Quante aziende conoscono il D.Lgs. 231/01?
Con il D.Lgs.231/01 la responsabilità amministrativa delle imprese è stata estesa ai reati in materia di sicurezza sul lavoro e contro l'ambiente

Da quando il D.Lgs. 231/01 è stato esteso ai reati inerenti la sicurezza e l’ambiente, le aziende possono venir sanzionate con pene pesantissime che possono arrivare alla limitazione o cessazione dell’attività, con gravi conseguenze sulla business continuity.
Amministratori, manager e responsabili di funzione sono tutti toccati dalla normativa. Chi oggi occupa posizioni di responsabilità all’interno delle imprese non può prescindere dalla conoscenza del mutato contesto legislativo che include gli orientamenti della giurisprudenza alla luce delle più recenti sentenze.
Nelle imprese gestite da società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro a carico del datore di lavoro gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione (sentenza Cass. Pen. Sez. IV, 08.02.2008, n. 6280).
Caratteristica del D.Lgs. 231/01 è la presunzione di colpevolezza dell’ente (impresa) sul quale grava l’onere di dimostrare la mancanza di colpa (inversione dell’onere della prova).
Tuttavia, ai sensi dell’art.6 del decreto, le imprese possono esimersi dalla responsabilità per i suddetti reati se dimostrano che l’organo dirigente ha attuato, prima della commissione del fatto, modelli organizzativi e di gestione idonei; che il compito di vigilare è stato affidato ad un organismo di vigilanza; che gli autori del reato hanno eluso fraudolentemente i modelli di gestione e che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza.
Il modello di organizzazione, gestione e controllo dell’azienda deve essere adeguato ai requisiti richiesti dal D.Lgs. 231/01. Le aziende che vogliono tutelarsi da una propria responsabilità amministrativa devono provvedere ad adeguare il proprio sistema di gestione e formalizzare il processo di monitoraggio dell’effettiva attuazione del sistema del sistema dei presidi descritto nel documento di valutazione dei rischi. E per farlo rivolgersi ad esperti della materia. Green Innovation offre la prima consulenza gratuita.
Amministratori, manager e responsabili di funzione sono tutti toccati dalla normativa. Chi oggi occupa posizioni di responsabilità all’interno delle imprese non può prescindere dalla conoscenza del mutato contesto legislativo che include gli orientamenti della giurisprudenza alla luce delle più recenti sentenze.
Nelle imprese gestite da società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro a carico del datore di lavoro gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione (sentenza Cass. Pen. Sez. IV, 08.02.2008, n. 6280).
Caratteristica del D.Lgs. 231/01 è la presunzione di colpevolezza dell’ente (impresa) sul quale grava l’onere di dimostrare la mancanza di colpa (inversione dell’onere della prova).
Tuttavia, ai sensi dell’art.6 del decreto, le imprese possono esimersi dalla responsabilità per i suddetti reati se dimostrano che l’organo dirigente ha attuato, prima della commissione del fatto, modelli organizzativi e di gestione idonei; che il compito di vigilare è stato affidato ad un organismo di vigilanza; che gli autori del reato hanno eluso fraudolentemente i modelli di gestione e che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza.
Il modello di organizzazione, gestione e controllo dell’azienda deve essere adeguato ai requisiti richiesti dal D.Lgs. 231/01. Le aziende che vogliono tutelarsi da una propria responsabilità amministrativa devono provvedere ad adeguare il proprio sistema di gestione e formalizzare il processo di monitoraggio dell’effettiva attuazione del sistema del sistema dei presidi descritto nel documento di valutazione dei rischi. E per farlo rivolgersi ad esperti della materia. Green Innovation offre la prima consulenza gratuita.
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