Qual è l'opposto dell'ANSIA?
Esiste una parola per definire il contrario di ANSIA?

Avete mai ragionato sul fatto che non esista, in maniera univoca, una parola che definisca l’opposto della più fastidiosa delle emozioni?
Per molti l’opposto dell’ansia è la serenità. Vivere senza il senso di oppressione permette di sentirsi leggeri, senza la tipica zavorra che molti degli ansiosi sentono di trasportare, anche in assenza di vere e proprie crisi.
Per altri il corrispettivo è la gioia! Emozione "bella" che sembra connotare ogni esperienza che non si porti appresso il grigiore del timore del fallimento.
Ho avuto una paziente per cui l’opposto dell’ansia è stata la vita! Ho trovato la sua definizione particolarmente vera dato che ogni suo gesto era inquinato dalla sensazione mortifera che chiunque l’avesse osservata avrebbe pensato il peggio di lei..
Ancora l’opposto di ansia è la perfezione! La sensazione che tutto sia in ordine, che ciascun compito sia stato svolto "da manuale" e che non ci sia nulla fatto meno che bene.
Sembra quindi non esistere un unico modo di intendere la cosa (né in un verso né nell’altro) perché l’ANSIA è davvero un’emozione che va scritta in maiuscolo per le sfaccettature di cui si compone e per le infinite direzioni che può prendere.
Ansia sociale, da prestazione, timore di fallimento, paura di morire, di rimanere soli e privi di protezione. Senso di costrizione e di oppressione o, di contro, timore del vuoto e sentimento di vacuità. Sono tutti aspetti compresi nell’ansia, che esistono da soli o insieme e che rendono l’esperienza diversa per ciascuno.
Ho due amiche, ansiose, che spesso "condividono" i loro sintomi parlandone insieme e, sanamente, ridendone. Hanno due "ansie" diverse, tali da non trovare somiglianze l’una nell’altra (e ahi loro, ipotetico supporto) perché diversi sono i loro temi.
Che cosa vuol dire?
Ciascuno di noi è "se stesso" in maniera peculiare. Ognuno rintraccia, nella sua storia, una sorta di fil rouge che gli permette di riconoscersi. Quello che sappiamo di noi quando diciamo "io sono" rappresenta l’identità, il proprio stile e ci rende del tutto singolari.
Ecco perché i consigli-fa-da-te funzionano fino ad un certo punto.
Non per tutti la meditazione (ad esempio) rappresenta una strategia efficace (penso a chi ha uno pensieri ricorsivi che potrebbe non riuscire a silenziare con facilità). Così come lo sport non si adatta a chi si allarma appena il battito cardiaco cresce di intensità.
Siate quindi aperti ai consigli ma preferite rivolgervi ad un professionista!
Una semplice consulenza psicologica, saprà dirvi di più di voi e delle soluzioni migliori per la vostra difficoltà di un generico articolo di giornale.
Cercate qualcosa che faccia al caso vostro perché come non esistono due fiocchi di neve identici, non ci sono due personalità uguali, nemmeno nell’espressione dell’ansia!
Per molti l’opposto dell’ansia è la serenità. Vivere senza il senso di oppressione permette di sentirsi leggeri, senza la tipica zavorra che molti degli ansiosi sentono di trasportare, anche in assenza di vere e proprie crisi.
Per altri il corrispettivo è la gioia! Emozione "bella" che sembra connotare ogni esperienza che non si porti appresso il grigiore del timore del fallimento.
Ho avuto una paziente per cui l’opposto dell’ansia è stata la vita! Ho trovato la sua definizione particolarmente vera dato che ogni suo gesto era inquinato dalla sensazione mortifera che chiunque l’avesse osservata avrebbe pensato il peggio di lei..
Ancora l’opposto di ansia è la perfezione! La sensazione che tutto sia in ordine, che ciascun compito sia stato svolto "da manuale" e che non ci sia nulla fatto meno che bene.
Sembra quindi non esistere un unico modo di intendere la cosa (né in un verso né nell’altro) perché l’ANSIA è davvero un’emozione che va scritta in maiuscolo per le sfaccettature di cui si compone e per le infinite direzioni che può prendere.
Ansia sociale, da prestazione, timore di fallimento, paura di morire, di rimanere soli e privi di protezione. Senso di costrizione e di oppressione o, di contro, timore del vuoto e sentimento di vacuità. Sono tutti aspetti compresi nell’ansia, che esistono da soli o insieme e che rendono l’esperienza diversa per ciascuno.
Ho due amiche, ansiose, che spesso "condividono" i loro sintomi parlandone insieme e, sanamente, ridendone. Hanno due "ansie" diverse, tali da non trovare somiglianze l’una nell’altra (e ahi loro, ipotetico supporto) perché diversi sono i loro temi.
Che cosa vuol dire?
Ciascuno di noi è "se stesso" in maniera peculiare. Ognuno rintraccia, nella sua storia, una sorta di fil rouge che gli permette di riconoscersi. Quello che sappiamo di noi quando diciamo "io sono" rappresenta l’identità, il proprio stile e ci rende del tutto singolari.
Ecco perché i consigli-fa-da-te funzionano fino ad un certo punto.
Non per tutti la meditazione (ad esempio) rappresenta una strategia efficace (penso a chi ha uno pensieri ricorsivi che potrebbe non riuscire a silenziare con facilità). Così come lo sport non si adatta a chi si allarma appena il battito cardiaco cresce di intensità.
Siate quindi aperti ai consigli ma preferite rivolgervi ad un professionista!
Una semplice consulenza psicologica, saprà dirvi di più di voi e delle soluzioni migliori per la vostra difficoltà di un generico articolo di giornale.
Cercate qualcosa che faccia al caso vostro perché come non esistono due fiocchi di neve identici, non ci sono due personalità uguali, nemmeno nell’espressione dell’ansia!
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