Quando “le fisse” sono un disturbo psicologico?


Come riconoscere quando le nostre "manie" nascondono un disturbo psicologico importante: il disturbo ossessivo compulsivo. Cos'è e come si cura.
Quando “le fisse” sono un disturbo psicologico?
Può capitare a chiunque di farsi prendere da dubbi che tormentano, atteggiamenti scaramantici, bisogno di programmare in modo rigido, ossessione per la pulizia. Sono pensieri che producono ansia e costringono a comportamenti di controllo.

Ad esempio, scendiamo dalla macchina, chiudiamo, e improvvisamente un dubbio ci assale: "ho chiuso la macchina?", sappiamo di averla chiusa, ma lo stesso cerchiamo di aprire lo sportello per controllare che la macchina sia effettivamente bloccata. Alcuni rituali fanno parte della nostra cultura, siano essi riti religiosi o scaramantici, chi di noi non ha mai pregato prima di un esame o fatto le corna per "sconfiggere"un pensiero di sfortuna!!!

A volte però alcuni atteggiamenti ritualizzati e ripetitivi diventano imprescindibili, cioè obbligatori e i pensieri di dubbio delle vere e proprie ossessioni, che affollano la mente quasi tutto il giorno. La qualità della vita si abbassa ed è connotata da un’ansia costante, fino a diventare impossibile condurre una vita normale. Questo crea grande disagio anche ai familiari che spesso sono costretti a continue pratiche di controllo e a partecipare ai rituali. In questi casi ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disturbo d’ansia, è una malattia, si tratta del disturbo ossessivo compulsivo (DOC).

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano ripetutamente. Le compulsioni sono rituali o comportamenti ripetitivi o anche azioni mentali (tipo ripetere delle frasi o contare), messe in atto per ridurre l’ansia provocata dai pensieri ossessivi. Ad esempio a volte chi soffre di DOC teme di poter venire contaminato attraverso il contatto con superfici sporche e per abbassare l’ansia continua a lavarsi le mani e/o a sterilizzare indumenti e oggetti; altre volte le ossessioni riguardano il timore di aver fatto del male a qualcuno senza accorgersene, ad esempio in macchina, e si sente costretto a tornare sul tragitto a verificare non ci siano feriti, oppure ha il timore di avere un impulso violento non controllabile e quindi di poter aggredire i propri familiari.

Molti di coloro che soffrono di DOC si rendono conto dell’assurdità e dell’inutilità dei loro rituali ma si sentono costretti a farli. Spesso si vergognano per i loro pensieri e rituali e dunque non ne parlano con nessuno fino a che la situazione diviene insostenibile, questo ovviamente non aiuta il processo di cura. Le persone che soffrono di DOC sono molte di più di quanto si possa pensare, ne sono affette fino a 2 persone su 100.

Le cause del DOC sono multifattoriali: vulnerabilità genetica, alterazioni biochimiche, fattori individuali psicologici.

Il disturbo può essere trattato attraverso la psicoterapia, in particolare la terapia cognitiva-comportamentale, che aiuta il soggetto a conoscere il disturbo e ad imparare a gestire le paure legate ai pensieri ossessivi e ad accettare i normali rischi, a lasciare andare i pensieri bizzarri, riportando il paziente in uno stato di padronanza di sé. Se la terapia psicologica da sola non è sufficiente, a causa della gravità del disturbo, si può intervenire farmacologicamente, attraverso antidepressivi che diminuiscono al forza delle ossessioni, l’ansia e i correlati depressivi.

La maggioranza delle persone affette da DOC sprofonda in uno stato di impotenza e di vergogna, e questo è il maggior pericolo, poiché tardano a chiedere aiuto, lasciando il tempo al disturbo di espandersi come una macchia d’olio, in sempre più contesti di vita. E’ dunque importante chiedere sostegno al più presto, senza vergognarsi dei pensieri e dei comportamenti bizzarri. Qualsiasi terapeuta che lavora con pazienti affetti da DOC li avrà di sicuro già sentiti da altri e potrà aiutare chi gli si rivolge a riprendere in mano la propria vita.

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di Valentina Benvenuti

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