Perchè è utile imparare ad essere assertivi?
Scoprire cosa si intende quando si parla di assertività e a cosa serve distinguendola dallo stile passivo ed aggressivo comprendendone le differenze
Definiamo l’ASSERTIVITA’.
Questo termine viene ormai utilizzato nel parlato quotidiano con una certa frequenza. Spesso però viene impiegato nel modo sbagliato o non è molto chiaro che cosa si intenda quando lo si utilizza. Si tratta di un modo di comunicare efficace ed indica la capacità di AFFERMARE SE STESSI, ovvero di parlare e trasmettere in modo chiaro e funzionale le proprie emozioni, le proprie opinioni e i propri punti di vista, facendo valere i propri diritti nel rispetto dei diritti altrui.
Per farci un’idea di questo stile comunicativo e della sua utilità possiamo immaginarcelo all’interno di un continuum che ha come estremi lo stile PASSIVO e quello AGGRESSIVO. Molti di voi si ritroveranno in questi due stili comunicativi estremi e disfunzionali, motivo per cui spesso si è schiavi delle relazioni o non si riesce a mantenerle con costanza. In terapia molte situazioni problematiche sono dovute alla mancanza di assertività. Lo stile passivo ed aggressivo che nel breve periodo apportano dei vantaggi (motivo per cui vengono ancora oggi utilizzati), in realtà sul medio e lungo periodo comportano infatti enormi svantaggi, sofferenza e incomprensioni peggiorando la qualità della vita.
Lo stile Passivo ("io non sono ok, tu sei ok"), è la rinuncia all’espressione dei propri pensieri ed emozioni, la sottomissione al volere dell’altro per evitare un possibile conflitto facendo piacere all’interlocutore. La persona passiva subisce l’altro, non è in grado di esprimere le proprie opinioni o sentimenti, fatica a prendere decisioni, ritiene gli altri migliori di se stessa teme e dipende dal giudizio altrui, risulta incapace di rifiutare le richieste.
Lo stile Aggressivo ("io sono ok, tu non sei ok") implica l’espressione dei propri pensieri ed emozioni tenendo in considerazione solo il proprio punto di vista determinando un attacco nei confronti di chi lo ascolta volto alla propria gratificazione. L’aggressivo calpesta i diritti dell’altro, reputa di essere sempre nel giusto, non si attribuisce mai la responsabilità dei propri errori, svaluta l’altro. Risulta rigido, ed inflessibile.
Lo stile Assertivo ("io sono ok, tu sei ok) è invece espressione dei propri pensieri ed emozioni nel rispetto dell’interlocutore. Ha come effetto il rispetto per l’individualità dell’altro, la disponibilità a vedere il suo punto di vista e a raggiungere un accordo negoziando. L’assertivo rispetta i diritti propri e quelli altrui, non concede agli altri di essere aggressivi, non si sottomette, non impone agli altri l’obbligo di modificare le loro opinioni, non giudica gli altri, decide per sè e non si assume responsabilità che non le competono, ha stima di se stesso e dell’altro, sa esprimere le proprie opinioni e le proprie emozioni in modo funzionale, raggiunge i suoi obiettivi, sa che cosa vuole e lo persegue senza calpestare gli altri.
Mentre i primi due stili sono automatici, l’assertività implica intenzionalità, motivo per cui va appresa, fatta propria e trasformata in abitudine, inoltre è correlata all’aumento di autostima ed autoefficacia, entrambe fondamentali al raggiungimento del benessere e dei propri obiettivi. Coltivare e assumero questo stile comunicativo migliora la qualità della vita.
Bibliografia:
Bonenti, D., Meneghelli, A. (1992) Assertività e training assertivo. Franco Angeli. Milano.
Giannantonio, M. & Boldorini, A.L. (2002) Autostima assertività e atteggiamento positivo - i fondamenti e la pratica della crescita personale. Salerno: Ecomind.
Questo termine viene ormai utilizzato nel parlato quotidiano con una certa frequenza. Spesso però viene impiegato nel modo sbagliato o non è molto chiaro che cosa si intenda quando lo si utilizza. Si tratta di un modo di comunicare efficace ed indica la capacità di AFFERMARE SE STESSI, ovvero di parlare e trasmettere in modo chiaro e funzionale le proprie emozioni, le proprie opinioni e i propri punti di vista, facendo valere i propri diritti nel rispetto dei diritti altrui.
Per farci un’idea di questo stile comunicativo e della sua utilità possiamo immaginarcelo all’interno di un continuum che ha come estremi lo stile PASSIVO e quello AGGRESSIVO. Molti di voi si ritroveranno in questi due stili comunicativi estremi e disfunzionali, motivo per cui spesso si è schiavi delle relazioni o non si riesce a mantenerle con costanza. In terapia molte situazioni problematiche sono dovute alla mancanza di assertività. Lo stile passivo ed aggressivo che nel breve periodo apportano dei vantaggi (motivo per cui vengono ancora oggi utilizzati), in realtà sul medio e lungo periodo comportano infatti enormi svantaggi, sofferenza e incomprensioni peggiorando la qualità della vita.
Lo stile Passivo ("io non sono ok, tu sei ok"), è la rinuncia all’espressione dei propri pensieri ed emozioni, la sottomissione al volere dell’altro per evitare un possibile conflitto facendo piacere all’interlocutore. La persona passiva subisce l’altro, non è in grado di esprimere le proprie opinioni o sentimenti, fatica a prendere decisioni, ritiene gli altri migliori di se stessa teme e dipende dal giudizio altrui, risulta incapace di rifiutare le richieste.
Lo stile Aggressivo ("io sono ok, tu non sei ok") implica l’espressione dei propri pensieri ed emozioni tenendo in considerazione solo il proprio punto di vista determinando un attacco nei confronti di chi lo ascolta volto alla propria gratificazione. L’aggressivo calpesta i diritti dell’altro, reputa di essere sempre nel giusto, non si attribuisce mai la responsabilità dei propri errori, svaluta l’altro. Risulta rigido, ed inflessibile.
Lo stile Assertivo ("io sono ok, tu sei ok) è invece espressione dei propri pensieri ed emozioni nel rispetto dell’interlocutore. Ha come effetto il rispetto per l’individualità dell’altro, la disponibilità a vedere il suo punto di vista e a raggiungere un accordo negoziando. L’assertivo rispetta i diritti propri e quelli altrui, non concede agli altri di essere aggressivi, non si sottomette, non impone agli altri l’obbligo di modificare le loro opinioni, non giudica gli altri, decide per sè e non si assume responsabilità che non le competono, ha stima di se stesso e dell’altro, sa esprimere le proprie opinioni e le proprie emozioni in modo funzionale, raggiunge i suoi obiettivi, sa che cosa vuole e lo persegue senza calpestare gli altri.
Mentre i primi due stili sono automatici, l’assertività implica intenzionalità, motivo per cui va appresa, fatta propria e trasformata in abitudine, inoltre è correlata all’aumento di autostima ed autoefficacia, entrambe fondamentali al raggiungimento del benessere e dei propri obiettivi. Coltivare e assumero questo stile comunicativo migliora la qualità della vita.
Bibliografia:
Bonenti, D., Meneghelli, A. (1992) Assertività e training assertivo. Franco Angeli. Milano.
Giannantonio, M. & Boldorini, A.L. (2002) Autostima assertività e atteggiamento positivo - i fondamenti e la pratica della crescita personale. Salerno: Ecomind.
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