Recupero edilizio e progettazione integrata
Progettare il recupero edilizio in modo integrato per organizzare l'iter progettuale e ottimizzare i costi e i tempi della ristrutturazione
Il recupero edilizio è un processo complesso il cui fine è il riutilizzo di vecchi edifici dismessi o l’acquisizione di nuovi standard energetici e abitativi di quelli in uso. Intervenire su strutture, impianti e interni, farlo bene ottimizzando risorse, tempistiche e costi, richiede un approccio adeguato.
Generalmente la prassi consiste nell’affrontare un po’ alla volta le varie fasi dell’iter: si parla in questo caso di progetto lineare che ha come caratteristica il susseguirsi di una fase all’altra senza alcun coordinamento. La progettazione lineare ha come punto di partenza le scelte architettoniche e il rispetto delle normative, a cui seguono la stesura del progetto da presentare all’ufficio tecnico e l’acquisizione del permesso di costruire. Solamente una volta ottenuti i permessi necessari si comincia a gestire il coinvolgimento di chi dovrà occuparsi degli impianti, delle strutture, degli interni. Avendo, però, all’origine, un progetto architettonico già approvato, gli interventi tecnici e di finitura devono sottostare ai vincoli già definiti oppure, volendo ottenere un risultato ottimale, diventa necessario introdurre modifiche dell’ultimo minuto in fase di cantiere che, però, portano a ricadute negative come l’aumento dei costi, dei tempi di esecuzione e la necessità di presentare varianti in corso d’opera affinché il costruito sia congruente con il progetto depositato.
La progettazione lineare deve, perciò, lasciare il posto a un nuovo modo di concepire l’iter progettuale, e perché ciò avvenga, si deve introdurre il concetto di organismo edilizio. In questa nuova ottica l’edificio è concepito come un corpo unico formato da varie parti che devono essere studiate in contemporanea attraverso la progettazione integrata. Un approccio così strutturato intende affrontare il progetto coordinando il lavoro delle figure professionali coinvolte: l’obiettivo è gestire al meglio le esigenze dell’involucro, delle strutture, degli impianti e degli interni in un percorso multidisciplinare in cui i professionisti fin dall’inizio lavorino per sviluppare un progetto definito in tutte le sue parti ancor prima della presentazione delle pratiche edilizie. Coordinando in questo modo l’attività progettuale si ottimizzano i costi e i tempi soprattutto in fase d’esecuzione. La progettazione integrata ha come momento fondamentale la costituzione del gruppo dei professionisti che, guidati da un coordinatore, porteranno a compimento l’iter progettuale sviluppando il lavoro comune attorno ad alcuni punti fondamentali tra i quali:
- lo studio dello stato di fatto, momento in cui si verificano lo stato dell’immobile, le sue caratteristiche rispetto agli standard normativi, l’orientamento, la distribuzione degli spazi, lo stato di conservazione degli impianti tecnici, ecc.;
- la definizione del progetto di massima con lo studio distributivo (compresa la definizione dell’arredo), strutturale, energetico e impiantistico e conseguente verifica dei costi e della conformità del progetto alle norme;
- l’inserimento delle eventuali modifiche necessarie per rientrare nei costi o negli standard;
- la stesura del progetto e dei costi definitivi;
- la presentazione delle pratiche per l’approvazione del progetto;
- la programmazione dei tempi e della gestione del cantiere per la consegna dell’opera
Il numero di coloro che intervengono nel processo è legato alla complessità del progetto: una ristrutturazione può coinvolgere, oltre ad un architetto, anche un ingegnere strutturista, un termotecnico, un elettricista, un consulente energetico, un designer d’interni, e tante figure quante sono necessarie per completare il quadro delle competenze richieste. In alcune fasi, soprattutto quelle di verifica degli obiettivi e dei costi, anche la presenza del proprietario può essere utile al processo decisionale e progettuale. Un elemento che può sembrare a sfavore della progettazione gestita in modo integrato può essere il fatto che richiede tempi più lunghi rispetto a quella lineare, ma il tempo investito nel definire in modo dettagliato tutti gli aspetti che concorreranno al corretto sviluppo del lavoro sarà ampiamente recuperato in fase di cantiere attraverso una gestione precisa del susseguirsi degli interventi e della definizione delle tempistiche.
I vantaggi di questo approccio progettuale sono evidenti ma c’è da rilevare che, affinché questo modo di lavorare diventi una pratica consolidata, è necessario attuare un definitivo cambio di mentalità che deve coinvolgere sia i professionisti che i committenti: solo così avverrà il passaggio dal vecchio schema, dove il professionista definisce solo il proprio ambito, a quello coordinato e in sinergia, in cui i soggetti lavorano sapendo di far parte di un team che tende ad un obiettivo comune.
Generalmente la prassi consiste nell’affrontare un po’ alla volta le varie fasi dell’iter: si parla in questo caso di progetto lineare che ha come caratteristica il susseguirsi di una fase all’altra senza alcun coordinamento. La progettazione lineare ha come punto di partenza le scelte architettoniche e il rispetto delle normative, a cui seguono la stesura del progetto da presentare all’ufficio tecnico e l’acquisizione del permesso di costruire. Solamente una volta ottenuti i permessi necessari si comincia a gestire il coinvolgimento di chi dovrà occuparsi degli impianti, delle strutture, degli interni. Avendo, però, all’origine, un progetto architettonico già approvato, gli interventi tecnici e di finitura devono sottostare ai vincoli già definiti oppure, volendo ottenere un risultato ottimale, diventa necessario introdurre modifiche dell’ultimo minuto in fase di cantiere che, però, portano a ricadute negative come l’aumento dei costi, dei tempi di esecuzione e la necessità di presentare varianti in corso d’opera affinché il costruito sia congruente con il progetto depositato.
La progettazione lineare deve, perciò, lasciare il posto a un nuovo modo di concepire l’iter progettuale, e perché ciò avvenga, si deve introdurre il concetto di organismo edilizio. In questa nuova ottica l’edificio è concepito come un corpo unico formato da varie parti che devono essere studiate in contemporanea attraverso la progettazione integrata. Un approccio così strutturato intende affrontare il progetto coordinando il lavoro delle figure professionali coinvolte: l’obiettivo è gestire al meglio le esigenze dell’involucro, delle strutture, degli impianti e degli interni in un percorso multidisciplinare in cui i professionisti fin dall’inizio lavorino per sviluppare un progetto definito in tutte le sue parti ancor prima della presentazione delle pratiche edilizie. Coordinando in questo modo l’attività progettuale si ottimizzano i costi e i tempi soprattutto in fase d’esecuzione. La progettazione integrata ha come momento fondamentale la costituzione del gruppo dei professionisti che, guidati da un coordinatore, porteranno a compimento l’iter progettuale sviluppando il lavoro comune attorno ad alcuni punti fondamentali tra i quali:
- lo studio dello stato di fatto, momento in cui si verificano lo stato dell’immobile, le sue caratteristiche rispetto agli standard normativi, l’orientamento, la distribuzione degli spazi, lo stato di conservazione degli impianti tecnici, ecc.;
- la definizione del progetto di massima con lo studio distributivo (compresa la definizione dell’arredo), strutturale, energetico e impiantistico e conseguente verifica dei costi e della conformità del progetto alle norme;
- l’inserimento delle eventuali modifiche necessarie per rientrare nei costi o negli standard;
- la stesura del progetto e dei costi definitivi;
- la presentazione delle pratiche per l’approvazione del progetto;
- la programmazione dei tempi e della gestione del cantiere per la consegna dell’opera
Il numero di coloro che intervengono nel processo è legato alla complessità del progetto: una ristrutturazione può coinvolgere, oltre ad un architetto, anche un ingegnere strutturista, un termotecnico, un elettricista, un consulente energetico, un designer d’interni, e tante figure quante sono necessarie per completare il quadro delle competenze richieste. In alcune fasi, soprattutto quelle di verifica degli obiettivi e dei costi, anche la presenza del proprietario può essere utile al processo decisionale e progettuale. Un elemento che può sembrare a sfavore della progettazione gestita in modo integrato può essere il fatto che richiede tempi più lunghi rispetto a quella lineare, ma il tempo investito nel definire in modo dettagliato tutti gli aspetti che concorreranno al corretto sviluppo del lavoro sarà ampiamente recuperato in fase di cantiere attraverso una gestione precisa del susseguirsi degli interventi e della definizione delle tempistiche.
I vantaggi di questo approccio progettuale sono evidenti ma c’è da rilevare che, affinché questo modo di lavorare diventi una pratica consolidata, è necessario attuare un definitivo cambio di mentalità che deve coinvolgere sia i professionisti che i committenti: solo così avverrà il passaggio dal vecchio schema, dove il professionista definisce solo il proprio ambito, a quello coordinato e in sinergia, in cui i soggetti lavorano sapendo di far parte di un team che tende ad un obiettivo comune.
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