Quando i conti non tornano


Il Coach offre spunti e stimoli per riattivare "il tesoro nascosto" che è in ciascuno di noi
Quando i conti non tornano

È una storiella ben nota, forse non a tutti, in ambito psicologico. Quando mi fu raccontata, la trovai arguta e divertente, ma anche ricca di un profondo insegnamento che è alla base della mia attività di Coaching. Eccola:

Un vecchio arabo aveva un patrimonio di diciassette cammelli. Sentendosi avvicinare la fine, chiamò a sé i suoi tre figli per dettare le sue ultime volontà. Egli disse: “Al primo figlio lascio 1/2 del mio patrimonio, al secondo 1/3 e al terzo 1/9.” Quando il padre passò a miglior vita, i figli, decisi ad eseguire la sua volontà, si vennero a trovare di fronte a un problema irrisolvibile fin dall’inizio, non potendo né uccidere, nè vendere i cammelli: come ottenere la metà di diciassette? Malgrado i loro sforzi, non pareva esserci nessuna soluzione. Furono allora presi da profondo sconforto.

Alla fine pensarono di ricorrere all’aiuto di un saggio. Egli, dopo aver considerato la situazione, decise di prestare loro il suo cammello. I cammelli divennero così diciotto e i fratelli procedettero alle divisioni: 1/2 di 18 = 9; 1/3 di 18 = 6; 1/9 di 18 = 2. Facendo i conti, risultò che 9 + 6 + 2 dava come risultato 17, e con grande gioia videro risolto il loro problema.

Il saggio sorrise complimentandosi e osservò: “Vedo che avanza un cammello” e se lo riprese aggiungendo: “Potrà essere utile a qualcun altro”.

Il simpatico apologhetto racchiude una verità confermata dall’esperienza: per sbloccare una situazione che non sembra offrirci vie di uscita, la scelta può risiedere nella temporanea presa in prestito di un elemento offerto da una persona esterna alla situazione e, perciò, capace di analizzarla da un diverso punto di vista (arricchito dall’esperienza professionale), libero dal coinvolgimento emozionale che spesso è alla base di blocchi psicologici e di dolorosi fallimenti.

Giustamente è stato osservato che “Non possiamo trovare soluzioni con gli stessi pensieri, emozioni e attitudini che hanno generato i problemi” (HeartMath Institute).

Ecco allora il ruolo del Coach, che non consiste nel risolvere i problemi del clienti, nè nell’avviare un’analisi psicanalitica, bensì nell’offrire quegli spunti o stimoli capaci di attivare il potenziale che, come un prezioso tesoro, giace nel profondo di ciascuno di noi, in modo da cimentarsi con nuove sfide e nuove soluzioni, soprattutto quando i conti sembrano non tornare e basta prestare un “diciottesimo cammello” perché la carovana dei progetti, delle speranze e dell’agire positivo riprenda il suo corso.

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di Cristina Costa

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