PIR - Piani Individuali di Risparmio


Un nuovo modo di investire nell'economia reale. Ora si può
PIR - Piani Individuali di Risparmio
Un ottimo prodotto che consiglio caldamente in questo particolare periodo della nostra economia che mostra attualmente interessanti segnali di ripresa, sono i Piani Individuali di Risparmio (PIR)
Cosa sono innanzitutto? Introdotti con la Legge di Stabilità 2017, n. 232, art, 1, commi 100 -114, sono dei "contenitori" all’interno dei quali i risparmiatori possono collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario (azioni, obbligazioni, quote di OICR, contratti derivati) o denaro liquido, nel rispetto di alcuni vincoli previsti dalla legge.
Non si tratta di una novità nel mercato comune europeo. Sono interessanti le soluzioni adottate ormai da molto tempo in Francia e Gran Bretagna. I PIR francesi, chiamati Plan d’Epargne en Actions (PEA) sono stati creati nel 1992: gestiscono dai 100 ai 120 mld di euro, e sono detenuti da oltre 5 milioni di investitori. Questi piani francesi beneficiano di una fiscalità agevolata. Investimento massimo detenibile nel PEA è di € 150.000. Gli Individual Saving Account, (ISA) sono stati introdotti in Gran Bretagna nel 1999 e oggi vantano numeri interessanti, in considerazione del fatto che il Regno Unito è una società finanziariamente più evoluta rispetto al resto d’Europa: gli Individual Saving Account gestiscono 518 miliardi di sterline e di questi, solamente negli ultimi due anni, sono stati raccolti 160 miliardi di sterline. I PIR britannici sono simili a conti di risparmio, dove è possibile depositare azioni, obbligazioni, fondi e polizze assicurative, si tratta di formule particolarmente flessibili. L’investitore può uscire e rientrare dall’investimento, fare prelievi in qualsiasi momento, senza perdere i vantaggi fiscali.

In Italia è possibile investire un Piano Individuale di Risparmio (PIR) sottoscrivendo quote di un OICR, istituito in Italia o in uno Stato membro dell’UE che rispetti i vincoli di investimento stabiliti dalla normativa italiana. L’agevolazione fiscale consiste nell’esenzione da tassazione dei redditi di natura finanziaria derivanti dagli investimenti effettuati nei PIR; in caso di liquidazione del piano, nel rispetto dei limiti temporali di detenzione, l’investitore non viene soggetto a tassazione del 26%. I Piani Individuali di Risparmio beneficiano inoltre dell’esenzione dell’imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli strumenti detenuti all’interno del piano al momento dell’evento.
Le agevolazioni fiscali sono garantite dalla norma a favore delle persone fisiche, pertanto non è prevista la possibilità di investire in strumenti PIR compliant a soggetti che esercitano attività di impresa. Ciascuna persona fisica può essere titolare di un solo PIR: l’investimento è collegato al codice fiscale del soggetto investitore.
Per avere l’agevolazione, la norma impone alcuni vincoli:
- composizione del patrimonio del PIR;
- periodo di detenzione degli strumenti finanziari detenuti nel piano stesso.
I vincoli relativi alla composizione del patrimonio dei PIR sono:
a) il 70% del valore complessivo degli strumenti finanziari detenuti all’interno del PIR deve essere investito in strumenti finanziari (obbligazioni o azioni, sia quotati sia non quotati) emessi da imprese che risiedono in Italia, o in Stati membri dell’UE aventi stabile organizzazione in Italia. Di questo 70%, almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari emessi da aziende diverse da quelle presenti nel FTSE MIB. Le aziende cui si riferisce la norma sono quelle già in essere o che si quotano nel FTSE ITALIA STAR - indice che raggruppa al momento 76 aziende di medie dimensioni con capitalizzazione fino ad 1 miliardo di Euro, nel FTSE ITALIA MID CAP - che ha al suo interno attualmente 60 aziende italiane che facevano parte del segmento Blue Chip aventi una capitalizzazione superiore al miliardo di Euro, nel FTSE ITALIA SMALL CAP - che comprende ora 129 aziende a bassa capitalizzazione, oppure nell’AIM ITALIA - che comprende 80 piccole e medie imprese italiane che vogliono investire nella loro crescita. AIM Italia si caratterizza, per una forte visibilità a livello internazionale e per una modalità di ammissione alla quotazione particolarmente flessibile, costruito su misura per le necessità di finanziamento delle Piccole e Medie Imprese italiane, in un contesto di mercato globale particolarmente competitivo.
b) limiti alla concentrazione: il patrimonio dei PIR non può essere investito per una quota superiore al 10% del suo valore complessivo in strumenti finanziari emessi dallo stesso emittente o da altra società appartenente allo stesso gruppo aziendale, o in depositi e conti correnti.
Il periodo di detenzione degli strumenti finanziari, pari a 5 anni, ha lo scopo di impedire che i capitali immessi nell’economia vengano investiti con finalità speculative. Tali capitali devono inoltre garantire alle imprese destinatarie capitali da investire in modo stabile per un periodo di tempo medio/lungo.

Ciascuna persona fisica non può investire più di 30.000 euro all’anno nel PIR ed entro un limite complessivo di 150.000 euro.

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di Linda Caroli

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