Quattro domande più una per prendersi sul serio
Un filosofo e un allenatore aziendale alle prese con il tema del cambiamento

Harry Frankfurt e Marshall Goldsmith sono due autori diversi per studi, professione, approccio.
Il primo è un filosofo, scrive testi dal formato tascabile e dal titolo accattivante: il libro "Stronzate", ad esempio, mostra la capacità del docente di Stanford di arrivare alle convinzioni più profonde che governano la nostra vita.
Goldsmith è un Coach aziendale tra i più influenti. Le sue tecniche diventano "Triggers" capaci di generare l’evoluzione delle persone nei loro contesti.
Per Frankfurt l’uomo è l’unico animale capace di prendersi sul serio cioè di riflettere sui propri desideri ed obiettivi e di identificarsi totalmente con alcuni di essi, tanto da farne delle "necessità volizionali". In questi casi l’adesione totale a scopi e fini offre un ordine alla vita perché le attività in questione sono immerse nell’amore e nella passione. L’uomo non accetta di essere come gli capita di essere ma diviene dipendente da alcune necessità che vuole, sceglie e di cui si assume volutamente la responsabilità, fino a trasformarle nel suo carattere più intimo. Non si tratta di una forma passiva di dipendenza: in questo caso, infatti, non c’è la mancanza di energia nel respingere una tentazione ma la voglia di dare una direzione alla motivazione rendendo la sua spinta conforme alla nostra natura.
Eppure nonostante ciò, spesso, non diventiamo le persone che vorremmo essere: l’ambiente è pieno di attivatori capaci di stroncare un miglioramento comportamentale dopo i primi tentativi. C’è sempre un contesto: non può essere una scusa per giustificare l’insuccesso, ma ha un’influenza. Può bastare poco per bloccare parte di questo potere di condizionamento: una lista della spesa scritta può aiutarci ad evitare di tornare a casa con due o tre prodotti acquistati d’impulso per limitarci al più banale degli esempi!
Goldsmith suggerisce di identificare i nostri attivatori comportamentali, ossia quegli stimoli producenti o controproducenti che ci aiutano a distinguere ciò che favorisce un processo di sviluppo.
Ed essendo un coach non rinuncia a sollecitare i primi passi con domande utili.
Cosa vuoi creare? Siamo spinti ad immaginare un Io diverso, rinnovando gli obiettivi personali e professionali e cercando strade diverse per raggiungerli.
Cosa devi preservare? Si tratta di individuare quegli elementi materiali e immateriali che vogliamo veramente tenere con noi, che contano, che non sono fungibili.
Cosa è necessario eliminare? Sono fattori non sempre dolorosi. A volte possono essere addirittura piacevoli nel breve periodo ma ostacolano lo sviluppo e la crescita.
Cosa devi accettare? Esistono cose su cui non abbiamo potere. Verso di esse, paradossalmente, indirizziamo tanti sforzi e fantasie di controllo.
Per prendersi sul serio occorre guardare anche al nostro ambiente e ai suoi attivatori e trasformarlo, per quanto possibile, in un alleato, chiedendosi, dinanzi alla forza irresistibile di una tentazione: ti identifichi con quel desiderio?
Tutta la vita è allenamento.
Riferimenti:
Triggers, Marshall Goldsmith, FrancoAngeli, 2015.
Prendersi sul serio, Herry Frankfurt, Rizzoli, 2008.
Il primo è un filosofo, scrive testi dal formato tascabile e dal titolo accattivante: il libro "Stronzate", ad esempio, mostra la capacità del docente di Stanford di arrivare alle convinzioni più profonde che governano la nostra vita.
Goldsmith è un Coach aziendale tra i più influenti. Le sue tecniche diventano "Triggers" capaci di generare l’evoluzione delle persone nei loro contesti.
Per Frankfurt l’uomo è l’unico animale capace di prendersi sul serio cioè di riflettere sui propri desideri ed obiettivi e di identificarsi totalmente con alcuni di essi, tanto da farne delle "necessità volizionali". In questi casi l’adesione totale a scopi e fini offre un ordine alla vita perché le attività in questione sono immerse nell’amore e nella passione. L’uomo non accetta di essere come gli capita di essere ma diviene dipendente da alcune necessità che vuole, sceglie e di cui si assume volutamente la responsabilità, fino a trasformarle nel suo carattere più intimo. Non si tratta di una forma passiva di dipendenza: in questo caso, infatti, non c’è la mancanza di energia nel respingere una tentazione ma la voglia di dare una direzione alla motivazione rendendo la sua spinta conforme alla nostra natura.
Eppure nonostante ciò, spesso, non diventiamo le persone che vorremmo essere: l’ambiente è pieno di attivatori capaci di stroncare un miglioramento comportamentale dopo i primi tentativi. C’è sempre un contesto: non può essere una scusa per giustificare l’insuccesso, ma ha un’influenza. Può bastare poco per bloccare parte di questo potere di condizionamento: una lista della spesa scritta può aiutarci ad evitare di tornare a casa con due o tre prodotti acquistati d’impulso per limitarci al più banale degli esempi!
Goldsmith suggerisce di identificare i nostri attivatori comportamentali, ossia quegli stimoli producenti o controproducenti che ci aiutano a distinguere ciò che favorisce un processo di sviluppo.
Ed essendo un coach non rinuncia a sollecitare i primi passi con domande utili.
Cosa vuoi creare? Siamo spinti ad immaginare un Io diverso, rinnovando gli obiettivi personali e professionali e cercando strade diverse per raggiungerli.
Cosa devi preservare? Si tratta di individuare quegli elementi materiali e immateriali che vogliamo veramente tenere con noi, che contano, che non sono fungibili.
Cosa è necessario eliminare? Sono fattori non sempre dolorosi. A volte possono essere addirittura piacevoli nel breve periodo ma ostacolano lo sviluppo e la crescita.
Cosa devi accettare? Esistono cose su cui non abbiamo potere. Verso di esse, paradossalmente, indirizziamo tanti sforzi e fantasie di controllo.
Per prendersi sul serio occorre guardare anche al nostro ambiente e ai suoi attivatori e trasformarlo, per quanto possibile, in un alleato, chiedendosi, dinanzi alla forza irresistibile di una tentazione: ti identifichi con quel desiderio?
Tutta la vita è allenamento.
Riferimenti:
Triggers, Marshall Goldsmith, FrancoAngeli, 2015.
Prendersi sul serio, Herry Frankfurt, Rizzoli, 2008.
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