Quanto costa registrare un Marchio Comunitario
Quanto costa comunicare all'esterno la propria identità aziendale? Che peso assume il proprio prodotto e il brand stesso?

Registrare il marchio protegge dalle imitazioni e da altre forme di contraffazione o violazione. Ed il passo decisivo per comunicare all'esterno quello che si conosce all'interno.
Il peso crescente del commercio unito e dell'eurozona sono aspetti che non possono esser considerati quando si inizia a fare del brand identity e quando un'azienda nascente decide di far sentire la propria presenza su un mercato vieppiù allargato.
Operare in uno dei Paesi membri significa avere accesso a qualcosa come 500 milioni di consumatori, un marchio comunitario (mc) conferisce protezione al titolare in tutta l'Europa.
Significa (come per il marchio nazionale):
- Tutelare il valore della marca
- Andare a costituire un nuovo bene
- Difendere dai marchi della concorrenza
- Impedire contraffazione e frodi
Nello specifico il MC significa anche:
- Avviare un'unica procedura di registrazione
- con un'unica domanda
- in un'unica lingua procedurale
- con un unico centro amministrativo
- un unico fascicolo da gestire
- e una sola tassa da pagare
L'ufficio competente è l'UAMI l'ufficio per l'armonizzazione del mercato interno, con sede ad Alicante (in spagna). Una volta depositata la domanda e convalidata dopo gli opportuni controlli, il marchio avrà valenza in tutte e 28 i Paesi, attuali e futuri, conferendo al titolare il diritto esclusivo su di esso. Sarà valido per 10 anni e rinnovabile indefinitamente.
Ma passiamo ai costi: la procedura di deposito è stata resa semplice e accessibile anche grazie all'estrema navigabilità del sito ufficiale dell'UAMI. In esso sono elencati tutti i costi possibili, ma alcuni aspetti non sono né elencati né propriamente facili da individuare.
COSTI FISSI
Considerando che il marchio, una volta registrato avrà valenza per in ogni Paese membro non pare essere molto oneroso.
- 900 euro per il deposito elettronico, il cosiddetto e-filing
- 1050 euro per quello cartaceo
- in entrambi i casi, se si vuole depositare il marchio in più di tre classi, sarà necessario aggiungere 150 euro per ogni classe di prodotti o servizi
- 1800 per il deposito di marchio collettivo.
Il web e la progressiva specializzazione individuale hanno consentito anche ai "non addettiai lavori" di intraprendere la strada del "fai da te" per commissioni come questa, ma la registrazione del proprio marchio di azienda comporta delle analisi e delle considerazioni da non escludere.
La registrazione è valida per 10 anni, è bene pensare prima a quali classi beni aprirsi, a quali fette di mercato e quantificare in classi richiedere il deposito. Questo perché una volta pubblicata la domanda non può essere modificata.
- Ogni domanda deve contenere, oltre ai requisiti stessi, indicazioni che permettano di identificare il richiedente; l'elenco dei prodotti o dei servizi per i quali si richiede la registrazione. Ogni descrizione deve essere puntuale e precisa, un po' lungimirante perché in 10 anni di business di può avviare una strategia più ampia ma senza strafare (le classi costano!)
- Le descrizioni del prodotto, di cui sopra, non possono essere approssimative né lasciate all'improvvisazione perché ogni parte della domanda è sottoposta al controllo degli esperti dell'UAMI. Dopo la fase di presentazione della domanda, on-line o cartacea, si apre infatti il periodo di esame, solo se questi non sollevano obiezioni l'iter si reputerà concluso. La domanda può essere rigettata, in tutto o in parte, si può anche esser costretti a rivedere alcuni passaggi alla luce dei pareri della commissione ed è opportuno farlo secondo indicazioni ed "etichette" specifiche.
- Una volta consegnati questi pareri al richiedente, non finisce qui, si apre il periodo di opposizione (per diritto anteriore o impedimento assoluto) da parte di un terzo che pensa di esser leso dalla vostra registrazione e per rispondere adeguatamente a queste situazioni non è il caso di farsi trovare impreparati.
- C'è poi la situazione in cui se la domanda viene rigettata il richiedente può presentare ricorso all'ente.
COSTI VARIABILI
Sono infatti dei costi che dipendono dagli onorari dei professionisti o degli studi ai quali si decide di affidarsi ma con la certezza che ogni passaggio non lascerà niente indietro di significativo e che l'esito, a scanso di motivazioni altre, sarà di certo positivo.
Il peso crescente del commercio unito e dell'eurozona sono aspetti che non possono esser considerati quando si inizia a fare del brand identity e quando un'azienda nascente decide di far sentire la propria presenza su un mercato vieppiù allargato.
Operare in uno dei Paesi membri significa avere accesso a qualcosa come 500 milioni di consumatori, un marchio comunitario (mc) conferisce protezione al titolare in tutta l'Europa.
Significa (come per il marchio nazionale):
- Tutelare il valore della marca
- Andare a costituire un nuovo bene
- Difendere dai marchi della concorrenza
- Impedire contraffazione e frodi
Nello specifico il MC significa anche:
- Avviare un'unica procedura di registrazione
- con un'unica domanda
- in un'unica lingua procedurale
- con un unico centro amministrativo
- un unico fascicolo da gestire
- e una sola tassa da pagare
L'ufficio competente è l'UAMI l'ufficio per l'armonizzazione del mercato interno, con sede ad Alicante (in spagna). Una volta depositata la domanda e convalidata dopo gli opportuni controlli, il marchio avrà valenza in tutte e 28 i Paesi, attuali e futuri, conferendo al titolare il diritto esclusivo su di esso. Sarà valido per 10 anni e rinnovabile indefinitamente.
Ma passiamo ai costi: la procedura di deposito è stata resa semplice e accessibile anche grazie all'estrema navigabilità del sito ufficiale dell'UAMI. In esso sono elencati tutti i costi possibili, ma alcuni aspetti non sono né elencati né propriamente facili da individuare.
COSTI FISSI
Considerando che il marchio, una volta registrato avrà valenza per in ogni Paese membro non pare essere molto oneroso.
- 900 euro per il deposito elettronico, il cosiddetto e-filing
- 1050 euro per quello cartaceo
- in entrambi i casi, se si vuole depositare il marchio in più di tre classi, sarà necessario aggiungere 150 euro per ogni classe di prodotti o servizi
- 1800 per il deposito di marchio collettivo.
Il web e la progressiva specializzazione individuale hanno consentito anche ai "non addettiai lavori" di intraprendere la strada del "fai da te" per commissioni come questa, ma la registrazione del proprio marchio di azienda comporta delle analisi e delle considerazioni da non escludere.
La registrazione è valida per 10 anni, è bene pensare prima a quali classi beni aprirsi, a quali fette di mercato e quantificare in classi richiedere il deposito. Questo perché una volta pubblicata la domanda non può essere modificata.
- Ogni domanda deve contenere, oltre ai requisiti stessi, indicazioni che permettano di identificare il richiedente; l'elenco dei prodotti o dei servizi per i quali si richiede la registrazione. Ogni descrizione deve essere puntuale e precisa, un po' lungimirante perché in 10 anni di business di può avviare una strategia più ampia ma senza strafare (le classi costano!)
- Le descrizioni del prodotto, di cui sopra, non possono essere approssimative né lasciate all'improvvisazione perché ogni parte della domanda è sottoposta al controllo degli esperti dell'UAMI. Dopo la fase di presentazione della domanda, on-line o cartacea, si apre infatti il periodo di esame, solo se questi non sollevano obiezioni l'iter si reputerà concluso. La domanda può essere rigettata, in tutto o in parte, si può anche esser costretti a rivedere alcuni passaggi alla luce dei pareri della commissione ed è opportuno farlo secondo indicazioni ed "etichette" specifiche.
- Una volta consegnati questi pareri al richiedente, non finisce qui, si apre il periodo di opposizione (per diritto anteriore o impedimento assoluto) da parte di un terzo che pensa di esser leso dalla vostra registrazione e per rispondere adeguatamente a queste situazioni non è il caso di farsi trovare impreparati.
- C'è poi la situazione in cui se la domanda viene rigettata il richiedente può presentare ricorso all'ente.
COSTI VARIABILI
Sono infatti dei costi che dipendono dagli onorari dei professionisti o degli studi ai quali si decide di affidarsi ma con la certezza che ogni passaggio non lascerà niente indietro di significativo e che l'esito, a scanso di motivazioni altre, sarà di certo positivo.
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