Quale consulenza finanziaria?
Facciamo un po' di chiarezza, ecco le direttive della MIFID II in tema di consulenza finanziaria indipendente e non indipendente
L'evento "Consulentia" tenutosi a Roma qualche mese fa aveva confermato l'intento delle più note sim e banche: "continueremo a puntare sulla consulenza non indipendente".
A ulteriore conferma di ciò, come riporta anche l’articolo del Sole24Ore di Gianfranco Ursino "QUANTE FORME DI CONSULENZA SONO PREVISTE DALLA MIFID II", nelle diverse conferenze tenutesi al Salone del Risparmio che si è svolto da poco a Milano, è emerso che "le maggiori banche e reti dichiarano di non essere interessate al modello della consulenza indipendente, dall'altro sembrano riluttanti ad accettare di dover dichiarare al cliente la caratteristica non indipendente del loro servizio".
L’articolo continua evidenziando che "l’articolo 24 della direttiva Mifid 2 impone agli intermediari di comunicare al cliente se la consulenza viene prestata secondo una modalità indipendente o non indipendente.
In funzione di questa scelta derivano diverse conseguenze. In primis sul sistema di remunerazione: nel primo caso si avrà solo una parcella pagata direttamente dal cliente (fee only) e nel secondo caso mediante la retrocessione delle commissioni sui prodotti finanziari a condizione però che tali commissioni remunerino un efficace innalzamento della qualità del servizio offerto al cliente".
"L’operazione confusione è quindi scattata nonostante la Mifid 2 parli molto chiaro: consulenza indipendente o non indipendente. E dire che la Mifid 2 richiede proprio agli intermediari di parlare in modo altrettanto chiaro ai loro clienti".
Con queste premesse il quadro non è certo a favore degli investitori, reti e banche continueranno con il vecchio schema della "non indipendenza" e a operare in conflitto d'interessi.
Ma perché allora non ammetterlo pubblicamente e dirlo anche ai loro clienti?
Se non altro sarebbe almeno un primo passo verso la trasparenza.
Ecco la confusione intorno all'argomento poichè da tempo tutti gli operatori del settore quali consulenti finanziari, private banker, etc. che appartengono a banche, sim, compagnie assicurative, rientrano nella categoria "consulenti finanziari" e, pur facendo parte di reti di vendita di prodotti propri e solo di alcune terze Società, con termine inappropriato, la maggior parte si definiscono anche "indipendenti".
E comunque nulla di diverso in tutti i precedenti anni quando esisteva la figura del promotore finanziario.
Del resto in assenza di questa situazione, non sarebbe mai nata la Consulenza Super Partes che permette di supervisionare "al di sopra delle parti" qualsivoglia intermediario finanziario, evidentemente la sua esistenza ha una ben precisa ragione nella tutela degli interessi di un investitore.
Essere broker o mettere a disposizione dei clienti diversi prodotti di terze Società di Gestione non è sinonimo di indipendenza finanziaria, vuol semplicemente dire che l'intermediario in qualità di banca, sim o compagnia di assicurazione, oltre a vendere prodotti propri, ha preso accordi con qualche Società di Gestione che gli ha messo a disposizione solo alcuni fondi, sicav oppure dei prodotti già confezionati con all'interno un pacchetto definito e limitato di fondi e sicav di terze Società, dove non è possibile fare interventi correttivi nel tempo per proteggere e modificare il portafoglio ma solo forse passare da un profilo all'altro (es. prudente, aggressivo, etc.).
Quando un intermediario propone e vende i propri prodotti oltre che alcuni singoli o confezionati di terze Società con cui ha preso accordi, non opera nell'indipendenza e sta solo preservando i suoi interessi commerciali.
In questo contesto il cliente è impossibilitato a poter scegliere il "meglio" di tutto quanto c'è a disposizione sul panorama internazionale nonché ad accedere alle soluzioni e formule più innovative a protezione del capitale investito, è impossibilitato a beneficiare della miglior ottimizzazione di costi e tassazioni per gli strumenti utilizzati che solo nella totale indipendenza è possibile realizzare.
Già con questo presupposto il consulente finanziario elude l'obbligo di rispettare appieno le esigenze, preferenze e il profilo del cliente.
Lo studio di Consulenza Super Partes rimane a disposizione per una prima consulenza gratuita nonchè per far conoscere i numerosi vantaggi e privilegi dell’autentica Consulenza Indipendente.
A ulteriore conferma di ciò, come riporta anche l’articolo del Sole24Ore di Gianfranco Ursino "QUANTE FORME DI CONSULENZA SONO PREVISTE DALLA MIFID II", nelle diverse conferenze tenutesi al Salone del Risparmio che si è svolto da poco a Milano, è emerso che "le maggiori banche e reti dichiarano di non essere interessate al modello della consulenza indipendente, dall'altro sembrano riluttanti ad accettare di dover dichiarare al cliente la caratteristica non indipendente del loro servizio".
L’articolo continua evidenziando che "l’articolo 24 della direttiva Mifid 2 impone agli intermediari di comunicare al cliente se la consulenza viene prestata secondo una modalità indipendente o non indipendente.
In funzione di questa scelta derivano diverse conseguenze. In primis sul sistema di remunerazione: nel primo caso si avrà solo una parcella pagata direttamente dal cliente (fee only) e nel secondo caso mediante la retrocessione delle commissioni sui prodotti finanziari a condizione però che tali commissioni remunerino un efficace innalzamento della qualità del servizio offerto al cliente".
"L’operazione confusione è quindi scattata nonostante la Mifid 2 parli molto chiaro: consulenza indipendente o non indipendente. E dire che la Mifid 2 richiede proprio agli intermediari di parlare in modo altrettanto chiaro ai loro clienti".
Con queste premesse il quadro non è certo a favore degli investitori, reti e banche continueranno con il vecchio schema della "non indipendenza" e a operare in conflitto d'interessi.
Ma perché allora non ammetterlo pubblicamente e dirlo anche ai loro clienti?
Se non altro sarebbe almeno un primo passo verso la trasparenza.
Ecco la confusione intorno all'argomento poichè da tempo tutti gli operatori del settore quali consulenti finanziari, private banker, etc. che appartengono a banche, sim, compagnie assicurative, rientrano nella categoria "consulenti finanziari" e, pur facendo parte di reti di vendita di prodotti propri e solo di alcune terze Società, con termine inappropriato, la maggior parte si definiscono anche "indipendenti".
E comunque nulla di diverso in tutti i precedenti anni quando esisteva la figura del promotore finanziario.
Del resto in assenza di questa situazione, non sarebbe mai nata la Consulenza Super Partes che permette di supervisionare "al di sopra delle parti" qualsivoglia intermediario finanziario, evidentemente la sua esistenza ha una ben precisa ragione nella tutela degli interessi di un investitore.
Essere broker o mettere a disposizione dei clienti diversi prodotti di terze Società di Gestione non è sinonimo di indipendenza finanziaria, vuol semplicemente dire che l'intermediario in qualità di banca, sim o compagnia di assicurazione, oltre a vendere prodotti propri, ha preso accordi con qualche Società di Gestione che gli ha messo a disposizione solo alcuni fondi, sicav oppure dei prodotti già confezionati con all'interno un pacchetto definito e limitato di fondi e sicav di terze Società, dove non è possibile fare interventi correttivi nel tempo per proteggere e modificare il portafoglio ma solo forse passare da un profilo all'altro (es. prudente, aggressivo, etc.).
Quando un intermediario propone e vende i propri prodotti oltre che alcuni singoli o confezionati di terze Società con cui ha preso accordi, non opera nell'indipendenza e sta solo preservando i suoi interessi commerciali.
In questo contesto il cliente è impossibilitato a poter scegliere il "meglio" di tutto quanto c'è a disposizione sul panorama internazionale nonché ad accedere alle soluzioni e formule più innovative a protezione del capitale investito, è impossibilitato a beneficiare della miglior ottimizzazione di costi e tassazioni per gli strumenti utilizzati che solo nella totale indipendenza è possibile realizzare.
Già con questo presupposto il consulente finanziario elude l'obbligo di rispettare appieno le esigenze, preferenze e il profilo del cliente.
Lo studio di Consulenza Super Partes rimane a disposizione per una prima consulenza gratuita nonchè per far conoscere i numerosi vantaggi e privilegi dell’autentica Consulenza Indipendente.
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