Proposta per la pensione a 60 anni e reddito minimo


La proposta vuole suggerire una soluzione al grosso problema delle pensioni e delle grandi difficoltà economiche che vivono oggi le famiglie italiane
Proposta per la pensione a 60 anni e reddito minimo
L’analisi parte da queste considerazioni:
1) le Aziende Diminuiscono
2) i posti di lavoro diminuiscono
3) i disagi sociali e le difficolta per le famiglie aumentano
4) i lavoratori diminuiscono
5) i pensionati Aumentano
6) la difficoltà a trovare lavoro regolare è praticamente impossibile se si sono superati i 50 anni
7) il divario tra i ceti sociali sta aumentando in modo impressionante
8) aumentano nuclei familiari con lavoratori nella fascia ultra 55 anni sprovvisti di reddito per lunghi periodi

Come risponde a tutto questo la nostra classe politica?
Ritengo, perciò, opportuno che si riveda il piano pensionistico e si comprenda che le pensioni sono un bene fondamentale per la società, non possono essere di parte e devono rispettare un principio di equità.
Non possono e non devono essere strumentalizzate per vantaggi elettorali, di categoria o personali.

Dobbiamo prendere atto che il futuro pensionistico non può più essere sostenuto dal costo del lavoro.

Un futuro affinchè sia sostenibile dovrà avere:
1) INPS come unico ente statale che eroga pensioni e reddito di cittadinanza
2) la regola deve essere unica e senza distinzione tra parlamentari ed operaio, tra dipendente e libero professionista, tra pubblico e privato
3) la pensione dovrà essere di tipo contributivo ed in funzione del reddito
4) l’età pensionabile dovrà essere 60 anni per tutti

Come possiamo raggiungere questi obiettivi?
La mia proposta è semplice e si articola sui seguenti punti:
1) Reddito di cittadinanza garantito ad ogni cittadino dalla sua nascita con l’iscrizione nel registro anagrafico, per tutta la sua vita e non su domanda come accade per il bonus bebè (se faccio la domanda e se sono nei numeri previsti lo prendo se non la faccio o se non rientro nei numeri non lo merito). L’art 3 della COSTITUZIONE ITALIANA AFFERMA che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti la legge [....]. E’ compito della REPUBBLICA rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale[...]". Ritengo che un equo reddito di cittadinanza possa essere di 200€ (importo che aiuta ma che non ti permette di vivere, stimolandoti a trovare un’occupazione (uno stato ha necessità del contributo attivo di tutta la sua popolazione).
2) I contributi versati saranno figurativi e calcolati sulla base di una percentuale del reddito dichiarato annualmente.
3) Il Cittadino può decidere di aumentare la propria contribuzione con versamenti volontari
4) I contributi pensionistici non saranno più a carico delle aziende ma saranno a carico dell’azienda ITALIA recuperati tramite l’IVA, Tassazione movimenti finanziari, interessi bancari, redditi di patrimonio, etc. Ad esempio, ipotizzando di applicare una tassa all’1% (solo per semplificare l’esempio) le aziende incasseranno IVA al 22% ma porteranno in detrazione il 21%. Ogni azienda contribuirà con l’1% del fatturato che sarà versato alle casse dell’INPS. Se la percentuale applicata sarà dell’1% anche tutte le altre attività economiche (operazioni finanziarie, affitti di immobili, interessi, etc..) dovranno contribuire con la stessa aliquota), il principio vuole essere che tutto ciò che produce reddito contribuisce al fondo pensioni.
5) Evadere questa imposta significa commettere un reato penale. Es. nel caso di un’azienda saranno perseguiti il datore di lavoro, gli impiegati amministrativi e commercialisti (sono tutte figure che hanno approfondita conoscenza e visibilità dei conti e non possono esimersi dal denunciare l’evasione se non sono collusi). Stesso procedimento dovrà prevedersi nel caso di evasione finanziaria, immobiliare e per tutte le attività che producono reddito.

Vantaggi della proposta
1) Reddito garantito 200€ mesili a persona vita natural durante (una famiglia di 4 persone che non ha opportunità di lavoro può contare su un redito di 800€ mensili)
2) Una famiglia che vuole avere un figlio può far affidamento su un contributo mensile aggiuntivo di 200€ per le spese (pannolini, asilo etc.)
3) Tutti contribuiscono ad alimentare il Fondo pensioni, contribuirà anche il pensionato pur non traendone ulteriori vantaggi.
4) Abbattimento del costo del lavoro. Le aziende non dovranno più sostenere il costo dei contributi INPS. Agevolazione non temporanea ma strutturale.
5) Le aziende saranno più competitive sul mercato e potranno competere con quelle che si avvalgono di lavoratori in Nero.
6) Drastica riduzione delle fasce di disagio
7) Contribuisce alla lotta del lavoro in nero
8) Reddito familiare e pensioni maggiorate dal contributo di cittadinanza.
9) Contributo alla lotta all’evasione fiscale (il cittadino se vuole aumentare la sua pensione deve dichiarare redditi).

Sostenibilità del progetto
Dati rilevati da fonti ISTAT
Popolazione (1 gennaio 2017) 60.589.445
Pensioni erogate (2015) 16.179.377
Spesa pensioni (2015) 280,282 Miliardi €
Fatturato Italia (2016) 3.117.700 Miliardi €
Spesa per reddito di cittadinanza 145,415 Miliardi di €
Ricavo per 0,015% del Fatturato 467,7 Miliardi €
Costo (pensioni e redito di cittadinanza) 425,7 Miliardi €
Attivo 41,9 Miliardi €

La sostenibilità del progetto non tiene conto delle entrate per la tassazione dei flussi finanziari, interessi bancari e produzione del reddito.

L’attivo deve essere utilizzato per abbattimento del deficit. Non può essere utilizzato diversamente.

Voltare pagina, garantire un futuro migliore per noi e per i nostri figli con un progetto economicamente sostenibile costa solo lo 0,015 % del fatturato Italia

Articolo del:


di Pasquale Corsetti

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