Qual è la scuola giusta per mio figlio?


Come aiutare tuo figlio a scegliere che scuola fare dopo la terza media
Qual è la scuola giusta per mio figlio?

Scegliere “che cosa fare da grande” non è certo facile: è un momento che richiede all’adolescente ed alla sua famiglia una seria riflessione.

Quale scuola scegliere dopo la terza media è uno tra i primi e più significativi passi verso la creazione del proprio futuro ed è per questo motivo che è un momento importante anche per il genitore che, per la prima volta si trova a dover lasciare al figlio un’autonomia “rischiosa” perché appunto significativa e determinante.

Ed ecco i molti incontri di orientamento previsti dalle scuole rivolti ai ragazzi e alle ragazze e ai loro genitori, con lo scopo proprio di orientare il giovane studente verso il tipo di scuola più adatto a lui/lei.

Sono sufficienti questi incontri? Tuo figlio, tua figlia ha avuto le informazioni e lo stimolo che cercava?
Come puoi aiutarlo/aiutarla ad orientarsi nella scelta scolastica? Cosa si intende oggi con il termine orientamento scolastico?

Pensare l’orientamento oggi è un fatto totalmente diverso da come avveniva un tempo. Oggi parlare di orientamento è un’operazione che va ben oltre quello che era l’orientamento tradizionale, che utilizzava test attitudinali e curriculum scolastico per rilevare attitudini e predisposizioni da incanalarle in un percorso scolastico che portava al completamento del ciclo di studi più favorevole.

L’orientamento in questi ultimi anni è stato affrontato e considerato in una prospettiva psicologica esistenziale: compito fondamentale è facilitare l’individuo (in questo caso tuo figlio o tua figlia, ma volendo anche te stesso) nel costruire autonomamente il proprio personale progetto di vita.

In un libretto edito dalla Giunti Demetra, scritto in collaborazione con un collega e intitolato “E poi cosa faccio? Guida all’orientamento dopo la scuola media” abbiamo cercato di rispondere ad alcune delle più frequenti domande di alcuni genitori molto attenti e coinvolti nella vita dei loro figli.

Mentre la prima parte del libro prende in considerazione un arco temporale lungo, nel senso che riguarda uno stile educativo e genitoriale, la costruzione di un rapporto genitore-figlio improntato sull’ascolto, la comprensione, il saper essere per il proprio figlio una guida sicura ed un punto di riferimento, la seconda parte intende essere una guida facilmente consultabile per decidere “qui ed ora”: troverete le varie possibilità che, in seguito alla riforma Gelmini (in particolare la legge 169/2008) il sistema scolastico italiano offre, con le diverse indicazioni, per ogni tipologia di scuola scelta, del tipo di impegno richiesto dall’offerta formativa che la caratterizza.

Leggendolo, potrai notare quanto la finalità dell’orientamento oggi è quella di porsi come processo di conoscenza di se stessi, delle proprie capacità, delle proprie attitudini. È un processo intrinseco ai passi che la vita stessa ci fa percorrere, è un qualcosa che va oltre alle esperienze di apprendimento, è un processo intrinseco alla propria personale evoluzione, un processo dinamico che non si esaurisce in una fascia della vita ma è sempre attivo per recepire le istanze culturali e sociali che il procedere nel mondo pone di fronte.

In un’epoca in cui viene valorizzata la “caccia al talento” (basti pensare a tutti i cosiddetti talent show) per dimostrare che abbiamo quel particolare X factor che ci porterà al successo, è importante ricordare che il talento da solo non basta: forza di volontà, impegno e perseveranza contano a volte quanto se non addirittura di più rispetto al talento stesso. Ecco perché l’orientamento oggi coincide con l’operazione di conoscere se stessi nel profondo: non comprende solo specifici test attitudinali finalizzati alla scelta della scuola futura (sicuramente importanti e molto utili), ma avvia ad un’analisi ulteriore, ad un leggersi dentro, chiarirsi e mira soprattutto a fondare e rendere sempre attivo il desiderio di cogliere le occasioni di perfezionamento e nuovo apprendimento.

La cosa più importante che gli puoi insegnare è di diventare consapevole di ciò che è, delle scelte che fa e di come sta vivendo, affinché possa percorrere la strada della crescita in modo fiducioso e gioioso, sapendo che può e potrà sempre contare sull’affetto e il sostegno dei suoi genitori. Le nostre e le loro scelte costituiranno la strada giusta per i nostri ragazzi? Non possiamo saperlo, possiamo solo augurarcelo e augurarglielo, ricordandoci che la strada giusta si costruisce giorno per giorno: questo è il vero saper orientare per un genitore!


Ecco un breve estratto di alcune domande e risposte della prima parte del libro.

Tra le varie domande affrontate nel libro ne riporto 5 a titolo esemplificativo, ovviamente non comprendendo le risposte intere comprensive di parole chiave e consigli.

Alcuni genitori chiedono: Chi mi può dire con certezza per cosa è portato mio figlio? Risposta: Nessuno! La certezza è un concetto che ha poco a che fare con i percorsi di crescita, poiché gli aspetti da considerare sono molteplici e sempre in evoluzione. In realtà tuo figlio te lo racconta ogni giorno “per che cosa è portato”, sia attraverso i risultati scolastici che attraverso i suoi comportamenti…

Altri genitori dicono: “Mio figlio sembra essere completamente disinteressato al suo futuro, pensa solo a giocare...”. Col gioco si socializza, si impara, si cresce, si sta bene, si vive il presente e tutto quello che lo anima e lo rappresenta…. Ci si potrebbe chiedere qual è il senso del gioco per nostro figlio? Quanto vale per lui la gratificazione? Sa riconoscere il senso del tempo?…

Altri ancora affermano: “E’ stato indirizzato verso una scuola di tipo professionale, ma noi non siamo d’accordo!” Quando il parere della scuola contrasta con quanto la famiglia ritiene adeguato per il figlio, sarà necessario porsi una serie di domande del tipo: Che cosa n dice il ragazzo o la ragazza? Che cosa pensa di questo giudizio su di lui/lei? Tutti i professori si sono espressi per un istituto professionale? Sapete che dal professionale si può sempre passare ad un altro indirizzo scolastico?

Altri si chiedono : “Nell’ultimo anno ha cambiato idea mille volte: come aiutarlo?” qui i concetti da valutare sono importanti: costanza (mantenere attenzione e impegno per un tempo prolungato); esperienza (dare valore alla consapevolezza del proprio vissuto); cambiamento (tutte le prospettive devono essere valutate con oggettività); programmazione (attivare un progetto attraverso diversi passaggi) ed infine ma non ultimo piano di realtà (riconoscere se stessi sui tre diversi livelli del sapere, saper fare, saper essere).

Infine altri orgogliosamente dicono: “E’ bravo in tutto, lo dicono anche gli insegnanti. E ora cosa scegliere?” Capita a volte di incontrare studenti che, per le loro qualità innate, sfornano in continuazione risultati eccellenti sul piano dell’apprendimento. In questo caso qualsiasi scelta decida tuo figlio/tua figlia sarà una buona scelta. Potrebbe essere interessante portarlo a informarsi e riflettere su quali saranno le professioni più richieste nel futuro. Ad esempio considera che nei prossimi anni l’economia sostenibile creerà nuove figure professionali molto richieste in ambiti concernenti l’energia verde, l’efficienza energetica e tutto il mondo dell’eco-sostenibile e della lotta all’inquinamento per la salvaguardia del pianeta.

 

Articolo del:


di Alessandra Favaro

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