Piani individuali di risparmio: i PIR
Cosa sono e come utilizzare i PIR nella gestione del proprio portafoglio
Introdotti nell’ordinamento italiano con la Legge di bilancio dell’11 novembre 2016, i Pir si sono affacciati sul mercato a gennaio dello scorso anno e hanno vissuto un 2017 da veri protagonisti.
Perché nascono i PIR
Con i PIR l’Italia segue l’esempio di altri Paesi europei, con l’obiettivo di instaurare un legame positivo tra risparmio delle famiglie e le imprese italiane, specialmente quelle medie e piccole, che solitamente hanno più difficoltà a reperire risorse sul mercato.
Cosa sono e come funzionano
La composizione del portafoglio dei PIR rende evidente la loro finalità: creare una fonte ulteriore di finanziamento per l’economia reale rispetto al credito bancario.
I PIR sono una forma di investimento di medio-lungo termine in cui almeno il 70% del portafoglio deve essere investito in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni) emessi da società italiane o da aziende dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo con stabile organizzazione in Italia. Di questo 70%, almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB (quello delle aziende a maggior capitalizzazione).
Il restante 30% del portafoglio può invece essere investito liberamente.
Vantaggi fiscali
Per incentivarne la sottoscrizione e aumentarne l’appeal, sono state previste agevolazioni fiscali per coloro che sottoscrivono un PIR e lo conservano per almeno 5 anni. In questo caso, infatti, è prevista la completa esenzione dalla tassazione sui redditi finanziari. Inoltre i PIR sono esentati dall’imposta di successione.
Requisiti per l’esenzione
1. Il sottoscrittore può essere solo una persona fisica
2. Il PIR deve essere monointestato
3. L’investimento deve essere mantenuto per almeno 5 anni
4. L’importo massimo sottoscrivibile è pari a 30.000 euro nell’anno solare
5. Il limite complessivo sull’intero piano è di 150.000 euro
I PIR nel portafoglio di investimento
La presenza di un nuovo strumento sul mercato, non deve mai modificare l’approccio basato sulla diversificazione e sull’individuazione dei propri obiettivi.
Sono strumenti rivolti ad investitori che credono nel potenziale di crescita delle aziende italiane e possono trovare la loro corretta collocazione in un’ottica di diversificazione rispetto agli altri asset di portafoglio, sempre tenendo bene a mente che, sia per il loro profilo di rischio, sia per la natura dei vantaggi fiscali, sono strumenti di medio-lungo termine, benchè sia data la possibilità di venderli in qualsiasi momento senza penali di uscita.
Perché nascono i PIR
Con i PIR l’Italia segue l’esempio di altri Paesi europei, con l’obiettivo di instaurare un legame positivo tra risparmio delle famiglie e le imprese italiane, specialmente quelle medie e piccole, che solitamente hanno più difficoltà a reperire risorse sul mercato.
Cosa sono e come funzionano
La composizione del portafoglio dei PIR rende evidente la loro finalità: creare una fonte ulteriore di finanziamento per l’economia reale rispetto al credito bancario.
I PIR sono una forma di investimento di medio-lungo termine in cui almeno il 70% del portafoglio deve essere investito in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni) emessi da società italiane o da aziende dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo con stabile organizzazione in Italia. Di questo 70%, almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB (quello delle aziende a maggior capitalizzazione).
Il restante 30% del portafoglio può invece essere investito liberamente.
Vantaggi fiscali
Per incentivarne la sottoscrizione e aumentarne l’appeal, sono state previste agevolazioni fiscali per coloro che sottoscrivono un PIR e lo conservano per almeno 5 anni. In questo caso, infatti, è prevista la completa esenzione dalla tassazione sui redditi finanziari. Inoltre i PIR sono esentati dall’imposta di successione.
Requisiti per l’esenzione
1. Il sottoscrittore può essere solo una persona fisica
2. Il PIR deve essere monointestato
3. L’investimento deve essere mantenuto per almeno 5 anni
4. L’importo massimo sottoscrivibile è pari a 30.000 euro nell’anno solare
5. Il limite complessivo sull’intero piano è di 150.000 euro
I PIR nel portafoglio di investimento
La presenza di un nuovo strumento sul mercato, non deve mai modificare l’approccio basato sulla diversificazione e sull’individuazione dei propri obiettivi.
Sono strumenti rivolti ad investitori che credono nel potenziale di crescita delle aziende italiane e possono trovare la loro corretta collocazione in un’ottica di diversificazione rispetto agli altri asset di portafoglio, sempre tenendo bene a mente che, sia per il loro profilo di rischio, sia per la natura dei vantaggi fiscali, sono strumenti di medio-lungo termine, benchè sia data la possibilità di venderli in qualsiasi momento senza penali di uscita.
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