Rischio o volatilità?


Rifuggiamo il rischio perché indica perdita, la volatilità invece è una peculiarità degli investimenti e se si impara a conoscerla si scopre che può essere un'alleata
Rischio o volatilità?

Sono le parole a volte a portarci fuori rotta e far sedimentare in noi preimmagini granitiche che scardiniamo con enorme difficoltà anzi a volte senza riuscirci. Se a questo si aggiunge una imprecisa e interessata comunicazione dei media il gioco è fatto.

Purtroppo la comunicazione dei media non è educativa ma deve farvi comprare o apprezzare una testata, un giornale, un blog, ecc. Il consulente finanziario invece deve fare slalom tra questi ostacoli e fare con voi quello che non avete sempre voglia di sentire; educazione finanziaria, pianificazione, tutele personali, visione di lungo periodo ma soprattutto gestione dei rischi sia personali che finanziari cosa di cui mi occupo da 23 anni.

La parola rischio vuol dire “eventualità di subire un danno” a differenza di pericolo che significa che in quelle circostanze il danno è certo. Troppo spesso quando si parla di mercato azionario si confonde il rischio con pericolo. Il rischio infatti è calcolabile e con comportamenti e strumenti corretti è fortemente riducibile fino quasi ad azzerarlo.

Ma allora perché questa confusione?

Principalmente perché la stragrande maggioranza delle persone non distingue due universi totalmente opposti anche se hanno come protagonisti le azioni: comperare un titolo da una parte o affidarsi ad un fondo comune di investimento seguito da un gestore (o un ETF se non seguito da un gestore) dall’altra.

Provate infatti a vedere la figura 1 (Elaborazione Empirich su dati FIDA).

Fig. 1

Questi sono i risultati di un fondo (non un indice) per chi avesse investito dal gennaio 2007 (e poi ogni mese) nel Morgan Stanley Global Opportunity per 10 anni. Risultato minimo il raddoppio.

Come è mai possibile confrontare per esempio un titolo bancario (i portafogli dei clienti ne sono pieni) con una strategia come questa?

Un titolo contro migliaia di titoli, un paese contro tutto il mondo, una valuta contro le principali valute, un settore (per altro in forte pressione) contro tutti i settori, senza una guida contro la guida di un consulente e di gestori preparati che colgono le opportunità nel mondo ma soprattutto il rischio elevato cui si va incontro (spaventosamente con pochissima consapevolezza) contro una rischiosità che, ormai dovrebbe essere chiaro, dovrebbe chiamarsi volatilità. Ecco che una parola invece di un’altra ci apre un mondo diverso, il rischio continuerai a temerlo, la volatilità puoi imparare a tollerarla sino a comprendere che può diventare persino un’alleata soprattutto se fai un piano di accumulo che sfrutta proprio la volatilità dei mercati.

Ritornando alla figura 1, secondo voi ad un cliente devo dire che gli sto proponendo una cosa rischiosa? Vedete colonnine negative? Pensate veramente che una proiezione dei prossimi 10 anni sia tanto diversa? O è solo volatile e sto seguendo un approccio che cavalca la volatilità facendola diventare mia alleata?

Credo sia arrivato il momento per gli investitori di diventare finanziariamente adulti e cercare gli investimenti veri, quelli che di garantito non hanno un bel niente e per questo sono premianti sul medio lungo periodo. Siamo adulti o bambini alti?

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di Luca Terragnoli

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