Reti di impresa e vitalità innovativa, la socialità nell'impresa

Riscontro sempre un elemento non “tecnico” quando mi avvicino a nascenti aggregazioni: la voglia di cambiamento, di mettersi, o meglio di ri-mettersi, in gioco, percorrere strade nuove.
Avviare una collaborazione tra pari costituisce già mentalmente un allontanamento da un precedente individualismo promosso da decenni di espansione economica; rappresenta, infatti, un nuovo approccio, seppur spesso inizialmente generato da timori per un futuro incerto, la necessità di contenere i costi.
Si tende, infatti, ad andare oltre alla prima necessità, all’aggregazione come scelta quasi “obbligata”, e la nuova consapevolezza, se ben sostenuta può diventare una caratteristica di alto valore di prospettiva, sfociando in un nuovo modo di fare impresa ed in elemento, esso stesso, di propulsore della rete.
In altre parole, viene a determinarsi un’“aspettativa” sugli incontri tra retisti quando il momento di confronto finisce col caratterizzarsi come un luogo “dedicato” alla nascita e sviluppo di idee e soluzioni nuove e strettamente legate a esigenze pratiche ed immediate o alla pianificazione strategica (fase in sé dall’elevata tensione creativa).
Chi ha intrapreso queste scelte ed è riuscito a superare la prima fase di “start-up” (e di smarrimento), al raggiungimento dei primi risultati consolida la convinzione che la strada intrapresa debba essere rafforzata e aumenta la propria attenzione alle dinamiche di rete.
È il momento della consapevolezza e della crescita come imprenditori: nuovi traguardi sono possibili, azioni comuni attraggono nell’aggregazione risorse sufficienti, i percorsi si pianificano per stati di avanzamento.
In tutto questo, se l’ambiente progettuale della rete è stato ben progettato, si assiste all’emergere di idee nuove, di una vitalità e creatività che, se ben canalizzate e assistite, determinano l’aspetto forse più avvincente dello sviluppo aggregato.
Le singole imprese associate hanno l’opportunità di valorizzare la preziosa esperienza storica, il loro istinto imprenditoriale, mettendolo a sistema e confrontandolo con le altre in un sistema stimolante e reciproco.
Un valore aggiunto spesso trascurato, ma decisivo, può intravedersi nella funzione di “facilitazione” di questo processo da parte del manager di rete, consulente esterno e indipendente, che ha un’ottica orientata alle soluzioni di gruppo e non della singola azienda e che può davvero canalizzare le positive energie verso obiettivi e soluzioni comuni.
La vivacità e predisposizione a cercare nuove soluzioni, pur nella difficile congiuntura economica, fa brillare spesso questi gruppi, rispetto alle realtà più isolate.
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