Risparmio ed educazione finanziaria


Italia paese ricchissimo, ma finanziariamente poco informato
Risparmio ed educazione finanziaria
Negli ultimi giorni si è sentito spesso parlare in televisione delle sorti del QE (Quantitative Easing)
Ma i risparmiatori sono davvero in grado di capire come tutto ciò inciderà sulle loro tasche?
La cultura finanziaria del risparmiatore medio è adeguata a comprendere gli effetti di politica monetaria internazionale? Forse no
Tutte le istituzioni, Consob in primis, sono del parere che serva un’adeguata preparazione in ambito finanziario come strumento imprescindibile per la tutela del risparmio. Ma chi si deve occupare dell’alfabetizzazione finanziaria? Le banche sono molto interessate agli investimenti dei loro clienti ma sarebbe anche utile sapere quali Istituti sono interessati a conoscere il livello di consapevolezza dei risparmiatori nel sottoscrivere alcuni investimenti.
E se si trovasse una Banca che mira in tal senso, questa diventerebbe la Banca di riferimento per la gestione dei risparmi. E’ vero che la legge, anche in ambito economico, non ammette ignoranza, ma il risparmiatore oggi più che mai, non può essere lasciato solo.
E` necessario, quindi, rilanciare il mercato e puntare sul risparmio: questi sono stati gli argomenti trattati dal nuovo presidente di Consob Mario Nava l’11 giugno. Nel suo discorso Nava ha fatto un’ampia ricognizione della situazione attuale del mercato del risparmio italiano, partendo innanzitutto dall’alto livello di ricchezza dei risparmiatori italiani (4300 Mld di attività finanziarie), superiore alla media europea, e a un indebitamento delle famiglie inferiore alla media del resto del continente.
I salvadanai delle famiglie sono sempre più pieni: gli Italiani preferiscono accumulare piuttosto che spendere, ma questo comportamento contribuisce a fiaccare la ripresa. Del resto gli ultimi anni sono stati molto complessi per cui il risparmiatore medio preferisce crearsi delle riserve per far fronte a emergenze o per pagare tasse a sorpresa.
L’accumulo della ricchezza però è legato anche a un mercato finanziario e una struttura economica del paese che devono essere ottimizzati: i bassi tassi di interesse, "la ricomposizione (quali-quantitativa) nell’offerta di strumenti finanziari e nei canali di distribuzione degli stessi indotta dalle recenti normative, è verosimile che, in prospettiva, il peso dei titoli di debito nei portafogli delle famiglie si riduca, liberando risorse che potrebbero essere attratte da altri tipi di attività, in particolare azioni, auspicabilmente nell’ambito di un approccio basato sulla diversificazione" (cit. Mario Nava)
Diventa pertanto necessario semplificare le modalità di approccio al mercato ed eliminare gli ostacoli attualmente presenti in fase di quotazione delle aziende. Il mercato azionario domestico si rivela ancora debole, rispetto alle sue potenzialità, in termini di capitalizzazione ma anche dal punto di vista numerico: le società quotate nell’MTA - Mercato Telematico Azionario - a fine 2017 erano solamente 240.
Indubbiamente positivo si è rivelato l’effetto sull’AIM Italia grazie all’introduzione dei Piani Individuali di Risparmio.
Ma non basta: necessario aumentare il numero delle quotate, nonchè garantire maggiori tutele verso i risparmiatori che si rivolgono al mercato dei capitali sia attraverso una consapevole educazione finanziaria sia attraverso una migliore interazione tra domanda e offerta.

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di Linda Caroli

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