avere una vita piatta, priva di entusiasmo, non ci sentiamo realizzati. Questi vissuti si esprimono in un’insoddisfazione che non ci fa sentire il piacere della vita.
Una terza causa potrebbe essere vivere un eccesso di DISTRAZIONI: apparentemente abbiamo una vita piena, molti impegni lavorativi, molti progetti di vita, eppure ci sentiamo comunque insoddisfatti! Avere molte distrazioni nel nostro quotidiano non è indice di soddisfazione, ma di un eccesso di dispersione che non permette di focalizzare la vera direzione che dobbiamo e vogliamo prendere.
Come possiamo superare l’insoddisfazione?
La VOLONTA’ e la CONSAPEVOLEZZA sono ottimi "rimedi" per poter superare il vissuto cronico di insoddisfazione. Sarà importante riuscire a focalizzare senza distrazioni un obiettivo, un punto di arrivo, una competenza da qualificare, un’area personale da migliorare e con determinazione raggiungere queste mete prefissate!
Sarà importante inoltre "fermarci" e domandarci:
"Cosa mi piace veramente?"
"Cosa mi fa stare veramente bene?"
"Cosa cerco dalle relazioni?"
"Cosa mi realizza professionalmente?"
E’ vero, non sono domande semplici e la risposta non è certo scontata...allora mettiamoci in ascolto, sospendiamo il giudizio, restiamo in sospensione...con fiducia troveremo risposte a queste domande e sarà, quindi, più semplice superare l’insoddisfazione, trovare il piacere nella nostra vita e stare bene!
Ricordiamoci anche che una certa dose di insoddisfazione nella vita è fisiologica, ci aiuta a non accontentarci, a non sopravvivere, a cercare sempre e comunque qualcosa che ci fa stare meglio, qualcosa che ci appartiene veramente. Se siamo insoddisfatti possiamo ambire a qualcosa di più, possiamo accedere ad un percorso di conoscenza di noi più consapevole e maturo. Questo è spesso un motivo per cui un paziente sente il bisogno di iniziare una psicoterapia o un’analisi: il vissuto di insoddisfazione mira ad una contentezza autentica e l’analisi aiuta a focalizzare e individualizzare meglio la direzioni da seguire.
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