Rivalutazioni dei beni d'impresa: i vantaggi per le società di persone
La manovra 2019 riapre la possibilità di rivalutare i beni d’impresa. Possono essere rivalutati i beni materiali e immateriali, con esclusione di quelli “merce”, nonché le partecipazioni in imprese controllate e collegate costituenti immobilizzazioni.
Le imposte sostitutive dovute per la rivalutazione dei beni d’impresa e l’eventuale affrancamento sono versate in un’unica soluzione, entro il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d’imposta con riferimento al quale la rivalutazione è eseguita (ordinariamente, quindi, il termine per il versamento del saldo delle imposte dovute per il 2018).
I benefici della rivalutazione sono i seguenti
• Iscrive i beni in bilancio al loro fair value (valori correnti);
• Incrementa il patrimonio per facilitare l’accesso al credito (cfr. Basilea 2) e aiuta a ridurre il costo del denaro migliorando il rating;
• Consente di usare il saldo attivo di rivalutazione per coprire le perdite (nota non si possono distribuire utili fino a quando non è reintegrata o ridotta con verbale di assemblea straordinaria);
• Possibilità di dedurre maggiori quote di ammortamento (dal 2021);
• Maggiore plafond per dedurre le spese di manutenzione (dal 2021);
• Rilevanza fiscale di plusvalenze o minusvalenze. Se si preveda di cedere (a partire dal 2022) i beni rivalutati.
Le imposte sostitutive dovute sono pari al 16% per i beni ammortizzabili e al 12% di quelli non ammortizzabili. Il saldo attivo risultante dalle rivalutazioni eseguite deve essere imputato al capitale o accantonato in una speciale riserva designata.
E’ possibile affrancare fiscalmente il valore della rivalutazione pagando un ulteriore 10%. In questo caso la riserva è in sospensione d’imposta e in caso di distribuzione è tassata come dividendo.
Per le piccole imprese in contabilità semplificata, alla luce del fatto che, non generandosi alcuna riserva in sospensione d’imposta, non vi è la necessità di versare l’imposta sostitutiva del 10% per “affrancare” il saldo attivo di rivalutazione.
In generale, tale rivalutazione risulta molto conveniente per le società di persone (scaglioni IRPEF 23%-46% oltre addizionali regionali e comunali), sia in caso di capitalizzazione, sia per le copertura perdite, sia per distribuzione utili di utili ai soci, oltre che per i futuri effetti fiscali.
Poco appeal ha la rivalutazione per le società di capitali, a meno che non siano in regime di trasparenza.
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