Pressione fiscale: abbatterla con l’assetto societario!


L’ostacolo principale alla sopravvivenza delle imprese Italiane è la pressione fiscale. Ma un modo per risparmiare c’è!
Pressione fiscale: abbatterla con l’assetto societario!
L’ostacolo principale alla sopravvivenza delle imprese Italiane è la pressione fiscale, cioè la percentuale di tassazione media imposta dallo Stato, che nel nostro Paese riveste un peso rilevante nei bilanci delle società.

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria ("Le sfide della politica economica, Settembre 2016, n. 27), "la pressione fiscale apparente cala al 42,8% del PIL nel 2016 (43,5% nel 2015) e al 42,4% nel 2017, il livello più basso dal 2011 (41,6% del PIL). Tenendo conto del bonus di 80 euro previsto dalla Legge di stabilità 2015, la pressione fiscale scende al 42,3% del PIL nel 2016 e al 41,8% nel 2017".

Nonostante il lieve miglioramento a livello nazionale, i dati restano comunque preoccupanti per le imprese. Soprattutto per quelle della città metropolitana di Milano e di alcune province lombarde, ambito in cui opera maggiormente il nostro studio. Secondo il 4° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza presentato da Assolombarda, la pressione fiscale sulle imprese è aumentata ancora dall’1% se si mettono a confronto i valori delle imposte gravanti sugli immobili di impresa (uffici e capannoni industriali) quali IMU, TASI, TARI, gli oneri di urbanizzazione e l’addizionale IRPEF.

Cosa può fare allora l’imprenditore? Chiaramente non può modificare la percentuale di tassazione o l’importo delle tasse, né tantomeno non pagarle!
Ma un modo per risparmiare c’è! E la parola d’ordine è COMPAGINE SOCIALE...

Capita spesso, infatti, che chi decide di aprire un’attività scelga la forma societaria più immediata, senza analizzare a fondo le caratteristiche organizzative, e soprattutto fiscali, prima di andare dal notaio. Capita anche, purtroppo, che chi decide di avviare un’impresa si rivolga al commercialista soltanto per farsi assistere nelle pratiche burocratiche e nella tenuta dei conti e non per assicurarsi un consulente capace di cogliere le opportunità nascoste nelle pieghe della normativa fiscale.

Una consulenza preliminare sulla "progettazione societaria" è un’opportunità di analisi e di studio doverosa prima di avviare un’attività. Ma è anche una consulenza molto poco richiesta perché, nella percezione generale, la consulenza è considerata come un esborso finanziario inutile.

Niente di più sbagliato! Ogni compagine societaria (società di persone, società di capitale, ditte individuali, imprese familiari, associazioni, ecc.) è caratterizzata da un’organizzazione e da una fiscalità differente. Individuare quella che più si adatta alle proprie esigenze e alle proprie finalità aziendali consente di ottenere risparmi fiscali che si aggirano intorno al 40-50%.

Non è magia e neppure fantasia! A parità di utili ricavati, ma con "assetti societari" differenti, è possibile rilevare a quanto ammonti il risparmio fiscale.

Questo discorso, se vale per le persone che si accingono ad avviare un’impresa, VALE ANCOR DI PIU’ PER COLORO CHE SONO GIA’ IMPRENDITORI e che faticano a pagare tutte le tasse dovute. Probabilmente, uno studio sull’assetto societario potrebbe modificare in positivo i conti fiscali aziendali.

Sono molte, infatti, le imprese che chiudono perché non riescono a far fronte ai propri debiti. Secondo recenti dati Istat, anche nel 2014, seppur con qualche miglioramento rispetto ai quattro anni precedenti, sono state più numerose le imprese cessate rispetto a quelle avviate. Ma, forse, prima di chiudere, non tutto è stato fatto...

Il nostro studio offre la sua consulenza in merito allo studio dell’assetto societario maggiormente calzante al singolo caso aziendale.

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di Dott. Piero Mistretta

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