Qual è la nostra distanza? Quanto le persone devono essere vicine per sentirle davvero accanto?
«Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
Arthur Schopenhauer
Come definireste la distanza?
Secondo l’etimologia della parola la distanza deriva dal latino distantĭa (m), di distāre ‘distare’. Secondo Edward Wall, l’antropologo che ha introdotto e più si è interessato di prossemica (ossia nel cercare di indicare lo studio delle relazioni di vicinanza o di lontananza nella comunicazione), esistono varie distanze relazionali tra le persone che sono correlate a quelle fisiche.
Quindi, ha definito e misurato quattro “zone interpersonali”: la distanza minima di 0-45 cm, la distanza personale di 45-120 cm per l’interazione con gli amici, la distanza sociale 1, 2, 3, 5 metri per la comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante ed allievo ed infine la distanza pubblica oltre i 3, 5 metri per le pubbliche relazioni.
Ma la distanza è davvero solo e soltanto fisica? Certamente no!
La vera distanza è quella emotiva e molto spesso succede che una distanza fisica nasconde quella emotiva. La distanza che mettiamo tra noi e le persone gioca un ruolo importante nel sentirci a proprio agio o a disagio.
Ci sono dei momenti nella vita in cui ci sentiamo invasi, a volte violati nel nostro spazio vitale ed è allora che abbiamo bisogno di aggiungere distanza, di disegnare dei confini che in qualche modo ci permettono di salvaguardarci, di vedere le nostre necessità prima di notare e dare spazio a quelle degli altri.
Come mai quindi decidiamo di allontanarci da qualcuno? O viceversa cos’è che ci permette di avvicinarci ed entrare in relazione con qualcuno in intimità?
A volte capita di allontanarci perché non riusciamo ad essere in grado di “tenere” la vicinanza, di “reggere” un’intimità troppo invadente in quel preciso momento.
Altre volte ancora invece sentiamo dire soprattutto in una relazione: “Ti sento lontano”. Nonostante ci sia una vicinanza fisica quello che viene a mancare è una presenza e uno “stare” emotivo insieme all’altro.
L’essere presente può essere vissuto come una paura in una relazione ma allo contempo anche come una necessità impellente. Ci sono infatti persone che sentono di avvicinarsi il più possibile all’altro, hanno bisogno di vivere il rapporto intensamente, di condividere completamente il rapporto quasi come se fosse una simbiosi perché senza significherebbe per loro come il non respirare.
Ci sono persone che vivono un amore a distanza
Ci sono persone che adottano a distanza
Esiste anche la psicoterapia a distanza, come ad esempio quelle on-line.
Pensateci bene! Basta uno sguardo, una sedia, un tavolo, un divano, una stanza. Tutto ci aiuta a farci capire quanto siamo disposti ad entrare in relazione con la persona che abbiamo davanti. Il nostro corpo comunica quello che incosciamente vorremmo esprimere. Tutto ci aiuta ad entrare indirettamente in contatto con l’altro comunicando silenziosamente chi davvero siamo!
“Ad un certo punto devi prendere una decisione. I confini non tengono fuori gli altri, servono solo a soffocarti. La vita è un problema e noi siamo fatti così. Quindi, puoi sprecare la tua vita a tracciare confini, oppure puoi decidere di viverli superandoli. Ma ci sono dei confini che è decisamente troppo pericoloso varcare. Però una cosa la so: se sei pronto a correre il rischio, la vita dall’altra parte è spettacolare”
- Dal film Grey’s Anatomy
Bibliografia
- La dimensione nascosta (The Hidden Dimension) (1966), Edward Hall
- www.garzantilinguistica.it
- Parerga e paralipomena (titolo originale: Parerga und Paralipomena), 1851, Arthur Schopenhauer.
Dott.ssa Anastasia Pelliccia
Ricevo a Montecatini Terme in via Don Facibeni 2 presso Studi Medici Mercurio e a Ponsacco in Viale Italia (angolo via Berlino)
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