Scenario in evoluzione


Quello che i mercati finanziari non vogliono (ancora) vedere: allarmi inascoltati.
Cosa può fare il risparmiatore
Scenario in evoluzione
Siamo entrati nel secondo trimestre dell'anno: dopo aver osservato, in gennaio, il raggiungimento, per i principali listini azionari mondiali, dei massimi di periodo (in alcuni casi massimi storici), le Borse sono scese violentemente salvo poi trovare un supporto su importanti livelli di tipo "tecnico". Da qualche settimana sembrano alla ricerca di un "equilibrio". E' assodato un aumento della volatilità (dell'ampiezza media delle oscillazioni giornaliere in un contesto di perdita di direzionalità...) per molto tempo praticamente nulla con indici in quasi costante salita.
Anche i mercati obbligazionari, dopo un primo trimestre "disastroso", sembrano aver trovato un punto d'equilibrio sostenuti da un'inflazione controllata e una crescita che ha perso un po' di smalto.
In generale la liquidità nel sistema resta abbondante e nonostante la discussione in seno ad alcuni istituti centrali (vds BCE), le politiche monetarie di Bank of Japan e Banca Centrale Europea compensano ampiamente la "normalizzazione" di Bank of England e Federal Reserve.
Fino a quando?
Il livello di indebitamento (pubblico e privato) a livello mondiale è di gran lunga superiore a quello registrato al verificarsi della crisi del 2008.
Le prospettive economiche delle principali macro aree restano positive anche se non mancano segnali di perdita di "momentum".
La politica fiscale e quella commerciale dell' Amministrazione Trump possono offrire sostegno all'economia ma anche scatenare tensioni che in parte già si sono viste sui cambi.
Veniamo da uno dei periodi più lunghi della storia di espansione economica: già da qualche tempo gli analisti si chiedono quanto questo possa durare.
Le banche centrali considerano, nei loro scenari previsivi, la necessità di non trovarsi con "armi spuntate" (tassi troppo bassi) nell'eventualità di una fase di rallentamento/recessione.
Le tensioni geopolitiche sostengono le quotazioni della materie prime: da queste potrebbe arrivare uno shock inflattivo?
Il Fondo Monetario Internazionale (...lungi dall'essere infallibile ma pur sempre supervisore e "controllore" ed osservatore privilegiato) ha recentemente espresso preoccupazione per "una strada piene di insidie che potrebbe mettere in pericolo la crescita".
"Le politiche monetarie espansive hanno favorito squilibri finanziari ed eccessive prese di rischio, innescando una caccia ai rendimenti".
Il FMI invita autorità e partecipanti al mercato a non compiacersi e ad essere consapevoli del rischio di un'elevata volatilità".
Come operatori di mercato non possiamo che essere d'accordo: è da molto tempo che ne siamo consapevoli ma altresì registriamo una tale assuefazione (tutto sommato, a parte l'ultimo periodo le cose vanno bene sui mercati) che probabilmente continuiamo ad investire e per i bassi rendimenti del così detto "free risk" ad assumere e/o mantenere capitale di rischio.
Il FMI avverte di fare attenzione al rischio di un aumento inatteso dell'inflazione: vedendo le rilevazioni statistiche verrebbe da chiedersi, ma salirà mai questa inflazione? Non siamo più in deflazione ma il target del 2% sembra così lontano...
Ed il risparmiatore? E' disorientato o si lascia ammagliare ancora dalla tesi che con bassi rendimenti prospettici è necessario alzare la soglia di rischio? Lo fa consapevolmente?
Se di bolla finanziaria dobbiamo parlare è altresì vero che qualora dovesse scoppiare sarà difficile restarne indenni: tutte le asset class sono salite e hanno trovato sostegno nell'enorme mole di liquidità immessa...
La riflessione allora dovrebbe essere spostata non solo sulla diversificazione della tipologia degli strumenti e delle aree geografiche ma anche degli emittenti, ad esempio...
Oggi alcuni quotidiani riportano che in Italia è il primo paese in Europa per attivi assogettabili al bail-in detenuti dalle famiglie: un'anomalia che la recente crisi e la normativa non ha risolto.
In Italia oltre il 40% delle emissioni assogettabili a bail-in sono in mano a risparmiatori privati contro una percentuale del 10-20% degli altri principali ns parteners.
Cosa più importante, però, dovrebbe essere il check-up dei propri obiettivi di risparmio/investimento considerando in modo particolare anche l'aspetto temporale.
Ecco allora che la diversificaziona assume un carattere diverso: l'azionario può ancora offrire chances se legato a trend dell'industria che innova e/o coglie il cambiamento in atto in molti aspetti ad esempio demografici o climatici in atto sul pianeta (fondi tematici) o ad evoluzioni di equilibri geopolitici ed economici ad essi collegati.
Ma anche la previdenza deve avere un ruolo così come la protezione assicurativa (personale, famigliare, aziendale).



Articolo del:


di Stefano Chiavon

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