Quanto vali e per chi?


Come possiamo conoscere il nostro valore come persone? E' una domanda che spesso ci poniamo e la risposta influenza molte delle nostre attività
Quanto vali e per chi?

Prendo spunto da un fatto di cronaca politica di questi giorni. Qual è il nostro vero valore? Come lo possiamo andare a misurare? E perché farlo?
Partiamo dalla cronaca perché ha una risonanza adeguata sui mass media.

Ci interessa perché come "animali sociali", noi essere umani, siamo fortemente influenzati da quanto accade intorno a noi in molti modi.

Se una notizia viene ripresa e riproposta da più canali, come quotidiani cartacei ed on line, social media, radio, tv, essa diverrà un argomento che prima o poi sarà da noi conosciuto e interpretato. Detto in poche parole, senza banalizzare il concetto, attenzione, siamo fortemente influenzati nei nostri personali giudizi da quanto possiamo conoscere del mondo a noi circostante più le informazioni di pubblico dominio.

Nel titolo di questo breve articolo la domanda è chiara: quanto vali e per chi?

Rispondere sembra semplice. Ti faccio una provocazione: in questi giorni, un noto esponente politico si è espresso a favore della distribuzione delle dosi di vaccino nazionale in base anche al PIL delle regioni. Non voglio entrare nel merito di una dichiarazione del genere e provare ad indovinare che tipo di benefici la persona in questione potesse trarne. Proviamo però ad immaginare il processo che ha portato a generare una tale dichiarazione e, cosa più interessante, che tipo di ricaduta ha rispetto alla domanda iniziale.

Come facciamo ad attribuire un valore alle persone? Quali sono i parametri che prendiamo in considerazione per dire che un altro essere umano, o meglio ancora noi stessi, è "di valore"? Nel caso preso ad esempio possiamo ragionevolmete affermare che uno spazio rilevante della valutazione viene assegnata alla capacità di un singolo individuo di generare reddito e profitti in un qualsivoglia modo.

Poniamoci questa ulteriore domanda: il valore di una persona è riassumibile dal PIL o da un solo indicatore economico?

E' chiaro che la risposta non può assolutamente essere affermativa. Cosa prendiamo allora in considerazione? Paradossalmente, in questo momento non ci interessa ancora.

Lo spazio dedicato dai mass media, sia a favore che contro il contenuto della dichiarazione che abbiamo come esempio, rende particolarmente significativo l'aspetto economico dell'essere umano nella nostra società. Quando ci si interroga, per i motivi più disparati, su questioni tanto importanti, che possiamo inquadrare come fondamentali, è più che normale che ci guardiamo intorno, cercando conferme o smentite alle nostre ipotesi. Nella società dominata dai dispositivi connessi ad internet individuali è molto facile che le nostre attribuzioni di valore siano influenzate dal trend del momento.

Giusto o sbagliato che sia, ricerchiamo una riprova sociale, una conferma.

Questo aspetto è critico. Perchè? Il rischio è che non si abbiano punti di riferimento abbastanza saldi per affrontare in maniera critica tutta l'informazione che abbiamo a disposizione sempre nel palmo di una mano. Battiato cantava "cerco un centro di gravità permanente"; senza arrivare a tanto, lo sviluppo di una capacità critica è utile per evitare di essere in balia di scelte editoriali non nostre. Cosa possiamo fare per porre rimedio a questa situazione?

La cultura come base per vivere adeguatamente nel nostro tempo.

Senza questa solida base rischiamo di non avere dei valori guida ai quali ispirare le nostre azioni, soprattutto nei momenti di difficoltà. Oltre la cultura, serve anche generare una possibilità di confronto con un esterno esperto e strutturare un percorso di conoscenza interiore. Va da se che servono tempoi e competenze.

Riprendiamo la nostra domanda e portiamola nel mondo del lavoro: quanto vale la persona che ho di fronte o di fianco?

Imprenditori e liberi professionisti si pongono mille volte questa domanda. Avere una scala di valori solida ed affidabile è uno strumento di lavoro vero e proprio. In questo anno così difficile abbiamo dovuto tutti compiere delle scelte importanti, decisioni che spesso hanno impattato sulla vita dell'azienda e dell'attività. I valori di riferimento propri sono some i punti cardinali per un marinaio: se non li riconosci non li puoi utilizzare. Le scelte di vita, sia personale che lavorativa, se non sono guidate da una base di valori che sentiamo nostri saranno facilmente influenzabili dall'esterno. Possiamo programmare qualcosa senza una base di partenza? Ci ritroveremmo in balia degli eventi.

Essere però gli unici giudici, tra l'altro coinvolti in prima persona dagli eventi, rischia di non farci vedere il quadro globale.

Nelle difficoltà, in prossimità di una decisione significativa e di una scelta difficile, appoggiarsi ad una voce critica esterna è un modo per acquisire livelli di conoscenza della situazione e di noi stessi che altrimenti non potremmo avere da soli. Un confronto che porta ad aumentare il proprio raggio d'azione e di autonomia.

Cultura e confronto aumentano la nostra capacità di influenzare gli eventi.

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di dr. Giovanni D'Amore

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