Riconoscere le truffe finanziarie di soggetti non autorizzati


Quando si investe nel mercato finanziario ci si affida ad intermediari finanziari. Come riconoscere i truffatori e le truffe?
Riconoscere le truffe finanziarie di soggetti non autorizzati

 

La prestazione di servizi d’investimento nei diversi mercati, così come l’offerta di prodotti finanziari (considerato il più o meno alto rischio che l’investitore sopporta), è regolamentata.

Tali attività devono, dunque, essere possibili solo agli operatori autorizzati iscritti ad albi pubblici, i quali devono rispettare alcuni requisiti nello svolgimento della propria attività e vengono sottoposti a costante vigilanza.

Il semplice operare senza le autorizzazioni previste è considerata attività illecita, aldilà del tentativo di truffa o del verificarsi del danno. Certamente, accade che anche i soggetti autorizzati compiano atti illeciti, ma il fenomeno ben più allarmante manifestatosi con l’avvento di Internet è l’aumento delle truffe di questo genere compiute da soggetti non autorizzati.


Come riconoscere un truffatore

Con la nascita e la diffusione del Web è aumentata la vulnerabilità dell’uomo comune alle truffe di sedicenti operatori finanziari: l’incessante pubblicità ricevuta durante la navigazione e le promesse di ingenti guadagni da piccoli investimenti hanno indotto migliaia di persone a cedere alle astuzie di truffatori.

Seppur occultati dalla parvenza di affidabilità e competenza, essi sono tuttavia riconoscibili da alcuni “campanelli d’allarme” suggeriti dalla Consob:

•    La non facilità nell’identificare la società di riferimento. Se, infatti, il nome della società (solitamente posto alla fine della pagina Home del sito) viene nascosto agli occhi degli utenti, solitamente si tratta di una società che non vuole essere ricollegata all’attività svolta su quel sito. Bisogna porre attenzione al fatto che solitamente il marchio commerciale usato per operare sul sito è diverso dal nome della società.

•    La società ha sede in paradisi fiscali, posti esotici o indirizzi di comodo. La società può benissimo avere sede all’estero, ma solo all’interno dell’Unione Europea, poiché nessuna società extracomunitaria può esercitare servizi d’investimento nel nostro paese. Inoltre, anche se ha sede all’interno di uno Stato dell’UE, bisogna controllare che quello Stato membro abbia autorizzato la società a prestare servizi di investimento.

•    La promessa di guadagni molto più elevati rispetto a quelli del mercato finanziario. Tendenzialmente, gli investimenti con maggiore margine di guadagno sono anche i più rischiosi (si pensi ai CFD dove 9 investitori su 10 perdono il capitale investito) o addirittura nascondono truffe. Le somme elevate dunque fungono da specchietto per le allodole.

•    Incentivi ad investire e frequenti bonus iniziali. Per guadagnare la fiducia dell’utente tali truffatori sono infatti ben disposti a incentivare fornendo piccole “somme di benvenuto” agli investitori manipolando i risultati per farle fruttare. Una volta che l’investitore sia stato illuso della sicurezza di questi guadagni, egli sarà spinto a investire somme maggiori con promesse di rendimento maggiore. È questo il momento in cui si iniziano a manifestare le prime perdite, cui si cerca di rimediare investendo altre somme, in un circolo vizioso volto a prosciugare il patrimonio dell’inconsapevole vittima. Alcune volte addirittura le perdite non vengono manifestate ma le somme investite, nonostante l’apparente guadagno, non verranno mai restituite.

•    Il mezzo di comunicazione con cui si è contattati. I modi con cui vengono procacciati i clienti sono i più vari, fra cui: il contatto telefonico, particolarmente ingannevole perché avviene creando una fiducia nella competenza e nella gentilezza dei toni, il tutto in tempi brevi che impediscono una riflessione attenta; l’email che riportano link di siti con promesse molto accattivanti; i banner o i pop up durante la navigazione sul Web, sempre tramite la manifestazione di affidabilità e redditività elevata.

•    La restituzione delle somme non è facile/è impossibile. Nel momento in cui vengono “investiti” i primi soldi, essi sono nelle mani del truffatore, il quale cercherà in ogni modo di non restituirli tramite atteggiamenti che facciano ritardare la restituzione in modo indeterminato, richiedendo documenti aggiuntivi e dicendo di essere sempre in punto di restituire le somme. Alcune volte, addirittura, i referenti non sono più reperibili con nessun canale di comunicazione. In ogni caso, non bisogna mai versare altre somme perché richiesto ai fini della restituzione.

 

Come agire?

Se ancora non si è investita alcuna somma, è utile prima di tutto effettuare un controllo sugli albi delle società autorizzate tenuti dalla Consob sul proprio sito e, qualora non si trovi il nome della società fra questi o comunque si pensi si tratti di una truffa, segnalare la vicenda alla Consob, predisposta per questi accertamenti, o eventualmente denunciare la vicenda alle autorità. Se la violazione è, infatti, accertata, vi possono essere sanzioni di tipo amministrativo o addirittura penale, portando a cessare l’attività illecita e ad oscurare il sito.

Se, invece, sono state investite delle somme, oltre a quanto appena detto, è opportuno interrompere i versamenti, riunire tutta la documentazione relativa alla possibile truffa a vostri danni e contattare uno studio legale o un avvocato che siano competenti in una materia molto delicata quale questa trattata.

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Articolo del:


di Dott. Tommaso Mazza

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