Relazioni positive. Molte domande, alcune risposte


Il contributo fornisce spunti di riflessione per aumentare la consapevolezza delle dinamiche io-tu che intervengono nella comunicazione
Relazioni positive. Molte domande, alcune risposte
Per incominciare...
La comunicazione veicola e modula il nostro porci nei confronti dell’interlocutore influenzando le nostre relazioni, la soddisfazione nostra e dell’altro. Ma che cos’è la comunicazione? La comunicazione non è un evento, qualcosa che accade, ma un "sistema relazionale" a due: un processo in cui i soggetti (le parti) che stanno comunicando vengono visti e considerati come un "insieme": i loro comportamenti prendono significato all’interno di una circolarità, per cui A influenza B e B, a sua volta, influenza A.
Chi è l’altra parte, il mio interlocutore? La prima comunicazione avviene con me stesso. Io interlocutore di me, le mie parti che comunicano tra loro: le mie emozioni con la mia parte razionale, il mio intelletto; la mia parte in ombra (che forse non mi piace e faccio fatica ad accettare) con quella più alla luce, che mi piace mostrare ... Una relazione tra me e me che anticipa, prepara, influenza la relazione con l’altro - tra me ed un altro: amico/a, collega, compagno/a, figlio/a.

A) La competenza comunicativa: elementi e spunti per riflettere. Domande in attesa di risposta
1-La competenza comunicativa si costruisce a partire da sé (comunicando con se stessi).
-Comunico con le mie emozioni, le conosco, le so decifrare dar loro un nome?
-Riconosco le situazioni interpersonali e le parole che stimolano il sorgere di emozioni positive, che accetto o quelle che non mi piacciono, che non riesco a gestire?
-Il mio io emozionale parla con il mio intelletto, che linguaggio usa, lo so interpretare?

2-La competenza comunicativa è consapevole che quando comunico con l’altro invio contemporaneamente più informazioni. Quando parlo "confeziono un pacchetto" - il messaggio - che veicola contemporaneamente quattro tipi diversi di informazione [Shulz von Thun, 1997]:
-Contenuto: su che cosa verte il mio messaggio. Come posso comunicare in modo chiaro e comprensibile?
-La rivelazione di sé: che cosa comunico di me stesso. Ogni volta che mi rivolgo ad una persona le comunico (indirettamente) parte di me. Sono consapevole di ciò che "dico" di me? Cosa capirà l’altro?
-Relazione: che cosa penso di te e come ci consideriamo l’un l’altro. Come considero l’altro e come mi pongo nei suoi confronti? Che idea ho della situazione relazionale in cui ci troviamo? Sono convinta/o che stiamo "costruendo" insieme? ... che sono qui per aiutarlo?
-Appello: Che cosa vorrei indurti a fare. La comunicazione è legata al potere e buona parte dei messaggi hanno la funzione di esercitare un’influenza sull’altro. Cosa voglio indurti a fare? Che intenzione ho? È un bene per te? ... o per me? Sto forse forzando la situazione? Chiedo troppo? ... Quali sono i miei valori di riferimento?

3-La competenza comunicativa si nutre della circolarità. Così come le mie emozioni influenzano la mia capacità cognitivo-intellettiva e i miei comportamenti (e viceversa), così le mie parole (quelle che dico - come le dico) influenzano la risposta che mi darà l’altro (e viceversa). Non so ciò che ho detto finché non ascolto il mio interlocutore [Mac Luhan, 1967].
-Sono consapevole che quando parlo con una persona ciò che dico influenzerà la sua risposta?
-Sono capace di ascoltare l’altro, il quale nella risposta mi fornisce anche indicazioni relative alla mia competenza comunicativa?

4-La competenza comunicativa è capacità di scegliere... cosa? Cosa dire-quando dire-come dire.
-Sono consapevole della responsabilità che ho nel processo comunicativo? Che di fronte ad una determinata situazione comunicativa posso scegliere tra più comportamenti?
-La responsabilità c’è perché ci sono più opzioni tra cui scegliere. Quando comunico con una persona ho solo due alternative: essere responsabile e scegliere il comportamento comunicativo che ritengo più efficace in quel momento e, in tal modo, orientare la circolarità; o, al contrario, non essere responsabile del processo comunicativo, non scegliere ma semplicemente reagire.

BIBLIOGRAFIA
McLuhan M. Gli strumenti del comunicare, 1967
Sclavi M. L’arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, 2003
Shulz von Thun F. Parlare insieme, 1997.
Watzlawick P, Beavin JH e Jackson DD. Pragmatica della comunicazione umana, 1971.

Articolo del:


di Elena Bonamini

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse