Quando il corpo parla
Quando non ci si riesce ad esprimere attraverso la parola, può capitare che esso diventi il “luogo privilegiato” della manifestazione di una sofferenza
II corpo è la "tela" su cui ognuno di Noi racconta e scrive la propria storia, il proprio romanzo, e, come tale, è il mezzo attraverso il quale esprimiamo la parte più profonda di Noi. Quando non ci si riesce ad esprimere attraverso la parola, perché la "bocca tace", talvolta può capitare che esso diventi il "luogo privilegiato" della manifestazione di una sofferenza, di un disagio, la via che la nostra mente sceglie per dire l’indicibile.
Oggigiorno è, ormai, un concetto acquisito ritenere che le malattie fisiche possano essere direttamente collegate alle emozioni. Questa duplice interazione tra corpo ed emozione viene definita psicosomatizzazione (ossia l’influenza tra fattori biologici e psicologici) ed è considerato il meccanismo d’azione dei cosiddetti disturbi psicosomatici. Somatizzare significa, infatti, trasformare il dolore emotivo in dolore fisico, a causa dell’incapacità di esprimere correttamente il primo.
Quando si può parlare di psicosomatizzazione?
Quando il corpo si difende da emozioni dolorose e intollerabili o da una sofferenza psicologica manifesta il proprio disagio su alcuni organi che diventano bersaglio. Perché ciò avviene?
Ciò può accadere perché non ci autorizziamo ad ascoltarci e ad esperire determinate emozioni che sono per noi troppo dolorose per essere vissute, così trovano una via di scarico immediata nel corpo. Le emozioni si incanalano in uno o più sintomi, che non sono altro che un messaggio che il nostro corpo ci invia, un segnale per farci "riflettere" sul fatto che forse dovremmo soffermarci ad ascoltarci per prendere consapevolezza di quello che non va, per iniziare ad attuare un cambiamento. Molte persone non esprimono il loro malessere perché non trovano le parole per farlo o perché, più semplicemente, è stato insegnato loro che, così facendo, si esporrebbero troppo. Il risultato di queste convinzioni è abbastanza evidente: evitiamo di esprimere come ci sentiamo e alla fine non sappiamo più perché stiamo male. Ci affligge una sorta di amnesia che ci impedisce di arrivare alla vera radice del problema, al perché stiamo tanto male e da dove provenga tutto questo.
Il nostro corpo ci viene dunque in "aiuto" facendoci vedere quello che non va nella nostra esistenza, il sintomo non è allora da intendere come un "nemico" da sconfiggere, ma come un "alleato" che ci viene in soccorso per allertarci, per sollecitarci a mettere in atto qualche cambiamento. Dovremmo, dunque, sempre tenere preste che, laddove la "parola" può a volte ingannare, il corpo non mente mai, poiché "pensiamo" prima con il nostro corpo, poi "agiamo" con la mente.
Come comportarsi di fronte alle proprie reazioni psicosomatiche?
Di fronte a un disturbo che coinvolge il corpo, e si è appurato che non ha alla base alcuna causa organica, è importante dunque chiedersi:
"Cosa vuole comunicarci il sintomo quando compare, quando migliora o peggiora, quali sono i "vantaggi" che otteniamo dalla presenza dello stesso, ossia cosa ci permette o non permette di fare od ottenere?"
"A cosa ci serve questo disturbo?"
Ricordiamoci, infatti, che la presenza di un sintomo ha sempre un senso, andare a capire quale sia il significato per noi e per la nostra storia, è di fondamentale importanza.
"Quali sono i nostri bisogni?"
Ascoltarli e prendersene cura è indispensabile per ripristinare uno stato di benessere e ritornare padroni della propria vita, poiché ogni volta che inibiamo il nostro modo di essere e la nostra emotività rischiamo di ammalarci.
Riassumendo: attraverso i sintomi fisici, il nostro corpo parla: ci invita a prendere consapevolezza di un disagio emotivo/relazionale e a prendersene cura. Fermarsi per qualche minuto ad ascoltarlo è un primo grande gesto di amore verso di esso e verso di Noi più in generale. Dobbiamo, dunque imparare ad amarci, perché ascoltare il nostro corpo equivale ad ascoltare noi stessi, la nostra essenza più intima e profonda. Soma e psiche sono due elementi che vanno ad integrarsi e se l’uno è in salute, anche l’altra ne beneficerà.
Oggigiorno è, ormai, un concetto acquisito ritenere che le malattie fisiche possano essere direttamente collegate alle emozioni. Questa duplice interazione tra corpo ed emozione viene definita psicosomatizzazione (ossia l’influenza tra fattori biologici e psicologici) ed è considerato il meccanismo d’azione dei cosiddetti disturbi psicosomatici. Somatizzare significa, infatti, trasformare il dolore emotivo in dolore fisico, a causa dell’incapacità di esprimere correttamente il primo.
Quando si può parlare di psicosomatizzazione?
Quando il corpo si difende da emozioni dolorose e intollerabili o da una sofferenza psicologica manifesta il proprio disagio su alcuni organi che diventano bersaglio. Perché ciò avviene?
Ciò può accadere perché non ci autorizziamo ad ascoltarci e ad esperire determinate emozioni che sono per noi troppo dolorose per essere vissute, così trovano una via di scarico immediata nel corpo. Le emozioni si incanalano in uno o più sintomi, che non sono altro che un messaggio che il nostro corpo ci invia, un segnale per farci "riflettere" sul fatto che forse dovremmo soffermarci ad ascoltarci per prendere consapevolezza di quello che non va, per iniziare ad attuare un cambiamento. Molte persone non esprimono il loro malessere perché non trovano le parole per farlo o perché, più semplicemente, è stato insegnato loro che, così facendo, si esporrebbero troppo. Il risultato di queste convinzioni è abbastanza evidente: evitiamo di esprimere come ci sentiamo e alla fine non sappiamo più perché stiamo male. Ci affligge una sorta di amnesia che ci impedisce di arrivare alla vera radice del problema, al perché stiamo tanto male e da dove provenga tutto questo.
Il nostro corpo ci viene dunque in "aiuto" facendoci vedere quello che non va nella nostra esistenza, il sintomo non è allora da intendere come un "nemico" da sconfiggere, ma come un "alleato" che ci viene in soccorso per allertarci, per sollecitarci a mettere in atto qualche cambiamento. Dovremmo, dunque, sempre tenere preste che, laddove la "parola" può a volte ingannare, il corpo non mente mai, poiché "pensiamo" prima con il nostro corpo, poi "agiamo" con la mente.
Come comportarsi di fronte alle proprie reazioni psicosomatiche?
Di fronte a un disturbo che coinvolge il corpo, e si è appurato che non ha alla base alcuna causa organica, è importante dunque chiedersi:
"Cosa vuole comunicarci il sintomo quando compare, quando migliora o peggiora, quali sono i "vantaggi" che otteniamo dalla presenza dello stesso, ossia cosa ci permette o non permette di fare od ottenere?"
"A cosa ci serve questo disturbo?"
Ricordiamoci, infatti, che la presenza di un sintomo ha sempre un senso, andare a capire quale sia il significato per noi e per la nostra storia, è di fondamentale importanza.
"Quali sono i nostri bisogni?"
Ascoltarli e prendersene cura è indispensabile per ripristinare uno stato di benessere e ritornare padroni della propria vita, poiché ogni volta che inibiamo il nostro modo di essere e la nostra emotività rischiamo di ammalarci.
Riassumendo: attraverso i sintomi fisici, il nostro corpo parla: ci invita a prendere consapevolezza di un disagio emotivo/relazionale e a prendersene cura. Fermarsi per qualche minuto ad ascoltarlo è un primo grande gesto di amore verso di esso e verso di Noi più in generale. Dobbiamo, dunque imparare ad amarci, perché ascoltare il nostro corpo equivale ad ascoltare noi stessi, la nostra essenza più intima e profonda. Soma e psiche sono due elementi che vanno ad integrarsi e se l’uno è in salute, anche l’altra ne beneficerà.
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