Risparmio: chi fa da sè non fa per tre
Il fenomeno c.d. della baldanza cognitiva è molto diffuso fra i risparmiatori

Questa estate al mare leggevo un libro: "perché gestiamo male i nostri risparmi". Il mio vicino di ombrellone incuriosito mi fa: "uhm sembra interessante ...lo è?". Chiacchierando con lui ho scoperto che nel 2000 aveva comprato i titoli allora di gran moda: Stm, ENI, Enel, Generali etc, titoli che oggi sono in media in perdita di oltre il 40%. Mi confessò di non aver mai voluto un consulente, ma di aver preso le sue decisioni sempre da solo. Infatti egli si fidava molto più di sè stesso che di chiunque altro. L'eccesso di fiducia in sè stesso lo aveva perciò tradito, ma il dolore della perdita era così forte che, pur di non accettare la sconfitta continuava a detenere questi titoli nella speranza che prima o poi avrebbero recuperato (effetto ancoraggio). Gli spiegai che se un titolo ha perso la metà del suo valore, per tornare ai valori di ingresso deve raddoppiare le sue quotazioni: cioè doveva augurarsi che quel titolo guadagnasse il 100% più inflazione e premio al rischio gli ci sarebbe voluto un passaggio generazionale. Se invece avesse comprato l'indice della borsa mondiale, puntando cioè sulle azioni di tutto il mondo, ciò non sarebbe accaduto. Ma anzi, se egli fosse rimasto indifferente a bolle, crisi euforie e storni avrebbe realizzato un congruo profitto. Naturalmente mi guardò con aria scettica ed incredula ed io gli prestai il mio libro. Alla fine della vacanza venne al mio bungalow, mi ringraziò e mi chiese il biglietto da visita.
Questo aneddoto è un pretesto per parlare di un fenomeno altamente diffuso in finanza e cioè a dire, la baldanza cognitiva.
Si è soliti parlare di fiducia come se non ce ne fosse mai abbastanza. Se noi pensiamo di poter fare a meno di un consulente e di essere capaci di gestire da noi i nostri risparmi, commettiamo un doppio errore. Il primo errore consiste nel credere che la nostra competenza sia sufficiente. Il secondo errore consiste nel non valutare, sui tempi lunghi, il vantaggio di rivolgersi a un esperto, in questo come in tanti altri campi. Questo secondo errore nasce spesso dal fatto che, nell’ambito della consulenza finanziaria anche gli esperti possono sbagliare, per quanto sui tempi medi e lunghi facciano sistematicamente meglio dei non addetti ai lavori.
Questo aneddoto è un pretesto per parlare di un fenomeno altamente diffuso in finanza e cioè a dire, la baldanza cognitiva.
Si è soliti parlare di fiducia come se non ce ne fosse mai abbastanza. Se noi pensiamo di poter fare a meno di un consulente e di essere capaci di gestire da noi i nostri risparmi, commettiamo un doppio errore. Il primo errore consiste nel credere che la nostra competenza sia sufficiente. Il secondo errore consiste nel non valutare, sui tempi lunghi, il vantaggio di rivolgersi a un esperto, in questo come in tanti altri campi. Questo secondo errore nasce spesso dal fatto che, nell’ambito della consulenza finanziaria anche gli esperti possono sbagliare, per quanto sui tempi medi e lunghi facciano sistematicamente meglio dei non addetti ai lavori.
Articolo del: