Rialzo dei tassi e prospettive per l`investitore


Cosa aspettarsi e quali strategie porre in essere per cautelarsi dai rialzi dei tassi imminenti ad opera della Fed
Rialzo dei tassi e prospettive per l`investitore
E’ con estrema cautela, per non dire pudore, che mi accingo a prendere carta e penna per abbozzare un articolo in quella che era la rubrica ormai settimanale tenuta con tanta cura editoriale da un collega e amico: il compianto ed ineguagliabile Aldo Vittorio Varenna. Anche il sottoscritto è un consulente finanziario certificato European Financial Advisor e Aldo, a capo dell’EFPA, era anche il mio presidente. Di più: proprio recentemente, avevo iniziato saltuariamente a frequentare le sue conferenze e lo avevo invitato a presiedere qualcuna delle mie (a Monza tengo un corso permanente di educazione al risparmio). Il tempo e i tristi accadimenti hanno bloccato ogni tipo di collaborazione proprio sul nascere. Lavoro a Monza, sono laureato presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi, intermediario assicurativo e consulente finanziario, patente dell’Educatore Previdenziale Mefop, nonché giornalista pubblicista iscritto all’ordine della Lombardia e collaboratore di varie riviste specializzate e di un quotidiano economico nazionale. Mentre mi accingevo a scegliere un argomento finanziario da trattare su queste pagine mi sono imbattuto in una delle ultime opere editoriali scritte da Aldo Vittorio Varenna. Era un suo contributo, pubblicato su Wall Street Italia di dicembre 2016. Il titolo: "Per le obbligazioni adesso iniziano i rischi" puntava come al solito dritto al cuore del discorso. Non ho proprio idea del motivo per il quale la mia attenzione si sia focalizzata proprio su questo articolo ma non ho davvero potuto fare a meno di riprendere le idee e le argomentazioni di Aldo facendomi cassa di risonanza per tutti i lettori che vorranno approfondirne ora, a distanza di poche settimane, i contenuti. Certo non sarà per me facile parlare con lo stesso stile diretto e colloquiale di Aldo, né tantomeno mi risulta agile ignorare l’insieme di emozioni contrastanti che si solidificano mentre mi accingo a scrivere. Non è semplice, anzi non è proprio possibile, minimamente pretendere di avvicinarsi ai livelli di eccellenza di Aldo che si è sempre speso in tutte le sedi possibili nazionali ed internazionali per portare avanti la bandiera dell’Educazione Finanziaria come unica vera arma di difesa di massa contro le cattive pratiche commerciali o i tipici errori in cui può incorrere un risparmiatore poco preparato quando si accinge ad investire i propri sudati risparmi. Ritorniamo all’economia ed iniziamo ad entrare nel merito del tema: la nota relazione inversa che corre tra rendimenti e corsi obbligazionari. Sarebbe un tema classico di alfabetizzazione finanziaria, un tema da manuale. Occuperebbe il capitolo centrale del reddito fisso, dei fattori determinanti che incidono sull’andamento dei corsi obbligazionari ed in particolare dei titoli a tasso fisso con duration lunga. A livello teorico sarebbe anche un argomento apparentemente lontano, astratto e forse per qualcuno anche poco interessante se non fosse che il barometro finanziario, da poche settimane, segnala grandi cambiamenti in arrivo sul fronte delle scelte di politica monetaria della Banca Centrale più importante del mondo: la Fed. La Banca Centrale degli Stati Uniti, quasi sommessamente ma decisamente, ha soltanto dato il la, l’attacco, l’incipit del rialzo del tasso di interesse che fa da guida e riferimento per tutti gli altri nel mondo occidentale e non solo. A breve seguiranno ulteriori ritocchi sempre verso l’alto del tasso guida che ogni operatore di mercato guarda con apprensione e circospezione. Quando i tassi salgono, dicevamo, i prezzi dei titoli obbligazionari, ceteris paribus, scendono e scendono tanto più velocemente quanto più il rialzo è brusco e/o consistente e quanto maggiore è la duration che li caratterizza. Per Duration non si intende la durata residua di un’obbligazione bensì più propriamente la durata media finanziaria con la quale l’investitore rientra dei suoi soldi incassando le cedole e il capitale in scadenza. Più sono alte le cedole e più è corta la durata residua di un titolo e minore sarà la duration, minore quindi l’impatto che l’imminente rialzo dei tassi avrà sul prezzo del titolo. Il punto è che veniamo da anni caratterizzati da tassi di interesse in calo che ormai erano diventati pressochè nulli se non in molti casi negativi. Ci siamo beatamente anestetizzati e assuefatti a questa situazione che come tutto in finanza non avrebbe potuto perpetuarsi all’infinito. Quindi, una sterzata sull’andamento dei tassi per quanto graduale, annunciata, attesa e pianificata comporterà inevitabili impatti sul mondo obbligazionario. All’inizio il fenomeno colpirà il mercato del reddito fisso USA, tuttavia, possiamo agilmente prevedere che l’onda d’urto in un secondo tempo si propagherà inevitabilmente alle emissioni obbligazionarie di tutti quei paesi emergenti che per convenienza economica o politica, a suo tempo, si sono voluti o dovuti indebitare in dollari. Subito dopo gli effetti si potranno vedere anche in Europa, probabilmente con un lag temporale di qualche semestre, tuttavia, la rotta ormai è tracciata e tutti ci ritroveremo in un mondo caratterizzato da dinamiche di tassi in rialzo e aspettative in merito congruenti. Se questa è la facile diagnosi, quale potrebbe essere la prognosi per evitare di trovarsi a pagare in prima persona con sensibili perdite in portafoglio l’inversione del trend di un ciclo pluriennale? Bisogna prestare la massima attenzione alla selezione e al monitoraggio di tutte le obbligazioni. In particolare, ci si potrebbe riposizionare con una parte del portafoglio obbligazionario su titoli obbligazionari con bassa duration, quindi molto liquidi e con scadenze brevi. Oppure dirottare almeno parte dei propri investimenti su obbligazioni c.d. inflation linked che potranno essere molto meno sensibili al rialzo dei tassi, anzi di più, potranno avvantaggiarsi di un futuro aumento del tasso di inflazione. Last but not least: potremmo cercare fondi di investimento con mandato che consenta al gestore di investire con duration negativa, ce ne sono, non troppi e bisogna saperli individuare, ma il mercato dell’offerta si è già attrezzato per offrirli al risparmiatore. "E’ la conferma che mai come ora una gestione professionale dei propri risparmi è fondamentale per non risvegliarsi con cocenti delusioni". Grazie Aldo, ancora una volta.


Carlo F.F. Galbiati

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