Prestiti finalizzati e non finalizzati, credito al consumo, cessioni del quinto
Prestiti finalizzati e non finalizzati e credito al consumo
La caratteristica principale che distingue i due tipi di prestito è basata sul metodo di erogazione della somma e conseguentemente alla restituzione del denaro stesso: nel caso dei prestiti finalizzati, il cliente è obbligato all'acquisto di un bene di consumo, specificando la finalità del prestito e mettendone necessariamente a conoscenza l'istituto finanziatore (spesso è sufficiente un preventivo da parte del fornitore bene da acquisire).
Mentre nel caso di prestiti non finalizzati il cliente non ha alcun vincolo di destinazione ed è libero di disporre della somma richiesta in prestito con maggiore libertà d'azione.
Generalmente i prestiti finalizzati si distinguono dagli altri per una maggiore semplicità e rapidità della pratica; infatti, talvolta possono essere erogati dallo stesso punto vendita del bene in questione grazie a convenzioni commerciali e finanziarie ed hanno tassi mediamente più bassi dei prestiti non finalizzati, giacchè i secondi - statisticamente - risultano più rischiosi.
Per i prestiti non finalizzati ci si rivolge a istituti di credito o intermediari come nel mio caso.
Tra i prestiti non finalizzati il più diffuso è il prestito personale, mentre rientra nella categoria dei finalizzati, il cd credito al consumo.
Generalmente, nel caso dei prestiti personali in senso stretto, l'importo è medio alto, mentre per le somme più contenute, finalizzate all'acquisto di utilities, si preferisce utilizzare la forma del credito rotativo: carte di credito revolving o apertura di linee di credito rotative, la cui durata è compresa tra 12 e 48 mesi, anche se nella teoria si arriverebbe a durate anche molto più lunghe. Ovviamente la scelta tra queste due forme di finanziamento sarà fatta dal cliente in stretta relazione alle proprie esigenze e disponibilità. Il prestito personale viene di solito concesso per soddisfare generiche esigenze di liquidità. Il finanziatore versa la somma all'utente in un’unica soluzione e questi la restituisce in un certo numero rate, concordate. Per tutelarsi dal rischio di non restituzione, il finanziatore può richiedere garanzie personali quali la fideiussione e/o una polizza assicurativa. Alcune commissioni e spese sono fisse, indipendentemente dalla somma richiesta; quindi incideranno di più se l’importo richiesto è basso, per esempio sotto i 1.500 euro, e quanto più breve sarà la durata. L’insieme di questi costi forma il “costo totale del finanziamento”. Ecco gli indicatori per valutarlo: TAN (Tasso Annuo Nominale) indica il tasso di interesse “puro”, in percentuale sul credito concesso e su base annua. “Puro” significa che non comprende spese o commissioni e non indica il “costo totale del finanziamento”, espresso invece dal TAEG. Quindi un prestito con TAN pari a zero potrebbe avere un TAEG molto maggiore di zero. I messaggi pubblicitari e la documentazione d’offerta devono sempre riportare il TAN, con l’indicazione se fisso o variabile. TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), espresso in percentuale sul credito concesso e su base annua, comprende tutti i costi e perciò è particolarmente utile, per capire quale possa essere il finanziamento più adatto alle proprie esigenze e possibilità economiche. Il TAEG è lo strumento principale di trasparenza nei contratti di credito ai consumatori.
Cessione del quinto dello
La legge consente ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e ai pensionati di restituire la somma avuta in prestito cedendo al finanziatore fino a un quinto del proprio stipendio o pensione. In questo caso, il datore di lavoro o l’ente previdenziale trattengono la rata dallo stipendio o dalla pensione e la versano al finanziatore. I pensionati possono richiedere solo la cessione di un quinto, perché per loro esiste il limite di una sola trattenuta sulla pensione, che non può superare il quinto della somma mensile percepita. Il dipendente, invece, può chiedere un finanziamento di importo più alto cedendo un ulteriore quinto del proprio stipendio; in questo caso, oltre alla cessione del quinto, deve stipulare con il finanziatore anche il contratto di “delegazione di pagamento”. Il datore di lavoro è tenuto ad aderire alla cessione del quinto mentre è libero di aderire o meno alla delegazione di pagamento. Per la cessione del quinto la legge richiede di stipulare una polizza assicurativa, per coprire il rischio di morte e/o di perdita dell’impiego del debitore. Ricordiamoci che per poter andare avanti in un progetto la prima cosa da fare è iniziare ed è nel momento delle decisioni che si plasma il destino ed il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei sogni e nella possibilità di poterli realizzare.
Un cordiale saluto al prossimo articolo.
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