Riuscire in politica con il coaching
“Il compito della politica non è di dare le risposte, ma fornire la cornice che permetta a ognuno di cercare e trovare la sua risposta”. Mi piace cominciare questo mio intervento con questa frase di Hans-Gert Pöttering, esponete politico di primo piano ed ex presidente del parlamento europeo, perché queste parole racchiudono il senso autentico sia dell'espressione “fare politica” che l'essenza di quello che è il coaching politico.
Mi succede spesso che, avendo deciso di svolgere l'attività di coach professionista in provincia, e non in una grande città dove la politica la si fa e la si vive tutti i giorni, quando dico che sono un coach politico, le persone mi guardino abbastanza male.
E' inutile nasconderselo, oggi la politica e chi si occupa di politica non gode di buona fama.
“La politica fa schifo!”. E' questo il pregiudizio che la maggioranza delle persone hanno. La convinzione, molto estesa, è che il politico sia un poco di buono, dedito al proprio arricchimento. E' ovvio che, in un tale scenario, la maggior parte delle persone si tengano fuori dalla politica. Paradossalmente è proprio questo atteggiamento di rifiuto a “liberare il campo” a chi agisce secondo canoni etici non propriamente adeguati.
Personalmente, ho sempre considerato la politica come uno dei compiti più nobili che una persona decida di assumersi. Mettersi al servizio della propria comunità, cercando di risolvere i problemi e di fare la differenza, per me, non sono mai state parole vuote, ma impegni morali precisi e cogenti.
Assumendo, secondo lo Statuto dell'Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP) come definizione di coaching la seguente: “metodo di sviluppo dei singoli, dei gruppi e delle organizzazioni, basato sul riconoscimento, la valorizzazione e l’allenamento delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi definiti dal cliente (coachee) e con l’eventuale committente. Il processo di partenrship tra coach e coachee è basato su una relazione di reciproca fiducia; l’agire professionale del coach facilita il coachee a migliorare e valorizzare le sue competenze e potenziare le sue risorse”, possiamo dire che il coaching politico, cioè, la metodologia del coaching applicata alla politica, può aiutare chiunque si rapporti con il mondo della politica, ad indentificare, evidenziare ed allenare le proprie potenzialità, le proprie competenze e le proprie risorse interiori in armonia con la propria identità ed i propri valori.
Anche se può sembrare la stessa cosa, il coach politico non è un consulente. Egli non offre soluzioni o campagne elettorali già predefinite, non è uno di quei “guru” elettorali che vediamo nei film o telefilm americani. Non è nemmeno un Richelieu o un Macchiavelli, pronti a dare consigli e suggerimenti al Principe.
Il politico oggi, in questa società “liquida” per usare una definizione cara a Zygmunt Bauman, è esposto alla possibilità di incappare in una serie di “inciampi”, di “cadute” e di “trabocchetti”, molto più ampia che in passato. Il coach politico, attraverso un processo, completamente deciso dal politico o dal candidato, rende lo stesso politico consapevole delle sue "ricchezze", ricercandole ed allenandole, allineando in una ottica di autenticità e di coerenza azioni e obiettivi.
Aiutare a sviluppare l'autostima e l'empatia, allenare il proprio stile di comunicazione e il modo di parlare in pubblico, fornire gli strumenti necessari per gestire momenti di stress, collaborare a sviluppare idee innovative, prendendo spunto dalle teorie e dalle opinioni politiche, permettere la crescita e lo sviluppo di una propria visione politica che conduca il candidato o il politico verso l'eccellenza. Sono questi i maggiori benefici che il coaching politico può aiutare a incrementare, oltre allo sviluppo delle capacità di leadership.
Il coach politico, poi, non giudica le idee politiche di chi si rivolge a lui, e, se è serio, non promette l'elezione sicura. Un coach politico aiuta a gettare fondamenta forti nell'animo di un politico, ma sta a lui fare davvero la differenza.
"I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente. La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per la umanità, se non è orientata alla giustizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze. La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere. La politica, deve saper affrontare i problemi reali, ha bisogno di concretezza" (Sergio Mattarella).
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