Rating, paure e conseguenze


Cosa ci spaventa nel declassamento operato da Moody’s?
Rating, paure e conseguenze

Il declassamento delle Agenzie di Mercato, di Moody's e Standard & Poor's principalmente, ha spaventato i Mercati, portato a forti perdite di capitali in pochi giorni in Borsa.

Perché però fidarci e farci guidare/influenzare da Agenzie di Rating che non sempre hanno avuto ragione nel loro giudizio?

La risposta è tanto scontata quanto semplice: l'intero Mercato obbligazionario usa il rating di uno Stato, di una Società, come parametro di qualità, e fissa con questo indice quali titoli sono comprabili e quali invece devono essere scartati a priori.

Può essere un giudizio non condivisibile, ma questa è la regola fissata. Può essere un giudizio che non si ritiene affidabile – come non ricordare lo scandalo Lehman's decisamente sottovalutato da ogni Agenzia di rating – ma questa, ripeto, è la regola fissata. 

Può essere non condivisibile, ma deve essere accettato.

Attualmente la paura che l'Italia vive è che il proprio rating venga nuovamente rivisto in negativo e declassata quindi a “junk”, spazzatura, o più correttamente titoli 'speculativi'.

Quale il problema? Che se succedesse, un numero molto alto di investitori non potrebbe più detenere i nostri titoli obbligazionari nei propri portafogli, generando quindi non solo una minore richiesta in fase di asta ma anche un'emorragia di titoli (BTP) in vendita a prezzi indecenti.

Attualmente i titoli italiani vengono detenuti da tutti i fondi che sono dedicati ai bond “sicuri” - investement grade – questi stessi fondi dovrebbero, per statuto, vendere un titolo di un Emittente che ha un rating “junk”, spazzatura o speculativo a proprio gradimento.

Venerdì 26 ottobre, Staandard & Poor's, darà il proprio verdetto: non si attende un giudizio “junk” nemmeno da questa Agenzia, anche in considerazione del fatto che l'outlook del nostro Paese, ovvero la visione di sviluppo economico ed industriale, è stata giudicata 'stabile', quindi in linea con il periodo precedente.

In questa settimana di Mercato, decisamente, si è pagato questo downgrade – oltre ad altri eventi negativi, come i segnali non proprio rassicuranti dalla politica USA – la paura forte che continua a spaventare gli investitori è che questo declassamento obbligherà parecchi Istituzionali a liberarsi di una buona parte dei titoli obbligazionari italiani a prescindere dal giudizio espresso dalle Agenzie di Rating.

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di Marco Marchioretto

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