Previdenza complementare: quanto versare?
Quanto dobbiamo versare alla previdenza complementare per assicurarci una buona integrazione all'assegno pensionistico erogato dall'INPS?
Dovrebbe essere questa la prima domanda da porci quando valutiamo l'opportunità di iniziare a effettuare versamenti su un fondo pensione privato.
Un'analisi attenta della propria posizione previdenziale consente di determinare con precisione l'importo che ciascuno di noi dovrebbe accantonare attualmente per costruirsi la pensione di scorta.
Cosa occorre?
• tempo: il principale alleato. Prima si prende atto della necessità di effettuare l'analisi di cui sopra e minore sarà lo sforzo economico annuo che ci consentirà di ottenere una buona integrazione alla pensione;
• consulenza personalizzata: ogni caso è a sé e deve essere analizzato nei minimi dettagli.
Costruirsi un montante previdenziale adeguato e capiente è il miglior investimento che possiamo fare. Le motivazioni sono diverse:
- integrare l'assegno pensionistico INPS, che ad oggi, per le generazioni future, risulta inferiore rispetto a quello dei nonni o dei genitori;
- costruire un patrimonio che, per la parte residua non fruita, viene trasferito agli eredi al momento della propria morte;
- il capitale è esente da imposte di successione e non confluisce all'interno dell'asse ereditario;
- durante la fase accumulo, le somme sono impignorabili e insequestrabili per qualsiasi azione di responsabilità civile;
- in fase di erogazione, le somme sono tangibili nei limiti di 1/5 per debiti verso enti privati e di 1/10 per impegni verso l’erario fino a 2.500 €;
- il capitale cumulato può costituire la base per accedere alla RITA, consentendo quindi, in via anticipata, di poter accedere al pensionamento attingendo alle proprie disponibilità, in attesa di percepire l'assegno pubblico.
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