PSD2: rischio o opportunità per le banche?
Dall'Home-Banking all'Open-Banking

Il 13 gennaio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Direttiva Europea 2015/2366 più nota con il nome di PSD2. Si tratta a tutti gli effetti di un aggiornamento della precedente Direttiva sui servizi di pagamento che ha come obiettivo quello di sviluppare il mercato europeo dei pagamenti, rendendolo più competitivo e più sicuro. Non solo. Gli utenti che utilizzano l’home banking potranno farlo attraverso piattaforme esterne al sistema bancario tradizionale. Potranno perciò effettuare pagamenti e accedere alle rendicontazioni periodiche grazie a software messi loro a disposizione da terze parti non bancarie (Pisp e Aisp), preventivamente autorizzate dall’EBA.
Il Pisp (Payment initiation service providers) offre servizi di pagamento completamente sganciati dal sistema bancario. Per esempio si potrà pagare direttamente un fornitore di servizi attraverso un Pisp senza usare la carta di credito.
A differenza del Pisp, l’Aisp ha la funzione di "aggregatore": previa autorizzazione del cliente, l’Aisp raccoglie tutte le informazioni collegandosi ai vari conti correnti del cliente al fine di fornire una situazione finanziaria più aggiornata.
Evidente che si tratta di una rivoluzione epocale: lo smartphone diventerà il conto corrente e i servizi bancari tradizionali non saranno più fonte di reddito per il sistema bancario. Che sarà costretto a cercare marginalità altrove, cosa che evidentemente faranno anche le società Fintech.
Con la differenza che le Fintech sono già strutturate a raggiungere questo obiettivo.
In entrambi i casi si tende alla "customer satisfaction" attraverso il passaggio da un sistema chiuso a un sistema aperto (Open-Banking). Si può ipotizzare che tra i servizi che verranno messi a disposizione della clientela, ci potrà essere anche la possibilità di far visionare a terze parti i dati dei propri conti correnti, previa autorizzazione da parte del soggetto interessato. Dietro pagamento di una commissione ovviamente. Questo permetterà ad operatori esterni di offrire prodotti e servizi agendo in nome e conto del cliente.
Il tema della sicurezza evidentemente farà la differenza: per questo le grandi banche e/o le Fintech di maggiori dimensioni avranno la possibilità di garantire livelli di sicurezza maggiori di altri.
Volendo guardare nel medio termine, un’interazione tra banche e società Fintech garantirà una forte evoluzione del sistema, inteso nel suo complesso. Quindi non solo progressi nel sistema dei pagamenti, ma a tendere anche lato investimenti. Esisterà quindi un’offerta integrata che garantirà livelli di redditività sufficienti a compensare la perdita di ricavi del settore bancario tradizionale, quello dell’intermediazione pura e semplice, tanto per intendersi. All’orizzonte ci sono anche i Big-Tech (Facebook, Google, Amazon, Apple) che con il volume di dati a loro disposizione potranno garantire nuovi modelli di offerta sia lato servizi che lato credito. Amazon già lo fa con i suoi clienti anticipando loro le fatture. Il futuro è già cominciato.
Il Pisp (Payment initiation service providers) offre servizi di pagamento completamente sganciati dal sistema bancario. Per esempio si potrà pagare direttamente un fornitore di servizi attraverso un Pisp senza usare la carta di credito.
A differenza del Pisp, l’Aisp ha la funzione di "aggregatore": previa autorizzazione del cliente, l’Aisp raccoglie tutte le informazioni collegandosi ai vari conti correnti del cliente al fine di fornire una situazione finanziaria più aggiornata.
Evidente che si tratta di una rivoluzione epocale: lo smartphone diventerà il conto corrente e i servizi bancari tradizionali non saranno più fonte di reddito per il sistema bancario. Che sarà costretto a cercare marginalità altrove, cosa che evidentemente faranno anche le società Fintech.
Con la differenza che le Fintech sono già strutturate a raggiungere questo obiettivo.
In entrambi i casi si tende alla "customer satisfaction" attraverso il passaggio da un sistema chiuso a un sistema aperto (Open-Banking). Si può ipotizzare che tra i servizi che verranno messi a disposizione della clientela, ci potrà essere anche la possibilità di far visionare a terze parti i dati dei propri conti correnti, previa autorizzazione da parte del soggetto interessato. Dietro pagamento di una commissione ovviamente. Questo permetterà ad operatori esterni di offrire prodotti e servizi agendo in nome e conto del cliente.
Il tema della sicurezza evidentemente farà la differenza: per questo le grandi banche e/o le Fintech di maggiori dimensioni avranno la possibilità di garantire livelli di sicurezza maggiori di altri.
Volendo guardare nel medio termine, un’interazione tra banche e società Fintech garantirà una forte evoluzione del sistema, inteso nel suo complesso. Quindi non solo progressi nel sistema dei pagamenti, ma a tendere anche lato investimenti. Esisterà quindi un’offerta integrata che garantirà livelli di redditività sufficienti a compensare la perdita di ricavi del settore bancario tradizionale, quello dell’intermediazione pura e semplice, tanto per intendersi. All’orizzonte ci sono anche i Big-Tech (Facebook, Google, Amazon, Apple) che con il volume di dati a loro disposizione potranno garantire nuovi modelli di offerta sia lato servizi che lato credito. Amazon già lo fa con i suoi clienti anticipando loro le fatture. Il futuro è già cominciato.
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