Quanto incide lo stress sul lavoro e cosa possono fare le aziende?

Si calcola, che un lavoratore su quattro sia interessato da “stress finanziario”. I timori relativi alla situazione economica personale e familiare sarebbero infatti in cima alle preoccupazioni che i cittadini portano anche sul posto di lavoro.
Il termine "burnout" indica infatti una condizione di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e derealizzazione personale derivante dallo stress dovuto alle condizioni di lavoro e a fattori della sfera personale e ambientale. Viene definito come un processo nel quale lo stress si trasforma in un meccanismo di difesa e una strategia di risposta alla tensione, con conseguenti comportamenti di distacco emozionale, difficoltà di adattamento ai cambiamenti, con sensazioni di maggiore vulnerabilità e peggioramento della qualità della vita, anche dal punto di vista sociale e relazionale.
Secondo l’Indagine sull’alfabetizzazione finanziaria nel mondo, solo il 37% degli italiani ha dimestichezza con i concetti base della finanza. Una percentuale inferiore alla media europea (55%) e al dato rilevato in tutte le altre economie avanzate, inoltre in materia di conoscenze economiche e finanziarie, le ragazze sono molto più indietro dei loro coetanei.
Quindi i giovani che si affacciano al mondo del lavoro rischiano così di non avere le competenze finanziarie, previdenziali e assicurative necessarie per orientarsi. Con effetti anche sul piano professionale.
I timori relativi alla situazione economica personale e familiare sarebbero infatti in cima alle preoccupazioni che i cittadini portano anche sul posto di lavoro, causando maggiori assenze per malattia o infortuni.
Sebbene l’uso delle carte di debito in Italia, sia ancora lontano dall’essere diffuso rispetto ad altri paesi, quali l'America o la Finlandia (che ha raggiunto un gravissimo indebitamento medio pro capite, pari al 127% del loro reddito) per esempio, i dati non sono molto più rassicuranti, in quanto le scarse conoscenze finanziarie, a partire dalla mancanza nell'offerta scolastica e la precarietà del mondo lavorativo, portano a presagire nel futuro una situazione sempre più fragile.
Per questo, le scuole, come le aziende, possono giocare un ruolo fondamentale per il benessere del paese, proponendo al propri collaboratori, alternative sostenibili per migliorare l’ambiente di lavoro e anche il rapporto con il personale: ad esempio offrendo strumenti di welfare quali abbonamenti in palestra, polizze sulla salute o sulla vita, oppure offrendo coesi di alfabetizzazione finanziaria.
In Italia questo tipo di formazione nelle imprese è ancora poco richiesta, in quanto gli imprenditori e i manager pensano che sia un tema molto delicato da trattare, la finanza e il denaro, perché lo considerano un argomento legato alla privacy.
Al contrario, dedicare la giusta attenzione alla salute finanziaria dei dipendenti significa occuparsi della loro produttività. Incentiva chi lavora ad adottare buone abitudini finanziarie e migliora il clima dell’ufficio, aiutando i dipendenti a sentirsi stabili e supportati.
Offrendo corsi di approfondimento su temi economici, piuttosto che di finanza comportamentale, senza entrare nelle situazioni personali di ciascuno, l’ambiente e il rapporto di lavoro ne risentono in modo positivo infatti, quando le persone riescono a tenere sotto controllo la propria economia “nella propria casa”, presente e futura, si sentono bene, sviluppano un senso di benessere maggiore, sono più felici e lavorano anche meglio!
In quest’ottica l’Educazione Finanziaria in azienda, intesa come percorso di accompagnamento nell’insegnare alle persone a fare scelte consapevoli negli ambiti principali della propria vita (lavoro, pensione, risparmi…), può diventare uno degli strumenti principali di welfare che le aziende hanno a disposizione nella loro politica di sostenibilità. Con notevoli vantaggi in termini di produttività, reputazione, opportunità.
Chi non vorrebbe lavorare in un'azienda che si "pre-occupa" del benessere dei propri collaboratori?
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