Risparmiare non basta, un suggerimento per diventare investitori


Gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori, ma emergono i grandi limiti legati al loro modo di investire
Risparmiare non basta, un suggerimento per diventare investitori

Gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori. Lo dimostra il dato sulla ricchezza netta delle famiglie italiane, che posiziona il nostro Bel Paese ai primi posti nel confronto internazionale, una ricchezza che, anche se a passo piuttosto lento, è tornata finalmente a crescere.

Quando si entra nel merito di come è investita questa enorme ricchezza, il quadro si presenta con numerose sfaccettature, ed emergono i grandi limiti legati al modo di investire degli italiani, che per cultura hanno una forte avversione al rischio che li porta a mantenere il patrimonio investito in attività che spesso non solo sono poco redditizie e non consentono di coprire l’aumento del costo della vita, ma in molti casi nel corso del tempo continuano a deprezzarsi.

Emerge, infatti, che una quota molto elevata dei patrimoni è allocata in attività immobiliari, prevalentemente in abitazioni, con un mercato che è in stagnazione da un decennio.

Soprattutto colpisce che una quota elevatissima dei risparmi non viene investita in nessun modo e rimane parcheggiata sui conti correnti.

Si evidenzia la grande differenza che corre tra essere risparmiatori ed essere investitori, un passaggio anche culturale che nel nostro Paese ha ancora molta strada da fare. In effetti – come di mostrano le statistiche internazionali – il livello dell’educazione finanziaria ci pone agli ultimi posti tra le nazioni del mondo industrializzato.

Il verbo “investire” deve procedere di pari passo con il verbo “diversificare”, seguendo la regola base coniata dall’economista statunitense H. Markovitz che è bene “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”.

Un suggerimento in tema di investimento e diversificazione è certamente il Piano di Accumulo del Capitale (PAC): uno strumento di investimento tra i più semplici e versatili, perfetto per avvicinare ai mercati anche il risparmiatore più diffidente. Tra i suoi vantaggi ha quello di domare la volatilità – trasformando il rischio in opportunità – ed aggirare il problema del market timing (il momento “giusto” per investire).

 

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di Stefano Pezzola

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