Quando la Comunicazione Favorisce le Relazioni?

Per muoversi nel mondo in modo efficace è fondamentale possedere alcune abilità psico-sociali, le cosiddette life skills (Chiappi, F. 2021). Tra queste, in un’epoca caratterizzata da continui contatti e rapporti, la capacità di comunicare assume un ruolo particolarmente rilevante, poiché funzionale anche a creare relazioni costruttive. Relazioni in cui si tiene conto del punto di vista altrui, non solo del proprio, e si tende al vantaggio reciproco, anziché cercare d’imporsi a tutti i costi. Molti stati di malessere, nei vari ambienti attuali, dipendono, infatti, dallo stress derivante da comunicazioni disfunzionali, che non favoriscono le relazioni ma, al contrario, le ostacolano, le fratturano e le violano.
Comunicazione Efficace
La comunicazione non è solo uno scambio d’informazioni, ma anche un'interazione, un influenzamento reciproco, che può generare un dialogo oppure innescare stati d'animo di ansia, disagio, inquietudine, diffidenza o irritabilità. Può aprire le porte all’intesa o far innalzare barriere e difese impenetrabili.
Si comunica sempre; come precisa Watzlawick, “non si può non comunicare”.
Entriamo in relazione con uno sguardo o evitando di guardarci, parlando o stando in silenzio, ma è soprattutto con le parole che possiamo avere una grande influenza sugli altri, costruttiva o meno, secondo l’intento profondo che ci muove e il livello di consapevolezza di noi stessi e degli altri.
La comunicazione disfunzionale
La comunicazione non è mai neutra: essa crea sempre una qualche suggestione. Con i nostri gesti e le nostre parole influenziamo chi ci ascolta, così come gli altri fanno con noi. Secondo come ci poniamo, apriamo le porte alla relazione o innalziamo barriere.
Ognuno di noi, quando comunica, desidera essere ascoltato, compreso e ottenere un’approvazione. Per questo motivo, chi intende comunicare efficacemente deve curare sia l’aspetto logico (logos) che quello emotivo (pathos). Quando, però, prevale la tendenza a vedere l’altro come uno strumento per i propri fini, piuttosto che come una persona da rispettare anche nelle sue convinzioni, divergenze e differenze, la comunicazione perde il suo fondamento etico (ethos) e assume la connotazione della manipolazione.
La Corresponsabilità Comunicativa
La comunicazione è efficace, quando ci sono consapevolezza reciproca rispetto alle proprie intenzioni e una corretta decodifica di quelle altrui. Così facendo, “entrambi gli interlocutori sono sullo stesso piano e condividono la medesima responsabilità nella gestione dell'interazione comunicativa. La comunicazione, infatti, consiste essenzialmente in una forma di partecipazione, poiché essa è il prodotto congiunto della collaborazione fra interlocutori” (Anolli, L. 2002). La comunicazione efficace usa il confronto, anche il dissenso, ma non modalità up/down, tentativi di sopraffare, manipolare, deridere l’altro.
La Comunicazione Verbale
Per avere un buon livello di competenza comunicativa verbale, occorre innanzitutto imparare a esprimersi con chiarezza, coerenza e congruenza, sia a livello verbale, sia non verbale, in modo adeguato rispetto ai diversi ambienti relazionali e socio-culturali. È necessario possedere una buona formazione linguistica, arricchita dalla pratica della lettura, e una padronanza delle parole astratte, che sono fondamentali per comprendere emozioni, stati d’animo, aspetti valoriali e per valutare persone, situazioni e analizzare criticamente. Un’operazione complessa che richiede non solo la conoscenza etimologica delle parole, dei loro significati e sinonimi, ma anche un ampio bagaglio di letture che aiuti a cogliere le sfumature di significato. Se la padronanza delle parole concrete, come “mare” o “bosco”, può essere raggiunta anche tramite immagini visive, quella delle parole astratte avviene solo attraverso racconti, proverbi e storie. Ad esempio, per comprendere comportamenti umani complessi come la gelosia, brani tratti da opere come Otello di Shakespeare possono essere uno strumento utile e il confronto con gli altri la possibilità di approfondirne i vari aspetti da più punti di vista.
Comunicazione Non Verbale
La comunicazione non verbale è una parte cruciale della relazione, poiché ci permette di esprimere intenzioni e stati emotivi in modo immediato e spesso più sincero delle parole. Il linguaggio del corpo, i gesti, le espressioni facciali, il tono della voce e la postura sono tutti elementi che contribuiscono a comunicare un messaggio. Per esempio, un sorriso o uno sguardo di approvazione possono consolidare una relazione, mentre un gesto di disapprovazione o un atteggiamento chiuso può innalzare barriere. La consapevolezza e il controllo di questi segnali non verbali sono essenziali per una comunicazione efficace. In un dialogo, è fondamentale che il messaggio verbale e quello non verbale siano in armonia, poiché una discordanza tra i due può generare incomprensioni e sfiducia.
L'Aspetto Relazionale della Comunicazione
Utilizzare la competenza comunicativa per instaurare buone relazioni richiede non solo la consapevolezza delle proprie intenzioni, ma anche la comprensione delle conseguenze delle proprie comunicazioni. È necessario esprimere punti di vista, bisogni, valori, diritti e sentimenti, ma anche essere in grado di ascoltare, cercando di comprendere gli altri e reagendo di conseguenza. Riconoscere le reazioni altrui a quanto comunichiamo, sapersene avvalere e prestare attenzione ai "rumori" soggettivi – emozioni, pensieri, stereotipi e pregiudizi che possono interferire con il messaggio – sono abilità che si sviluppano nel tempo. Tali competenze sono fondamentali nei vari ambienti educativi e lavorativi, dove dovrebbero essere promosse e continuamente rafforzate.
La Riflessività
Sapersi porre nella relazione con gli altri in modo positivo richiede l’intenzione di interagire in ambito familiare e sociale per realizzare relazioni costruttive e promuovere benessere. Un’abilità che prende forma attraverso la progressiva consapevolezza delle proprie percezioni nel “qui e ora”, ma anche la capacità di attribuire loro un senso attraverso l’introspezione, la riflessione sui propri processi mentali. È questa consapevolezza che ci permette di evitare reazioni impulsive e irrazionali (Anolli, L., 2002). Inoltre, la comunicazione familiare, scolastica e lavorativa dovrebbe favorire lo spazio per l’espressione dei diversi pensieri e promuovere la progressiva abitudine al confronto dialettico. Come ha spiegato Lev Vygotskij, la comunicazione intrapsichica, l'introspezione passano attraverso il dialogo con le persone intorno a noi, fin dai primi anni di vita. Il confronto con gli altri non solo facilita l’espressione dei pensieri, ma consente anche la loro rielaborazione interna, creando una base solida per lo sviluppo della coscienza.
Bibliografia e Sitografia
Anolli, L. (2002). Psicologia della comunicazione. Bologna: Il Mulino Strumenti.
Chiappi F. (15/11/2021). Life skills e promozione della salute psicofisica. ProntoProfessinista.it.
Watzlawick, P., Beavin, J. H., & Jackson, D. D. (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio.
Vygotskij, S. L. (2010). Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori. Firenze. Giunti editore.
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